In linea di massima sostengo il principio che le massime categorie degli sport motoristici, in particolare la Formula 1 e la MotoGP, dovrebbero essere la massima espressione della tecnologia applicata nei rispettivi campi.
Perciò ho sempre manifestato la mia avversione ai limiti tecnici troppo stretti come il freezing dei motori ad inizio anno (che fine fa lo sviluppo?), il numero dei cilindri, il regime massimo di rotazione, il valore di alesaggio imposto o l’uso di materiali speciali (ammenoché questi non attentino alla salute dell’uomo).
E credo anche che imporre certi limiti con l’obiettivo di ridurre i costi sia una mera utopia, almeno finchè i competitor si chiameranno Honda, Yamaha, Ducati oppure Ferrari, Mercedes ed i loro sponsor saranno ancora Repsol, Telefonica, Red Bull e, soprattutto, Philip Morris.
Potrei anche condividere la limitazione sui consumi e sul numero massimo dei motori nell’arco dell’anno, normative di cui può beneficiare anche la produzione di serie. Naturalmente sui consumi bisognerebbe mettere limiti oculati per evitare che in gara il pilota debba badare più alla salvaguardia del “pieno” che alla prestazione velocistica.
Ma se discutiamo di aerodinamica allora il mio parere è di segno totalmente opposto.
Da anni ormai i sorpassi in Formula 1 sono di una estrema difficoltà causa la sofisticata aerodinamica che viene disturbata appena si entra nella scia dell’avversario. Tanto è vero che la paradossale, illusoria, soluzione è stata di natura aerodinamica: il famigerato DRS; mai visto niente di più antisportivo.
Anche se per la sostanziale differenza tra i due veicoli ritengo improbabile che l’aerodinamica delle moto possa raggiungere le esasperazioni della Formula 1, anche io auspico che si pongano dei limiti, se non dei divieti, all’aerodinamica della MotoGP e della stessa Formula 1.
Penso infatti che non possa essere trasferita vantaggiosamente sui veicoli stradali che su strade aperte al traffico non potranno mai raggiungere velocità in curva ed in rettilineo minimamente confrontabili con quelle raggiungibili in pista, non potendo quindi beneficiare dell’effetto deportante delle superfici alari.
Al contrario tutte quelle appendici aerodinamiche hanno effetti negativi sui consumi, sulla silenziosità, sulla scorrevolezza del veicolo.
E poi, alla fine, diciamocela tutta: le moto con quelle alette sono veramente brutte!