MV Agusta e Honda nel 1967 si scontrarono nella classe 350 con due soluzioni tecniche controcorrente e antitetiche al tempo stesso.
Infatti nell’epoca in cui il 4 cilindri, almeno nelle classi maggiori (350 e 500), era considerato il massimo della espressione tecnica, la Honda, fedele alla propria filosofia tecnica basata sull’esasperazione del frazionamento dei motori mirato al raggiungimento delle massime potenze, adottava la configurazione a 6 cilindri mentre la MV, nel rispetto della tradizione italiana, si orientava verso una soluzione del motore a 3 cilindri, che favoriva la guidabilità della moto sacrificando forse qualcosa in materia di potenza massima.
Gli alfieri dei due costruttori erano, rispettivamente, Hailwood per la casa giapponese ed Agostini per l’italiana.
Purtroppo per i colori italiani quello scontro tecnico/sportivo si concluse a favore del binomio anglo/nipponico che ottenne 6 successi sulle 8 gare in programma, lasciandone una sola al rivale italiano e l’ultima al suo compagno di squadra Ralph Bryans. E’ d’obbligo qui ricordare che la Honda era una 250 maggiorata a 297cc.
La MV approntò anch’essa una 6 cilindri ma poi i problemi di peso e maneggevolezza, il ritiro della Honda (che rientrerà solo nel 1979 con la fallimentare NR 500 a pistoni ovali) ed i nuovi regolamenti che limitavano a 4 il numero dei cilindri per le classi 350 (che in seguito verrà del tutto abolita) e 500 fecero propendere per l’accantonamento del progetto.