Era il lontano 1959 quando la prima MINI vide la luce. Una vettura fuori dagli schemi, con l’obiettivo di essere piccola e allo stesso tempo capace di ospitare 4 persone. Un auto che, nel tempo, ha subìto numerose evoluzioni e che, poco a poco, è entrata nel cuore degli appassionati, accrescendo sempre più il suo numero di fan.
Un successo, probabilmente, legato anche ad un altro importante nome, John Cooper, che negli anni è riuscito ad elaborarla e creare versioni esclusive, fino a renderla competitiva e ad affermare la MINI nel mondo delle corse.
Nel 2001 nasce la nuova MINI, una rivisitazione in chiave moderna della sua antenata del ’59: una vettura con uno stile nostalgico, ma che racchiude tutta la tecnologia e il know-how della nuova proprietà BMW. Anche questa versione, negli anni, ha subìto numerose evoluzioni, fino ad arrivare alla 3° serie, di cui vi parleremo in questo articolo.
Dopo numerose evoluzioni, l’unica costante che, dal 1959 ad oggi, contraddistingue le versioni più sportive del marchio MINI rimane il nome di John Cooper, che ancora oggi accompagna la più potente della gamma.
In questo test per ItaliaOnRoad, proveremo la MINI Cabrio John Cooper Works da 231cv e cambio manuale a 6 rapporti.
SCHEDA TECNICA
- Cilindrata 1998 cc
- Alimentazione motore benzina
- Potenza massima 231 CV a 5200-6000 giri al minuto
- Coppia massima in 320 Nm a 1250-4800 giri al minuto
- Cambio manuale a 6 rapporti + retromarcia
- Numero cilindri e disposizione 4 in linea
- Trazione anteriore
- Velocità Max 242 km/h
- Accelerazione da 0-100 km/h in 6,6 secondi
- Consumo medio 7,5 km/l in città (rilevato) e 13 km/l in extraurbana (rilevato)
- Lunghezza 3874 mm; larghezza 1727 mm; altezza 1415 mm
- Capacità bagagliaio 215 litri
- Massa 1385 kg
ESTERNI:
Questa 3° serie della MINI, esteticamente, non stravolge le linee a cui ci aveva abituato; essa infatti presenta le sue classiche linee morbide, tutta curve e zero spigoli. Forse, rispetto alle precedenti versioni, alcune curve sono state addirittura accentuate.
Le dimensioni sono leggermente più abbondanti, sia in larghezza che lunghezza, anche se è davvero difficile notarlo se non si confrontano entrambi i modelli fianco a fianco.
Il frontale ospita l’ampia presa d’aria centrale, dalla forma ovale, tagliata orizzontalmente in due dal paraurti nero lucido e da una striscia rossa, che ne sottolinea l’anima sportiva insieme al logo John Cooper Works, posto sul lato destro.
Altre feritoie per l’aria trovano posto su tutta la parte bassa del paraurti, anche ai lati, dove di solito trovano posto i fendinebbia sulle altre versioni. Poco più sopra, troviamo il classico logo MINI e, procedendo sul cofano, un ulteriore presa d’aria che, a nostro avviso, ricopre un ruolo più estetico che funzionale.
Sempre circolari i fari, con la classica cornice cromata che richiama quelli della vecchia MINI, che su questa versione ospitano anche diverse luci a tecnologia LED.
Il profilo è caratterizzato sicuramente dai cerchi in lega da 18” Cup Spoke bicolore, disegnati esclusivamente per la versione John Cooper Works Cabrio, e dai passaruota in materiale plastico, che ricordano esteticamente quelli di un SUV.
Il design della parte posteriore, che ha subìto poche variazioni rispetto alle precedenti versioni, risulta leggermente più bombato ed è caratterizzato da diverse strutture a nido d’ape, che ricordano le prese d’aria frontali, e dai due terminali di scarico, posti al centro del paraurti.
