Nel 1962 la Ferrari costruì un unico esemplare dello spider da competizione 330 TR (Testa Rossa) conosciuta anche, non ufficialmente, come 330 TRI/LM e 330 TRI. La vettura era derivata dalla 250 Testa Rossa del 1961 dalla quale ereditava qualche elemento della linea ed il telaio opportunamente irrobustito per ricevere un motore più potente e più pesante.
In Ferrari si decise di allestire questo prototipo perché da quell’anno alla 24 Ore di Le Mans venivano ammesse vetture con cilindrata massima di 4 litri.
All’epoca a Maranello ci si dedicava allo sviluppo di nuove famiglie di motori a 6 ed 8 cilindri, ma per partecipare a questa nuova categoria si decise di sviluppare ulteriormente il V12 “Lampredi”, cioè quello nato con cilindrata 4.500 contrariamente al V12 di Gioacchino Colombo che nasceva come un 1500cc.
Il motore, un 4000cc a 12 cilindri come si intuisce dalla sigla 330 che indica la cilindrata unitaria secondo una consuetudine della Ferrari, era alimentato con 6 carburatori doppio corpo ed erogava circa 400CV a 7500 giri.
Il disegno della carrozzeria, realizzata poi dalla carrozzeria Fantuzzi di Modena, fu definito in base agli studi fatti nella galleria del vento inaugurata dalla Ferrari nel 1960; fu la prima Ferrari da competizione con il caratteristico lunotto incassato, l’ultima sarà la favolosa P4.
La 330TR centrò l’obiettivo vincendo la 24 ore di Le Mans con l’equipaggio Hill/Gendebien; fu l’ultima Ferrari con propulsore anteriore a conquistare la celebre corsa francese.
Dopo la vittoriosa gara fu ceduta alla alla NART (North American Racing Team) di Luigi Chinetti e, con il nuovo proprietario, prese parte ad altre competizioni; l’ultima fu 24 Ore di Le Mans del 1963, dove si ritirò per un incidente.
La berlinetta e lo spider Fantuzzi
Nel 1964 Chinetti chiese a Fantuzzi di trasformare la 330TR da spider a berlinetta con l’obiettivo di iscriverla alla 250 miglia di Daytona. Ma la gara fu annullata e perciò si decise di allestire la vettura in versione stradale. Qui troverete alcune foto non troppo nitide perché ricavate da ritagli di giornale.
La vettura fu poi ceduta ad un industriale romano che la fece trasformare, ancora una volta da Fantuzzi, in un elegante spider color oro antico che fece anche delle apparizioni in qualche film.
A proposito di questo esemplare spider alcune note dell’epoca ci raccontano che questa carrozzeria abbia “vagato” su diversi telai, prima sul telaio #4381SA berlinetta LM del 1963.
e poi sul telaio #8733 di una 330 GT 2+2 del 1966 dove purtroppo ha perso la sua livrea oro antico.