Il motociclismo sportivo negli ultimi decenni si è evoluto moltissimo, dal punto di vista prestazionale ma sopratutto nell’ambito della sicurezza. Le moto da corsa hanno raggiunto livelli incredibili, e dal lato della sicurezza per adeguarsi alle loro prestazioni, molti circuiti hanno dovuto rivedere le proprie vie di fuga, se non addirittura parte del tracciato.
Ma ne esiste ancora uno… il più antico al mondo, pressoché uguale da oltre un secolo, dove l’ unico aggiornamento è stato l’asfalto al posto dei vecchi selciati, o pochissimo di più.
Si tratta del Mountain Circuit dell’Isola di Man, protagonista del Tourist Trophy, una gara leggendaria che si corre nelle due settimane a cavallo tra maggio e giugno sin dal 1907, dove degli specialisti delle Road Races, sfrecciano a 250 km/h su 60 e più Km di curve tra villaggi, vie e passi di montagna dell’isola
Giacomo Agostini è l’italiano più vittorioso al TT con 10 successi, ed a lui è dedicata una parte di tracciato, intitolata (Ago’s leep). Titoli conquistati quando era una gara valida per il Motomondiale, ma dal 1975 a causa della pericolosità del tracciato, il Circus iridato decise di non inserirlo più in calendario.
Da allora il Tourist Trophy vive di luce propria, che in anno in anno vede crescere esponenzialmente il numero di appassionati che la seguono in tutto mondo. Ad oggi, l’italiano più veloce dell’isola di Man e’ il bergamasco Stefano Bonetti, che da pilota privatissimo armato di grande passione e dedizione, ogni anno vive sull’isola di Man il sogno della sua vita.
Ma una moto preparata per le “Road Races”, può essere efficace anche in un circuito tradizionale?
Grazie al Rocknroad Racing Team (capitanato da Barry Rivellini), noi di ItaliaOnRoad abbiamo potuto provare in esclusiva sul circuito di Vallelunga (Roma), la moto di Stefano Bonetti, con cui ha gareggiato nel TT 2015.
KAWASAKI NINJIA ZX-10R
E’ una Kawasaki ZX-10R regolarmente immatricolata nel 2014, che vanta un palmares di tutto rispetto avendo vinto con Stefano Bonetti un campionato europeo della montagna, un campionato italiano velocità in salita, ed un piazzamento alla 19esima posizione nella SBK al TT (primo dei non British) nonostante la sua preparazione stock.
Al posto del mono di serie monta un Ohlins TTXGP, la forcella è stata lavorata internamente da tecnici esperti delle Road Races. Il terminale di scarico è un SC project in carbonio, e le pedane sono state sostituite con un kit Bonamici.
La centralina originale è stata sostituita da una Kawasaki Racing che permette l’utilizzo del cambio elettronico, di migliorare la mappa benzina, e di personalizzare al massimo le funzioni di Traction Control e freno motore, quest’ultima addirittura marcia per marcia.
LA PROVA
Una bella giornata primaverile è perfetta per questo test fuori dal comune nel circuito capitolino, scelto per le sue caratteristiche tecniche interessanti, formato da una parte velocissima ed una molto lenta e tecnica da interpretare.
Decidiamo di affrontare questa esperienza per gradi, e nel primo turno in pista prendiamo confidenza con la moto, apprezzando la cavalleria da vendere del motore, ed un impianto frenante potente e modulabile seppur rigorosamente di serie. L’ergonomia è buona nonostante chi scrive superi il metro e novanta, ed il cupolino protegge bene dall’aria.
La moto inserisce bene in curva, ed in uscita il grip delle Pirelli SC1 è ottimo, nonostante al posteriore monti una 200/55 rispetto alla 180/60 utilizzata per il TT, dove evidentemente si privilegia la maneggevolezza a discapito di un appoggio in curva.
L’erogazione del motore è pulita ma il meglio arriva oltre i 9000 giri, dove la Ninja tira fuori tutta la sua cattiveria.
E’ una moto più facile da guidare di quanto immaginassimo e nel secondo turno iniziamo gradualmente ad alzare il ritmo cercando di trovare qualche riferimento per una guida più specialistica.
La Kawasaki del TT ci fa sentire a nostro agio in ogni punto della pista, velocissima in rettilineo, è precisa in ingresso con tanta trazione in uscita curva.
Siamo pronti per l’ultimo turno a disposizione e la testiamo sempre con i settaggi per l’isola di Man, ma con l’obiettivo di guidare al nostro meglio tra i cordoli.
Le gomme calde di termo e il semaforo verde in fondo alla corsia box indicano che è ora di fare sul serio, quindi inseriamo la prima e via in pista con la manopola destra completamente ruotata.
In un attimo ci troviamo in quinta piena prima del curvone, peliamo un po’ il gas per trasferire peso sull’anteriore e subito dopo inseriamo decisi verso destra.
Questa volta il mono fa sedere di più la moto, e il pensiero corre veloce ad uno dei punti più difficili del Mountain Circuit, la depressione di Bray Hill dove questa sensazione è sicuramente più forte… ma non c’è tempo da perdere perché in un attimo siamo già alla staccata delle curve Cimini, da raccordare dolcemente tra loro, per poi infilarsi di nuovo in carena tutto d’un fiato fino ad arrivare nuovamente in quinta piena alla staccatona della curva Campagnano.
Il cuore batte forte, via tre marce al volo, e spingendola dentro con decisione la moto si muove più di prima, probabilmente a causa di una forcella soffice per questo tipo di staccata.
In uscita la trazione c’è sempre ma si avverte l’intervento del Traction Control (forse troppo invasivo per l’uso specialistico in pista) e del Mono che lascia sedere troppo il posteriore in accelerazione, sintomo che come la forcella è un po’ libero di flussi e non è sufficientemente sostenuto dalla molla.
Queste sensazioni, sicuramente accentuate dal maggior peso corporeo del tester rispetto a Stefano Bonetti, non pregiudica comunque il piacere di guidare una moto che dà tanto feeling a chi la guida.
Bastano pochi giri tirati, per capire che questa Ninja è stata messa a punto per muoversi sinuosamente tra i 60 km del Mountain, in mezzo a muretti, pali della luce, Marshall e balle di paglia. Non è una moto per cercare il decimo sul giro effettuando delle staccate furibonde, infatti al TT premia una guida scorrevole e veloce nei cambi di direzione.
Il suo assetto predilige l’assorbimento delle sconnessioni che incontra ad altissime velocità sulle strade in cui gareggia, piuttosto che il sostegno in staccata o l’appoggio esasperato di cui si necessita in pista.
Si conclude così l’ultimo turno… Abbiamo avuto l’occasione di provare una moto divertentissima, dal sapore unico e speciale, basta semplicemente toccarla con mano per poter volare con l’immaginazione che ad un tratto sembra di essere catapultati nelle corsa del Tourist Trophy.
Stefano Bonetti: ”avete presente la pista? Al TT è tutta un’altra storia…”