<<Sono molto felice di questo ultimo giorno di test, ho fatto grandi progressi rispetto a ieri soprattutto quando ho montato la gomma morbida, come mi aspettavo. È stato il fattore più importante. La moto è migliorata in tutti gli aspetti, è diventata più facile, meno fisica e più veloce. Non sono riuscito a terminare la simulazione di gara perché l’anteriore ha iniziato a vibrare un po’ con la gomma morbida, forse è un po’ troppo soffice per la gara. In generale, però, sono contento della mia posizione, è la migliore in questi test invernali ed è un bel segnale e anche il distacco dal primo è ridotto>>.
Queste le dichiarazioni di Lorenzo alla fine dei test in Qatar del 10-12 marzo dove, nella terza e conclusiva giornata ha realizzato il 4° tempo che nel giro secco non è niente male ma forse sul passo manca ancora qualcosa.
Con queste premesse, se ci saranno delle ulteriori modifiche alla moto, non è da escludere che con la Ducati, sfruttando il surplus di potenza, si possa attuare la tattica preferita di Lorenzo, la fuga.
Ma è sull’intero campionato che ho ancora qualche perplessità, specialmente dopo aver visto di cosa è capace Vinales.
Probabilmente non sarà un disastro come accadde con Rossi, ma su Lorenzo rimane qualche dubbio.
Nel DNA della Desmosedici, nonostante l’arrivo di Dall’Igna, è rimasta quella brutalità che ben si attaglia alla guida di piloti come Marquez o Stoner, cioè quella “razza” di piloti che guidano sopra i problemi e istintivamente e rapidamente adattano il proprio stile di guida alle esigenze della moto. Direi che la Ducati, ancora oggi, mal si sposa con lo stile molto raffinato di Lorenzo.
Un Lorenzo che è obbligato a vincere per convincere (scusate il gioco di parole) di aver fatto la scelta giusta di passare in Ducati per dimostrare che può laurearsi campione anche con questa moto così diversa dalla Yamaha e diventare così uno dei pochi piloti capaci di conquistare il titolo della top class con la moto di due costruttori diversi (nei quasi 70 anni di Motomondiale solo cinque piloti ci sono riusciti: Geoff Duke, Giacomo Agostini, Eddie Lawson, Valentino Rossi, Casey Stoner).
A tutt’oggi personalmente nutro ancora qualche dubbio al riguardo e quindi mi chiedo: memori del fallimento di Rossi avranno pensato a qualche soluzione?
Qualora anche questo matrimonio fallisse la Ducati come potrebbe reagire?
Pensare ad una sostituzione con un altro top rider?
Ma chi potrebbe essere il sostituto? Quali problemi di natura contrattuale andrebbero risolti?
Stoner ormai è chiaro che non gareggerà più, Marquez probabilmente è irraggiungibile, ammenoché non voglia anche lui affrontare la sfida di conquistare il titolo con due moto diverse, mentre Vinales sembra appartenere più alla categoria di Lorenzo e Rossi.
Sperare allora in un altro colpo fortunato come lo Stoner 2007? O pensare ad una promozione di Davies?
In Qatar, considerati gli ottimi precedenti su questa pista sia di Lorenzo che della Ducati, la vittoria è possibile, addirittura una doppietta.
Ma, anche se il buongiorno si vede dal mattino, in caso di vittoria non ci si dovrà illudere; arriveranno circuiti storicamente ostici per la Ducati e quello sarà il momento della verità!