Nel 2015 la Honda ha celebrato il 50° compleanno della sua partecipazione alla classe regina del Motomondiale (la 500 prima, la MotoGP poi), avendo debuttato nel 1966, 7 anni dopo il debutto assoluto nel Motomondiale con la 125.
Per inciso vi ricordiamo che le altre “sorelle” giapponesi, dopo qualche timido approccio con moto derivate dalla serie, arrivarono qualche anno dopo: la Yamaha nel 1973, la Suzuki un anno dopo e la Kawasaki addirittura nel 1980.
Quella della Honda in top class è una lunga storia costellata di successi che conta oltre 270 vittorie e 38 titoli iridati piloti e costruttori, dato eccezionale se si considera che la casa giapponese è stata assente dal Motomondiale per ben 11 anni dal 1968 al 1978.
Queste le stagioni più prolifiche della Honda nella top class: 15 vittorie nel 1997 e nel 2003; 14 nel 2002 e nel 2014; 13 nel 1996, 1998 e 2011.
La moto del debutto era la “famigerata” RC181 spinta da un quattro cilindri in linea, ovviamente da 500cc, con una potenza dichiarata di 85 CV a 12.500 giri/min. Una moto accreditata di enorme potenza, ma scorbutica e dalla problematica tenuta di strada.
A portarla al battesimo fu chiamato Jim Redman, già 6 volte iridato con la Honda in 250 e 350; il 22 maggio 1966 a Hockenheim, seconda tappa del mondiale ma prima gara della classe 500 (che non era in agenda nel primo Gran Premio della stagione disputato in Spagna) Redman portò al debutto vincente la Honda 500 battendo quella che sarebbe diventata la leggendaria accoppiata formata da Giacomo Agostini e dalla MV Agusta. Probabilmente Redman si sarebbe laureato Campione del Mondo al primo tentativo suo e della Honda se non fosse incappato in una brutta caduta nel bagnatissimo GP del Belgio, dopo aver vinto anche la seconda gara, il GP d’Olanda. In seguito a quell’incidente Redman decise di ritirarsi dalle competizioni.
Fu sostituito da Mike Hailwood che arrivò alla gara finale di Monza ancora in lizza per il titolo con Agostini, ma la rottura di una valvola della sua RC181 gli impedì di coronare il sogno della casa nipponica di vincere il titolo al primo anno, nonostante Hailwood avesse conquistato lo stesso numero di vittorie di Agostini.
Hailwood si rivelerà il vero grande interprete di quella ostica moto.
Ma la stagione del debutto della Honda nella classe regina fu comunque un successo con le due vittorie di Redman e le tre di Hailwood, 5 su 9 GP disputati (3 andarono ad Agostini ed uno, Germania Est, al cecoslovacco Frantisek Stastny con la Jawa-CZ grazie al ritiro di Hailwood e alla caduta di Agostini all’ultimo giro).
Alla fine del 1967 la Honda annunciò il ritiro dal mondiale per dedicarsi alla Formula 1 e allo sviluppo della rivoluzionaria CB750.
Ritornerà solo nel 1979 con la rivoluzionaria (e fallimentare) NR 500 4 tempi a pistoni ovali; nel 1982, anno della fondazione della HRC, la Honda, sempre grande sostenitrice del 4 tempi, fa il grande passo ed appronta una 500 2 tempi 3 cilindri, la NS 500, che l’anno successivo le porterà, finalmente, il primo titolo mondiale della top class con Freddie Spencer, che riuscirà a ripetersi nel 1985.
Arrivarono poi i titoli di Wayne Gardner (1987), Eddie Lawson (1989), Mick Doohan (5 titoli consecutivi dal 1994 al 1998), Criville (1999) e infine Rossi nel 2001.
Nel 2002 la classe 500 viene sostituita dalla MotoGP (4 tempi, 990cc, massimo 6 cilindri) e la nuova categoria viene inaugurata dai due successi di Rossi (2002 e 2003) con la straordinaria RC211V 5 cilindri per poi proseguire con Hayden (2006), Stoner (2011) ed infine a chiudere la serie, per ora, Marquez, campione nel 2013 e nel 2014 (e, per ora, nel 2016).