Una gara rocambolesca come spesso ci propone il GP di Monaco, specialmente con la pioggia.
Doveva essere il Gran Premio di Ricciardo (Red Bull) ma uno scellerato pit stop – gli pneumatici non erano pronti quando si è fermato – gli ha negato il successo.
E così Hamilton si riprende con gli interessi, ma con merito, quel che la sfortuna gli aveva negato nei primi Gran Premi dell’anno ed agguanta così il primo GP della stagione, la 44esima vittoria in carriera ed un terzo prestigioso successo al GP di Monaco, come Moss, Stewart e.. il suo team mate Niko Rosberg.
Indubbiamente è stata una gara avvincente ma non possiamo esimerci dall’osservare che, mentre si discute sulla opportunità di correre a Monza, si continua a gareggiare nel budello di Montecarlo.
Grazie alla pioggia la partenza viene data dietro Safety Car che rientra dopo ben 7 giri; non sembrava che l’intensità della pioggia fosse tale da giustificare un simile provvedimento tanto che gli stessi piloti sollecitavano più volte la partenza “vera”.
Il Gran Premio ha avuto uno svolgimento molto tattico. Quando la pioggia è diminuita per poi finire del tutto, Daniel Ricciardo è passato alle gomme intermedie, mentre Lewis Hamilton ha preferito insistere con quelle da bagnato per risparmiare una sosta e passare poi direttamente alle slick. Una strategia perfettamente studiata e messa in atto dagli strateghi della Mercedes che poi al 31° giro hanno richiamato l’inglese per montargli le Ultrasoft.
In verità la strategia ha avuto l’esito facilitato – e non avremo mai la controprova – dallo svarione del box di Ricciardo che, quando al giro successivo è rientrato a sua volta per la sostituzione degli pneumatici, ha trovato impreparati i meccanici che gli dovevano montare le Supersoft, forse per una tardiva comunicazione radio del muretto. Un gravissimo errore costato 13″6, almeno 10 più del normale, che ha mortificato le ambizioni di Ricciardo e ha privato la Red Bull della seconda vittoria di fila, dopo quella di Verstappen al recente Gran Premio di Spagna.
Dobbiamo amaramente constatare che in tempi ormai lontani ci esaltavano i sorpassi mozzafiato ai limiti della fisica, oggi le gare sono decise dalle strategie e dalla bravura dei meccanici al box.
E così Lewis Hamilton riduce il distacco da Nico Rosberg a soli 24 punti mondiali.
Rosberg, infatti, ha disputato un gara anonima arrivando settimo, primo dei non doppiati!
Max Verstappen, partito ultimo, è risalito in breve con una rimonta prodigiosa e sorpassi mozzafiato, ma a Massenet ha perso il controllo della RB12 e si è piantato nelle barriere.
Ottima la gara di Alonso, quinto al traguardo.
E adesso le dolenti note: la Ferrari.
Raikkonen ha sbrigato velocemente la pratica del Gran Premio distruggendo l’alettone anteriore che poi è andato ad incastrasi sotto la macchina.
Vettel ha concluso al quarto posto forse per una strategia discutibile che lo ha fatto uscire alle spalle di Massa dove è rimasto bloccato per una decina di giri perdendo preziosi secondi. Come consolazione almeno il pit stop è stato praticamente perfetto.
Dopo 6 gare il bilancio della Ferrari è pessimo; adesso anche Red Bull e Force India stanno davanti alle Rosse che diventano così la terza o la quarta forza del Campionato.
Se in Spagna le Ferrari non avevano saputo approfittare del disastro Mercedes a Monaco è andata anche peggio, già dalle qualifiche dove Vettel aveva preso quasi un secondo dalla Red Bull di Ricciardo; ma se prenderle da una monoposto di Newey ci può anche stare, arrivare dietro una Force India ha il volto di una disfatta.
A rimarcare lo stato di crisi della Ferrari basti pensare che nell’anno definito di transizione, il 2015, Vettel aveva 98 punti. Nel 2016, che doveva l’anno in cui era pianificato l’aggancio con la Mercedes, ne ha solo 60. E questo nonostante i panzer tedeschi abbiano messo in mostra livelli di inaffidabilità maggiori che in passato, almeno sulla monoposto di Hamilton.
Marchionne ed Arrivabene dovrebbero a questo punto chiedersi dove hanno sbagliato o quantomeno cosa hanno fatto di diverso dai loro predecessori.
Alla chiusura di queste note, dopo tanti anni che seguo la Formula 1, devo ancora a chiedermi come è possibile che nei circuiti più moderni ad ogni minimo accenno di uscita di una monoposto è necessaria una Safety Car per consentirne il recupero mentre a Monaco per sgombrare la pista è sufficiente una Virtual Safety Car per un giro, massimo due.
Arrivederci al Gran Premio del Canada, che si disputerà sul circuito di Montreal il 12 giugno prossimo.