Il 12 luglio 1992 si avverava il sogno di Castiglioni: Eddie Lawson, favorito dall’azzardo di una gomma intermedia mentre tutti gli altri montavano le rain, vince il GP di Ungheria con la CAGIVA C592.
In quella occasione i media ricordavano che l’ultimo successo di una casa italiana nella classe 500 era stato quello di Agostini su MV Agusta nel 1976 al Nurburgring.
In realtà molti avevano dimenticato che invece questo merito andava attribuito alla vittoria dello svizzero Frutschi in sella alla SANVENERO a Nogaro 1982, vittoria peraltro agevolata da uno sciopero dei big che contestavano le condizioni di sicurezza del circuito.
La C592 aveva delle caratteristiche di tutto rispetto, come le varie espansioni in titanio (di spessore ridotto) e i silenziatori in carbonio (che permisero una riduzione del peso), inoltre adottava una distribuzione degli scoppi, chiamata Big Bang (utilizzata per la prima volta).
Con questa moto la Cagiva provò due forcelloni diversi, – in alluminio con capriata di rinforzo alleggerita (rispetto al modello della C591) o in fibra di carbonio – mentre la soluzione delle prese d’aria sui lati della moto, rimaneva analoga al modello C591; difatti esteticamente non risultava molto differente dal modello precedente, dal quale si differenziava maggiormente per via del codino leggermente più tondeggiante nella parte inferiore.