Il 13 giugno 1952, al Tourist Trophy, Cecil Sandford vincendo la gara delle 125 regalava la prima vittoria iridata alla MV Agusta.
A partire da quel 1952, fino al 1974, la MV si aggiudicherà 75 titoli iridati (38 piloti e 37 costruttori), numeri che ne fanno il marchio motociclistico europeo più vincente di tutti i tempi, ancora imbattuta nella classe 500.
Per questo palmarès molti pensano che le tradizioni motociclistiche di questo marchio risalgano agli albori del motociclismo unitamente ad altri marchi prestigiosi come Benelli, Bianchi, Garelli, Gilera, Moto Guzzi e in parte Moto Morini e Mondial, ma in realtà la MV, come marchio motociclistico, va accomunato a quello di Aermacchi (oggi Cagiva), Ducati, Laverda, Rumi e altri minori oggi scomparsi, tutti nati come effetto della riconversione industriale post bellica e della richiesta di veicoli economici per muoversi in autonomia, tra la fine degli anni ’40 ed i primissimi anni ’50.
La Meccanica Verghera Agusta, abbreviato in MV Agusta, nasce come S.A. nel 1945; poi, nel 1952, si trasforma in S.r.l. fino ad assumere, nello stesso anno, l’assetto definitivo di S.p.A.
Ha prodotto motociclette dal 1945 al 1977, quando fu liquidata dopo un breve periodo di gestione sotto l’egida della EFIM (Ente Finanziamento Industria Manifatturiera), un ente pubblico.
Il 29 agosto 1976 la MV 500 4 cilindri, con Giacomo Agostini, vinceva la sua ultima gara di Campionato Mondiale sul circuito del Nurburgring.
Nel 1992 il marchio venne acquisito dalla Cagiva dei fratelli Castiglioni che, a seguito di una crisi finanziaria, la cedettero nel 2008 alla Harley Davidson; nell’agosto del 2010 il marchio è ritornato di proprietà della famiglia Castiglioni.
Ma ritorniamo alla prima storica vittoria.
Il Tourist Trophy del 1952, disputato dall’11 al 13 giugno, seconda gara di Campionato, si disputava per la 34ª volta. Furono ammesse alla gara quattro classi di moto sciolte (125, 250, 350 e 500) mentre non vi parteciparono i sidecar.
Nella classe 500 la vittoria andò all’irlandese Reginald Armstrong su Norton; la 350 fu appannaggio di Geoff Duke, anch’egli su Norton mentre nella 250 si impose Fergus Anderson con la Moto Guzzi.
Nella 125, classe che era alla prima gara stagionale, ci fu la storica prima volta della MV di Sandford che con questa vittoria interruppe l’egemonia della Mondial che si era imposta in tutte le gare della 125 dal 1949, primo anno del Campionato del Mondo.
Nello stesso anno della storica prima volta, Sandford si laureò Campione del Mondo con 3 vittorie su sei gare complessive; due vittorie andarono ad Emilio Mendogni con la Morini ed una a Werner Haas con la NSU. La (ex) dominatrice Mondial si dovette accontentare di 4 secondi posti con Ubbiali. Quello, per la classe 125, fu l’anno delle “prime volte”: così fu infatti per la Morini monoalbero di Emilio Mendogni a Monza e per la NSU di Haas al Nurburgring.
L’anno dopo Haas si rifarà relegando al secondo posto proprio Sandford e la sua MV.
Sandford, pilota fortissimo sul bagnato e ottimo collaudatore, dopo essere stato anche alla corte della Moto Guzzi, nel 1957 conquisterà il suo secondo titolo iridato con un altro gioiello della industria motociclistica italiana, la Mondial 250.
La protagonista di quella vittoria storica, oltre al pilota naturalmente, fu la monocilindrica 125 bialbero.
E’ opportuno ricordare che la MV, essendo nuova nel campo del motociclismo non poteva vantare nessuna esperienza di tecnica motociclistica da competizione, a differenza delle altre grandi case italiane che abbiamo citato più sopra.
Ma la grande passione del conte Domenico, unitamente alla grande disponibilità economica e alle conoscenze tecniche del reparto aeronautico, portarono la MV ai livelli di eccellenza che conosciamo.
Le prime moto da competizione della MV si videro nelle gare nazionali; la prima vittoria viene registrata a Valenza nel 1946 con una 125 monocilindrica a 2 tempi che cedette ben presto la staffetta alla 125 4 tempi bialbero che debuttò nel 1950 al Gran Premio d’Olanda.
La potenza , transitando per alcuni step intermedi che interessarono anche la ciclistica e le diverse configurazioni (cupolino, carenatura a campana e poi a delfino), dagli iniziali 13 CV arrivò nel 1960 a 24 CV a 12.000 giri/min, per una velocità prossima ai 200 Km/h.
Il 125 bialbero fu montato anche su uno scooter destinato alle competizioni riservate a questa categoria. La stagione d’oro delle gare destinate agli scooter si svolse tra il 1951 ed il 1953. Gli scooter partecipavano prevalentemente a gare a cronometro e gare di gran fondo.
Dalla bialbero fu derivata anche la 125 Monoalbero Corsa, prodotta dal 1952 al 1958, per sostituire l’ormai obsoleta 125 2 tempi e per proporsi come moto per i piloti privati in alternativa alla Mondial 125 monoalbero. Nel 1955 venne omologato il kit per la trasformazione in bialbero. Tra le tante vittorie, va segnalata quella di un diciassettenne Mike Hailwood che il 10 giugno 1957 a Blandford ottenne il primo successo di una lunghissima serie. Nel 1957 la monoalbero visse una seconda giovinezza, quando fu omologata come derivata di serie, imponendosi facilmente in questa categoria. Anche la monoalbero fu allestita in versione scooter.
Dopo il successo di Sandford, la MV 125 si aggiudicò 7 Campionati del Mondo con Carlo Ubbiali e Tarquinio Provini.
Ma, dopo le prime avvisaglie delle arrembanti Ducati desmodromiche e delle 2 tempi MZ, Mondial (sviluppate dai fratelli Villa) e Bultaco, incominciarono a profilarsi all’orizzonte le temibilissime Honda pluricilindriche 4 tempi e le sibilanti 2 tempi di Yamaha e Suzuki.
Per la 125 di Cascina Costa era suonata l’ora del ritiro e la MV, a partire dal 1961, decise di dedicarsi solo alle cilindrate superiori, la 350 e la 500.