Dal titolo di queste note si capisce che non ci siamo certamente esaltati per le gesta dei piloti in pista, pertanto ci dilungheremo un poco sull’episodio che ha visto Vettel ancora una volta coinvolto nelle primissime fasi della gara in un incidente che lo ha costretto al ritiro.
Purtroppo gli incidenti nelle fasi concitate dello start e dell’approccio alla prima curva sono quasi una prassi alla quale non è facile sottrarsi; le monoposto sono ancora in mucchio e basta una sbavatura perché si verifichi un impatto che può avere conseguenze anche gravi, si spera solo per la macchina.
Ed il rischio di un incidente aumenta quando dopo la partenza si trova un notevole allungo seguito da una frenata importante.
Ed è proprio quel che è accaduto alla partenza del Gran Premio in Russia dove al rettilineo dei box segue un rampino che piega sulla destra: Kvyat è andato a tamponare il ferrarista Vettel. Poco dopo l’episodio si è ripetuto.
Se non fosse stato coinvolto cotanto nome e se il caso non avesse voluto che il “colpevole”, dopo i fatti della Cina, fosse stato ancora Kvyat probabilmente tutto sarebbe passato sotto la dicitura “incidente di gara”, senza strascichi polemici.
Ed invece si è data la stura alle polemiche, “ovviamente” puntando il dito sul pilota russo.
Sento allora il dovere di una breve analisi dell’accaduto. Dalle immagini non sembra che Kvyat abbia tentato un sorpasso impossibile né che abbia frenato tardi, infatti si può vedere come Perez, che era alla sua sinistra, lo abbia facilmente sfilato. La realtà è che Ricciardo e Vettel, ostacolandosi nelle fasi concitate della partenza, hanno rallentato molto sorprendendo Kvyat.
A condizionare il giudizio su Kvyat c’è stato immediatamente dopo un secondo episodio che ha visto nuovamente coinvolti il russo ed il tedesco della Ferrari: arrivati alla curva 3, Perez ha rallentato vistosamente a causa della posteriore destra sgonfia, Vettel è stato costretto anche lui a rallentare bruscamente ed il caso ha voluto che dietro di lui ci fosse ancora Kvyat che lo ha nuovamente tamponato mandandolo a muro.
E lì è finita la gara di Vettel. Questi i fatti, a voi il giudizio.
Dello svolgimento della gara c’è poco da dire, se non che le fasi iniziali hanno in qualche modo favorito la rimonta di Hamilton, giunto alla fine secondo, e di Alonso che ha conquistato la sesta posizione.
Piuttosto la pista scivolosa, dove contano prevalentemente l’efficienza aerodinamica ed il grip meccanico, ha lasciato intendere ancora una volta che la Ferrari è ancora lontana e che la superiorità della Mercedes non è dovuta solo alla Power Unit ma a tutto il complesso della monoposto.
Gara senza infamia e senza lode per Raikkonen; con il terzo posto il finlandese fa registrare nell’albo d’oro della Ferrari il podio numero 700.
In questo Gran Premio si è distinta la Williams con un 4° ed un 5° posto; bene la Renault che conquista i primi punti con Magnussen; bene anche la McLaren che conquista punti con entrambi i piloti e nuovamente sorprende la debuttante Haas con Grosjean ancora una volta nella top ten.
É andata male invece per la Red Bull che ha visto entrambe le monoposto coinvolte in incidenti e male anche le Toro Rosso: Max Verstappen è stato tradito dal motore Ferrari quando era in sesta posizione mentre Carlos Sainz è stato sanzionato per una manovra su Palmer.
Come al solito belle battaglie nelle retrovie mortificate dalla impossibilità di sorpassare a parità di gomme perché i disturbi aerodinamici, nonostante il DRS, rendono quasi impossibile il sorpasso, eppure la Formula 1 si accinge a perseguire la strada di un aumento delle superfici alari.
Qualcuno ce ne spiegherà la logica, spero.
Concludiamo come al solito, con la classifica e con l’appuntamento al Gran Premio di spagna del 15 maggio prossimo.
- Rosberg
- Hamilton
- Raikkonen
- Bottas
- Massa
- Alonso
- Magnussen
- Grosjean
- Perez
- Button