Come tutte le moto prodotte dalla BIMOTA la sigla GB1 deriva dalla iniziale del fornitore del motore (Gilera in questo caso), dalla B di Bimota ed infine dal numero progressivo di modelli costruiti con motori forniti dallo stesso costruttore. In parole più semplici questo è cronologicamente il primo, e anche l’unico, modello motorizzato con un propulsore Gilera.
La moto fu costruita, in soli due esemplari, per partecipare al Campionato Italiano per Supermono in sostituzione della Gilera Piuma che si era rivelata scarsamente competitiva. Il debutto in gara avvenne nel marzo 1993 sul circuito di Misano affidata al pilota Gianluca Galasso, che portò la moto al quarto posto; alla quarta gara del campionato la moto conquistò la vittoria. L’avversaria più blasonata era la Ducati Supermono, che quell’anno si aggiudicò il titolo con il pilota Mauro Lucchiari.
Dei due esemplari ne è rimasto solo uno conservato al Museo Piaggio. Per la cronaca, quando il gruppo Piaggio decise di sospendere la produzione dei monocilindrici della famiglia Bi4, la Bimota, dovette rivolgersi ad un altro fornitore e la scelta cadde sul motore della BMW F650 prodotto dalla Rotax, dando così vita alla BB1 Supermono.
UN PO’ DI TECNICA Pierluigi Marconi, che aveva sostituito Federico Martini (a sua volta sostituto di Tamburini) alla Direzione Tecnica, realizzò un telaio a traliccio di tubi di sezione ovale in acciaio al cromo-molibdeno; anche il forcellone è realizzato con la stessa tecnica costruttiva; una coppia di piastre in alluminio fungono da collegamento tra questi elementi, una soluzione tecnica che ritroveremo oltre dieci anni dopo sulle DB7 e DB8 (motorizzate Ducati).
Sul primo esemplare la forcella da 43 mm del tipo tradizionale era prodotta dalla Paioli come anche il monoammortizzatore; sul secondo esemplare vennero montati una forcella Paioli da 41mm e un monoammortizzatore Öhlins.
Lo scarico passa sotto al codone. Copriserbatoio, sella e codone sono integrati cosicché rimuovendo il tutto in blocco si accede agevolmente alle parti meccaniche. Il propulsore, modificato per l’uso in pista, apparteneva alla famiglia dei Gilera Bi4 (350/750cc) ed era lo stesso della Gilera 750 RC, la moto con cui la casa di Arcore partecipò alla Parigi-Dakar del 1993. Era, ovviamente, un monocilindrico di 743 cm³ a quattro valvole con alimentazione ad iniezione elettronica Bimota-Weber che sviluppava una potenza di 77 CV a 8.800 giri/min.
L’eliminazione del contralbero di equilibratura per incrementarne le prestazioni portò a eccessive vibrazioni che ne minarono l’affidabilità, causando numerose rotture.