Cosa hanno in comune la Honda RC213V ed un robot?
Partiamo dall’inizio.
Molti di noi, appassionati si ma sostanzialmente profani della tecnica, pensano che l’elettronica abbia facilitato il lavoro di piloti e tecnici. In realtà questo potrebbe esser vero quando si arriva al momento cruciale di confrontarsi in gara con gli avversari. Ma è in fase di progettazione che l’elettronica mette in crisi i tecnici informatici chiamati a realizzare algoritmi ben armonizzati con le caratteristiche tecniche della moto e di guida del pilota.
Per fare un esempio molto semplice basti pensare al fatto che vengono predisposte più mappature che forniscono differenti curve di potenza che però dovranno essere (qui interviene il software) armonizzate dinamicamente con le “richieste” di traction-control e di anti-wheelie istante per istante.
E’ evidente che questo può creare un po’ di confusione sia per il pilota che per gli ingegneri che devono operare sui parametri.
Ma questo è un problema comune a tutti; e allora perché con l’introduzione della elettronica unificata, dove quindi si può agire solo sui parametri e non sugli algoritmi, la Honda è risultata la più penalizzata?
La casa giapponese negli ultimi anni ha potuto permettersi soluzioni estreme di motoristica e di ciclistica avendo la consapevolezza di disporre di una elettronica (hardware ma soprattutto software) in grado di tenere sotto controllo le esuberanze di entrambe.
Il software proprietario di Honda infatti era estremamente sofisticato, realizzato sfruttando tutte le esperienze del progetto ASIMO, un progetto partito nel 1986 ed ancora oggi in evoluzione, cioè di un robot umanoide capace di camminare evitando ostacoli, correre, salire le scale, saltare, afferrare oggetti, gesticolare.
Il software proprietario della RC213V si avvaleva di una piattaforma inerziale estremamente sofisticata in grado di gestire al meglio l’erogazione del motore anche in funzione dei movimenti di beccheggio e rollio.
E’ chiaro quindi che venendo a mancare questo software così sofisticato le caratteristiche meccaniche della moto sono diventate un problema difficilmente gestibile, tanto che solo un talento come Marquez è stato in grado di trarre il meglio da una moto “difficile”.
In definitiva la Honda è dovuta intervenire anche sulla meccanica; un semplice esempio è lo scarico lungo adottato nella versione 2017, ben sapendo che gli scarichi lunghi privilegiano la corposità ai bassi regimi e quindi una erogazione meno brutale.