Agli albori del Motomondiale, iniziato nel 1949, la tecnologia dei motori a 4 tempi dominava in tutte le cilindrate inizialmente ammesse al Campionato: 125, 250, 350 e 500; la 50 verrà introdotta solo a partire dal 1962.
I costruttori partecipanti erano prevalentemente italiani; essi si scontrarono con gli inglesi nelle cilindrate maggiori (350 e 500) e in qualche rara occasione con i tedeschi nelle cilindrate più basse (125 e 250).
Poi , negli anni ’60, arrivarono i giapponesi. E’ bene precisare che a quei tempi, fino all’avvento della MotoGP nel 2002, il regolamento non faceva distinzione tra 2 e 4 tempi, imponendo solo la cilindrata come vincolo primario.
La Honda seguì il filone del 4 tempi che la portò a mettere in campo le favolose pluricilindriche di cui più volte abbiamo parlato: la 50 bicilindrica, la 125 a 5 cilindri e le 250/350 a 6 cilindri, mentre nella 500 si limiterà a seguire lo schema classico all’italiana del 4 cilindri in linea.
Invece gli altri costruttori giapponesi si “ispirarono” alla tecnologia delle MZ 2 tempi a disco rotante con gli scarichi a camera d’espansione.
In realtà fu molto più di una ispirazione perché i giapponesi della Suzuki riuscirono ad impadronirsi dei segreti dell’ing. Kaaden favorendo la fuga dalla Germania Orientale (all’epoca sotto il controllo dell’Unione Sovietica) del pilota Ernst Degner che era anche un valido tecnico collaboratore diretto di Kaaden.
(nella foto sopra tre moto a 2 tempi; nell’ordine: una MZ 250/2, una Yamaha 250/4, una Suzuki 125/4)
Poi subentrò la norma che, limitando il frazionamento dei motori, penalizzò i 4 tempi (tanto che la Honda decise di ritirarsi alla fine del 1967) e da allora fu un crescendo di affermazioni del 2 tempi inizialmente limitato alle cilindrate medio-basse, da 50 a 350, culminato con il debutto della Yamaha 500 OW20 che probabilmente, se non ci fosse stata la tragedia di Monza, avrebbe conquistato il titolo già all’esordio con Saarinen.
Appuntamento rimandato al 1975 quando Agostini conquistò il titolo per la casa dei Tre Diapason, il quindicesimo della serie dell’asso di Lovere, il primo per una casa giapponese, il primo per un motore 2 tempi nella classe regina (resta alla Honda il primato della prima vittoria e del primo titolo costruttori della top class per una casa giapponese, conquistati entrambi nel 1966).
Il 4 tempi tornerà in auge nel motomondiale con l’istituzione della MotoGP che imporrà questa tecnologia. Oggi, come ben sanno gli appassionati di questo sport, le 3 categorie mondiali (Moto3, Moto2 e MotoGP) sono tutte per regolamento a 4 tempi.