Ovviamente, non è retorica, la sua scelta va assolutamente rispettata. E ci mancherebbe, è la sua vita. Però non posso non esprimere la mia perplessità sul “valore” di Rosberg nella sua qualità di Campione del Mondo di Formula 1.
Diciamola tutta, è anche una scelta facile: dopo 11 anni di Formula 1, di cui 7 alla Mercedes, ha raggiunto il titolo.
Lui parla di enormi pressioni, di sacrifici (?) della famiglia che lo ha sostenuto: mi sembra la storia di tutti i piloti di Formula 1, e non solo. Magari vada a leggersi la storia del suo avversario numero 1, Hamilton.
Una regola non scritta dice che si è veri Campioni del Mondo quando si replica il titolo almeno una seconda volta.
E d’altronde ad un Campione di razza, uno che nasce Campione, dopo aver vinto il suo primo mondiale ha ancora più voglia di dimostrare al mondo intero di essere il più forte, che quel titolo non è frutto di circostanze fortuite ma solo del suo talento.
Il ritiro di Rosberg rivaluta Alonso che, da due volte Campione del Mondo, coltiva ancora il sogno di portare una McLaren/Honda al successo battendosi, per il momento, per qualche posizione nelle retrovie a volte con piloti che non hanno nemmeno l’ombra del suo talento. Eppure Alonso ha 4 anni più di Nico, 15 anni di Formula 1 e di pressioni ne ha subite un bel po’.
Perciò il nome di Rosberg rimarrà sicuramente stampato nell’Albo d’Oro della Formula 1 ma non nella mente degli appassionati di questo sport, certamente non nella mia.
Qui la lettera di Nico Rosberg: https://www.facebook.com/nicorosberg/posts/10154815043119874:0