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Solo due piloti sono stati proclamati Campioni del Mondo “postumi”
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Solo due piloti sono stati proclamati Campioni del Mondo “postumi”

Maggio 3rd, 2016 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Rupert Hollaus nel motomondiale e  Jochen Rindt in Formula 1, strane e drammatiche coincidenze li accomuna: erano entrambi austriaci ed entrambi sono stati vittima di un incidente mortale durante le prove a Monza.

Rupert Hollaus 2-minRupert Hollaus, nato a Traisen il 4 settembre 1931, iniziò a partecipare ad alcune gare del Motomondiale nel 1952; fu notato dalla NSU che lo ingaggiò per partecipare alle classi 125 e 250 nel mondiale del 1954.

Nella 250 conquistò una vittoria ed alcuni buoni piazzamenti che lo portarono al secondo posto della classifica finale.

Ma è nella classe minore, la 125, che si rivelò imbattibile con quattro vittorie consecutive nelle prime quattro gare.

L’11 settembre trovò la morte nel corso delle prove del Gran Premio delle Nazioni a Monza ma con quelle quattro vittorie aveva già conquistato matematicamente il titolo che perciò gli fu assegnato postumo.

jochen_rindtIn realtà Jochen Rindt era tedesco perché nato a Magonza il 18 aprile 1942 ma i suoi genitori morirono durante un bombardamento aereo e venne perciò adottato da nonni che risiedevano a Graz, in Austria.

Dopo alcuni anni trascorsi nelle categorie inferiori approdò da dominatore alla Formula 2; nel 1964 si fece notare vincendo una gara internazionale di F2 sul circuito di Crystal Palace in Inghilterra battendo campioni del rango di Clark, Hill, già Campioni del Mondo di Formula 1, e Stewart che lo diventerà negli anni successivi. L’anno successivo si impose alla 24 ore di Le Mans guidando una Ferrari 250 berlinetta LM in coppia con Masten Gregory.

Nel 1964 avviene anche il suo debutto in Formula 1 nel Gran Premio d’Austria  al volante di una Brabham della scuderia di Rob Walker.

Dopo alcuni campionati disputati nei team Cooper e Brabham, alla fine del 1968 entrò nel team Lotus per diventarne prima guida nel 1970.

Prima di arrivare al drammatico Gran Premio d’Italia riuscì a vincere cinque Gran Premi arrivando a Monza primo in classifica generale, con un significativo vantaggio sul secondo, pur senza avere ancora la certezza matematica del titolo.

Il  5 settembre 1970, nel corso delle prove del Gran Premio d’Italia,  perse il controllo della vettura alla curva Parabolica, andando a sbattere contro il guard-rail. La vettura si disintegrò e Rindt morì sul colpo.

Il vantaggio accumulato comunque era tale che nessuno riuscì a superarlo in classifica e gli fu perciò assegnato il titolo postumo.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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