La vernice verde metallizzata, abbastanza scura da sembrare quasi nera al calar del sole, dona alla vettura un deciso tocco british, che va in contrasto con le strisce longitudinali nere e rosse, decisamente racing. Molto gradevole anche il tetto ripiegabile in tessuto, che richiama sulla parte alta il disegno della bandiera del Regno Unito.
INTERNI:
Molto buona la qualità degli interni. Il volante in pelle è piacevole da utilizzare, sia come forma che come materiali, ed ospita i pulsanti per interagire con regolatore/limitatore di velocità, sul lato sinistro, e con l’infotainment, sul lato destro.
Dal punto di vista stilistico, tutti gli elementi della strumentazione riprendono forme circolari.
L’elemento principale è sicuramente quello posto dietro il volante, che ospita il tachimetro e un display che consente di visualizzare i dati relativi al computer di bordo; sul lato sinistro troviamo un elemento semi-circolare, che indica il numero di giri del motore, mentre sul lato destro una barra LED, che indica il livello del carburante.
Sulla parte alta del cruscotto, proseguendo verso il vetro anteriore, troviamo altri tre elementi circolari, che indicano rispettivamente la pressione dell’olio, della turbina e un cronometro, con un piccolo display al suo interno che segna l’orario.
I sedili, in pelle scamosciata, sono molto belli da vedere, con il logo John Cooper Works in bella vista, sono completamente regolabili e contengono molto bene i passeggeri in curva. Pur utilizzandolo al livello minimo, abbiamo trovato il riscaldamento dei sedili anteriori un po’ eccessivo, dato che la temperatura sale molto velocemente e, dopo aver raggiunto la temperatura desiderata abbiamo sempre sentito la necessità di spegnerlo.
Ben fatto il sistema di infotainment, con l’ampio display ospitato in un ulteriore elemento circolare chiamato “led ring” e posto sulla parte centrale del cruscotto. Appena sotto troviamo alcuni pulsanti per interagire con esso, anche se tutte le funzionalità possono essere svolte tramite l’apposito controller circolare posto sul tunnel centrale, vicino al freno a mano, che consente di spostarsi tra le varie funzionalità e impostazioni senza avvicinarsi al display.
Tuttavia, nonostante il sistema di controllo sià molto efficace, abbiamo spesso avuto la sensazione che alcune funzionalità fossero un po’ nascoste e non facili da trovare.
Anche in questo caso, tutte le varie features sono disposte in cerchio, con una grafica molto gradevole che cambia colore in base alla funzionalità selezionata.
Anche il navigatore è ben fatto, con animazioni sempre fluide e precise. Molto comoda anche la possibilità di dividere lo schermo in due, in modo da osservare sulla parte destra ulteriori informazioni riguardo il viaggio o sul prossimo svincolo da prendere.
BAGAGLIAIO:
Il bagagliaio sicuramente non è uno dei punti di forza di questa vettura. La capacità di carico è di circa 215 litri, espandibili abbattendo i sedili posteriori, anche se il varco di accesso risulta davvero ridotto. Il cofano posteriore si apre a ribalta verso il basso in quanto, essendo una cabrio, la parte alta è occupata dal tetto ripiegabile; anche questa caratteristica influenza in modo negativo le operazioni di carico e scarico.
MOTORE:
Il motore, invece, è senza dubbio uno dei punti di forza di quest’auto: un 4 cilindri in linea benzina twin-turbo da 1998cc, che sviluppa la sua coppia massima di 320 Nm già a 1250 giri al minuto e capace di erogare ben 231cv.
L’erogazione può essere regolata con il selettore posto vicino alla leva del cambio, che permette di scegliere tra tre modalita:
- Green, che consente di guidare con un occhio ai consumi e alle emissioni. In questo caso la risposta del motore risulta più addolcita e l’allungo più contenuto
- In Mid, abbiamo una risposta del motore più pronta e tutti i cavalli a disposizione
- Con la modalità Sport la musica cambia, nel vero senso della parola, dato che lo scarico risulta più aperto, donando un sound della vettura ancora più entusiasmante sia in accelerazione che in rilascio e rendendola facilmente riconoscibili dai passanti anche a distanza. L’erogazione diventa nervosa e tutti i cavalli erogati dal propulsore sono disponibili, fin dalla parte bassa del contagiri
Tutti questi numeri si traducono in un accelerazione fulminea, che garantisce uno scatto da fermo da 0 a 100km/h in soli 6,6 secondi, una velocità massima di 242km/h e tante, tante emozioni.
