Che la Abarth fosse specializzata nel trasformare piccole utilitarie in bolidi da competizione è noto a tutti o quasi; chi non ricorda, per esempio, le Abarth 1000 berlina, la Monomille e la 1000 bialbero, tutte derivate dalla FIAT 600? O chi non ricorda le famose “cassette” Abarth? Ma forse meno noto è il fatto che la piccola factory torinese si fosse avventurata nella “elaborazione” di una Ferrari.
Infatti per la stagione agonistica 1953 l’Abarth allestì una Ferrari 166MM, precisamente il telaio 0262M, dotandola di una leggerissima carrozzeria in alluminio completamente asportabile realizzata dall’Abarth stessa; il peso dichiarato era di 550 Kg.
Il motore era il classico 12 cilindri V60° di 2000cc che sviluppava 140 CV e consentiva alla vettura di raggiungere una velocità massima di 240 Km/h.
L’auto partecipò alla Targa Florio ed alla Mille Miglia con l’equipaggio Musitelli/Musitelli nella categoria Sport 2000 purtroppo con scarsi risultati. L’auto ottenne la sua unica vittoria alla notturna di Messina nel mese di luglio con il contributo di Eugenio Castellotti.
Ma non fu quella l’unica “divagazione” di Abarth rispetto alla sua storica collaborazione con la FIAT.
Già nel 1958 aveva avuto l’incarico di realizzare un coupè 1000 per conto dell’Alfa Romeo nota come Alfa Romeo 1000 Abarth GT Bertone Coupé; la vettura con motore derivato dal 1300 della Giulietta e carrozzato da Bertone, non uscì dallo stadio di prototipo. In seguito, nel 1960, Porsche incaricò il vecchio amico Abarth di realizzare la 356 Carrera Abarth GTL che, prodotta in una 20ina di esemplari, conseguì numerosi successi sportivi.
Negli anni ’60 l’Abarth ebbe una stretta collaborazione anche con la francese SIMCA su due fronti: la produzione di versioni elaborate della SIMCA 1000 (da contrapporre alle Renault elaborate Gordini) e la fornitura di pianali sui quali furono sviluppate le Abarth-Simca 1300 e 2000GT.