Parlando della famosa (o famigerata?) Honda NR 500 GP a pistoni ovali è riemerso il ricordo di Carlo Murelli (spesso erroneamente noto come Morelli).
Murelli è sicuramente noto agli appassionati per essere stato un meccanico italiano in forza alla SAMOTO, famosa concessionaria Honda di Roma per conto della quale preparava le Honda per le gare riservate alle Derivate di serie degli anni ’70. In particolare molti lo ricordano al fianco dell’indimenticato Tommaso Piccirilli (lo vediamo nella foto a destra assieme a Murelli) con il quale ottennero numerosi successi.
Era talmente bravo che la sua fama arrivò fino in Giappone e fu assunto nella HRC, primo caso di un meccanico italiano ad entrare alla corte della Honda Racing.
Carlo Murelli era di Piacenza, dove era nato il 22 marzo del 1934, ma era naturalizzato romano, essendosi trasferito a Roma nel 1963. E’ morto il 21 aprile 2022.
Dopo alcune esperienze da pilota lavora come meccanico nei reparti corse Mondial e Bianchi, per arrivare poi a Roma come capofficina della Samoto. Qui come abbiamo visto si mise in evidenza preparando le Honda 400 e 500 Four per le gare per moto derivate dalla serie; le sue moto si alternavano alla vittoria nel Trofeo Nazionale Maximoto (questa la denominazione esatta delle gare per le derivate) con quelle preparate dall’altrettanto valido tecnico Gigi Segale di Pavia.
Per le sue capacità di preparatore l’Honda Italia gli affidò lo sviluppo dell’Honda 125 Endurance.
Nel 1979 passa alla HRC e vi rimane fino al 1983. Poi nel 1984 si trasferisce al team Yamaha di Giacomo Agostini. Oggi è in pensione e ogni tanto prepara motori Honda per gare storiche.
Un breve cenno alla Honda 125 Endurance, moto allestita per un trofeo promozionale di mini-Endurance; il trofeo era basato sulla formula Endurance, con gare di due ore per equipaggi di due piloti con cambi ogni mezzora:
lo sviluppo di questa ”piccola” moto da Endurance fu affidato dalla Honda Italia alle mani esperte di Carlo Murelli; a tale scopo venne fondata la HIRET (Honda Italia Reparto Endurance Trophy), una società con sede a Roma che si occupava di seguire tutta la parte tecnica del progetto mentre l’organizzazione e la gestione del trofeo veniva affidata alla struttura di Claudio Pacifici.
L’obbiettivo era quello di fornire una moto pronto gara dai costi d’acquisto e di gestione particolarmente contenuti. Per la preparazione del motore ci si limitò perciò all’essenziale: cammes più spinta, carburatore Dell’Orto PHBE28 e scarico libero; tutto il resto rimaneva rigorosamente di serie per una potenza di 14 CV che consentiva una velocità massima di 150Km/h circa. La moto, che pesava 80 Kg, era dotata di un kit serbatoio, codino e carenatura in vetroresina, pedane arretrate e semimanubri.
Sulla base di questa moto fu allestito anche un siluro da record denominato “Squalo Rosso” con il quale Honda Italia tentò la conquista di alcuni primati di velocità sull’anello di Nardò.