Molti sono quelli che attribuiscono a Valentino Rossi la responsabilità (se non la colpa) di aver cambiato l’ambiente del motomondiale volgarizzandolo, nel senso più etimologico del termine, con i suoi atteggiamenti istrionici.
A me sembra la versione motoristica della storia dell’uovo e la gallina.
Credo, infatti, che in realtà è l’ambiente stesso che è cambiato eleggendo Rossi a proprio beniamino più per questi suoi atteggiamenti che non per le sue performance in pista.
Ma anche prima di Rossi ci sono stati piloti che basavano anche sulla comunicazione la loro popolarità, ma non per questo hanno inquinato l’ambiente del motomondiale, o forse possiamo affermare che l’ambiente non si è fatto inquinare.
Non dimentichiamo che lo stesso Giacomo Agostini, pur essendo il precursore della figura professionistica del pilota moto, non disdegnava di farsi ritrarre spesso in compagnia di belle ragazze e si è prestato a operazioni commerciali interpretando film e fotoromanzi.
Ricordiamo inoltre le scenette in pista di Randy Mamola che tanto facevano innervosire i suoi datori di lavoro (leggi Castiglioni) o i comportamenti da star di Marco Lucchinelli che arrivò a calcare il palcoscenico del festival di Sanremo, e come dimenticare lo stesso papà Graziano che si esibiva in bretelle e treccia portando al guinzaglio la gallina Cristina.
In definitiva, prima di colpevolizzare Rossi, mi farei un esame di coscienza.