I consumi, ovviamente, sono da auto sportiva e non possono essere paragonati a quelli di un utilitaria di piccola cilindrata o con alimentazione a gasolio. Dai nostri test, sono emersi consumi di circa 7,5-8km/l in città e circa 13km/l in extraurbana, entrambi rilevati con modalità sport inserita. In modalità green si recuperano circa 1-2km/l anche se, in realtà, ad influire molto è lo stile di guida, che difficilmente tende ad essere parsimonioso su vetture di questo tipo e con tanta cavalleria a disposizione.
ALLA GUIDA:
Le aspettative sono alte e, appena si impugna il volante, la prima cosa che si cerca di capire, è capire cosa sia in grado di fare il 2000 biturbo benzina.
Il motore, come già detto, spinge tanto e produce un sound davvero coinvolgente, soprattutto se il selettore della modalità di guida è settato su “Sport“.
La posizione di guida è molto bassa, con il volante abbastanza alto. Abbastanza confortevole da utilizzare in città, diventa piuttosto duro e reattivo in modalità “Sport”, trasmettendo al conducente tutto quello che succede sotto le gomme anteriori.
Le sospensioni (McPherson sull’anteriore e Multilink al posteriore) a controllo elettronico VDC riescono a variare anche l’assetto della vettura che, in base alla modalità di guida scelta, può diventare molto rigido e sensibile alle asperità dell’asfalto in modalità “Sport”, regalando al pilota quello che in MINI chiamano “GoKart Feeling“.
Com’è facile immaginare, l’auto si dimostra stabile e sicura anche alle alte velocità. In curva è sempre stabile, ma trasmette molto anche le minime imperfezioni, come le giunzioni autostradali.
L’insonorizzazione a bordo non è delle migliori, probabilmente a causa del tetto in tessuto. In compenso, però, da la possibilità di ascoltare meglio il sound alle basse velocità.
Pur essendo dicembre, con temperature non proprio da capelli al vento, ci siamo concessi il lusso di qualche km con il tetto aperto, che può essere azionato solo da fermo o a velocità molto basse. Sicuramente, una caratteristica che, nei mesi più caldi, può regalare grandi sensazioni e aiutare a godere a pieno dell’esperienza MINI.
Lo spazio a bordo, per i paggeggeri anteriori, è confortevole. Per i passeggeri posteriori invece il discorso cambia: le operazioni di salita e discesa non sono semplicissime e lo spazio a disposizione è decisamente minore. Sicuramente, non indicata per passeggeri molto alti o di grossa statura.
CI PIACE:
– Motore, entusiasmante, divertente e sempre pronto
– Il design inconfondibile di MINI, stilizzato John Cooper Works
– L’impianto audio Harman Kardon, davvero di ottima qualità
NON CI PIACE:
– Per aprire completamente il tetto dal telecomando è necessario essere molto vicini alla vettura
– Le dimensioni del bagagliaio e il relativo varco di accesso ne limitano abbastanza l’utilizzo
– Alcuni menù dell’infotainment potrebbero essere più intuitivi
IN CONCLUSIONE:
Un auto che, pur non essendo perfetta, promuoviamo a pieni voti. Il motore e il “GoKart Feeling” offerto da MINI riescono a divertire ed emozionare, soddisfando al 100% le nostre aspettative.
La versione John Cooper Works cabrio parte da un prezzo di listino di circa 36.000€, a cui vanno aggiunti circa 10.000€ di accessori per la versione in prova.
– Test driver: Angelo De Rosa (in collaborazione con Sara -Karotina- Auletta)
– Fotografia/Video: Angelo De Rosa
– Prova: MINI Cabrio John Cooper Works
– Collaborazione: Mini Italia