MotoGP vs Formula1: il confronto è utile a far capire le differenze strutturali tra le due tipologie di veicoli.
Troppo spesso si parla solo di potenza, velocità max e rapporto peso/potenza come se fossero gli unici elementi che determinano le performance di un veicolo. Al contrario una Formula 1 è l’esatta negazione della efficienza aerodinamica dal punto di vista della penetrazione, quindi a danno della velocità massima, ma a vantaggio della percorrenza in curva; d’altronde i rettilinei, specialmente nei circuiti moderni,sono una bassa percentuale rispetto a tutta l’estensione del circuito. Al contrario quando i circuiti consentivano lo sviluppo delle massime velocità gli alettoni venivano ridotti al minimo; a Monza negli anni ’70 venivano quasi azzerati.
Le differenze tra i due veicoli sono tante: le dimensioni, l’altezza del baricentro, il rapporto peso/potenza, la superficie di pneumatico a contatto con l’asfalto, l’aerodinamica.
Da non trascurare la dinamica dei veicoli in pista; infatti la moto assume assetti molto variabili mentre la monoposto ha un assetto più statico: in accelerazione la monoposto è agevolata dallo spostamento del carico sulle ruote motrici mentre la moto tende ad impennarsi nell’affrontare le curve; in frenata la moto tende ad impuntarsi sulla ruota anteriore perdendo contatto con il terreno al posteriore.
Ed infine notevole è l’influenza del pilota (a prescindere, ovviamente, dalle doti di guida) per peso, dimensioni, posizione di guida e postura in curva.
Per il rapporto peso/potenza una MotoGP ha una accelerazione infernale e in virtù di una sezione maestra ridottissima può raggiungere velocità massime elevatissime.
La monoposto di Formula1 invece prevarrà sicuramente in curva per l’effetto combinato della downforce (carico aerodinamico) e della maggiore superficie di pneumatico a contatto con l’asfalto, caratteristiche che favoriscono la monoposto anche in fase di frenata.
Da queste prime note si può già dedurre che una monoposto è molto più efficace di una moto in approccio e percorrenza di curva. Ma analizziamo più in dettaglio le diverse situazioni nella percorrenza di un giro di pista.
Il divario è incredibile, il confronto dei dati relativi alle prestazioni è impietoso per le moto.
ACCELERAZIONE
Nella accelerazione da fermo fino ai 100 km/h i due veicoli grosso modo si equivalgono perché al miglior rapporto peso/potenza della moto la monoposto contrappone una ottima trazione mentre la moto tende ad impennarsi, perdendo così parte della spinta in avanti. I 100 Km/h vengono raggiunti in un tempo inferiore ai 3 secondi.
Non avendo più problemi di impennamento la moto prevarrà nella fase di accelerazione tra i 100 ed i 200 km/h; il tempo impiegato per raggiungere questa velocità è dell’ordine dei 5 secondi.
Per arrivare poi ai 300 km/h, a veicoli ormai lanciati, la maggiore potenza favorisce la monoposto. E siamo nell’ordine dei 10/11 secondi.
Oltre i 300 km/h la vettura ha bisogno di lunghi rettilinei per andare ancor più veloce mentre la moto ha ancora margini di accelerazione.
FRENATA
In frenata la monoposto di Formula 1 non ha rivali perché, in virtù del carico aerodinamico e della superficie di contatto, genera una forza frenante dell’ordine dei 5g, un livello inarrivabile da una moto. Oltretutto la Formula 1 ha un assetto più stabile a causa del baricentro basso mentre la moto in fase di frenate vigorose solleva la ruota posteriore da terra perdendo il contatto con l’asfalto.
Tradotto nella pratica la moto deve frenare molti metri prima della monoposto.
In molti casi la staccata con la MotoGP inizia anche 200 metri prima rispetto alla Formula 1.
CURVA
In questa fase troviamo la differenza più sostanziale.
Una vettura di F1 ha una velocità in curva irraggiungibile per una moto; almeno due le ragioni: ha una maggiore superficie di gomma a contatto con l’asfalto ed una downforce dell’ordine di almeno una tonnellata che le forniscono un deciso vantaggio in trazione. Queste caratteristiche, come abbiamo visto, consentono all’auto di sfruttare anche il vantaggio in fase di frenata entrando più velocemente in curva.
Ovviamente il vantaggio è più marcato nelle curve da media ed alta velocità.
Per dare un esempio quantitativo di queste differenze basti considerare che per affrontare la curva alla fine del rettilineo principale del circuito Ricardo Tormo di Valencia la MotoGP rallenta da 327 a 115 km/h mentre la Formula 1 decelera da 312 a 240 km/h.
Addirittura, in alcune curve dove un pilota MotoGP è costretto ad una frenata energica il pilota della monoposto deve solo alleggerire un poco.
VELOCITÀ MASSIMA
Sono stati messi a confronto i dati ottenuti sul circuito di Catalunya dalla Honda di Dani Pedrosa e dalla Mercedes di Nico Rosberg.
Pedrosa ha ottenuto il miglior tempo in 1.40.985 facendo registrare una velocità massima di 341,8 km/h.
Nico Rosberg ha fatto invece registrare un tempo di 1.24.681; 16 secondi, una differenza enorme, a vantaggio della monoposto, anche se la sua velocità massima, 325 Km/h, è risultata inferiore di ben 20 km/h.
Come è possibile?
Semplice, come abbiamo visto la monoposto è avvantaggiata in frenata ed in percorrenza di curva, mentre l’aerodinamica che genera la downforce è controproducente ai fini della massima velocità e poiché i rettilinei costituiscono solo il 15% circa di un giro completo di pista, la superiorità della moto in velocità massima non compensa i vantaggi della monoposto in approccio e percorrenza di curva.