ALAN CARTER (Halifax, 19/8/1964) racconta: La Yamaha 250 non andava. Io e Rainey chiamammo il nostro Boss Kenny Roberts e lui arrivò dall’America al Gp di Francia, in jet. Era un ex pilota da due anni. Ci ascoltò, chiese tuta e casco e scese in pista a Le Castellet. Fece 5 tornate, poi scese e si cambiò. Cristo, ci aveva rifilato un secondo al giro. La riunione tecnica con lui durò 20 secondi.
Ci disse:
<<Ora ho 2 punti fermi:
1) Siete delle teste di cazzo.
2) Salite in moto e date più gas. Se non ci sono domande, ora io me ne torno in California.>>
Dopo aver ottenuto 3 titoli iridati Kenny Roberts, noto anche come “il marziano” o “the king” alla fine del 1983 si ritirò dalle competizioni limitandosi nel 1984 alla partecipazione alle 200 miglia di Daytona e di Imola, vincendole entrambe.
Grazie ai suoi buoni rapporti con la Yamaha, a cui era restato fedele per tutta la sua carriera, riuscì ad ottenere dalla casa dei tre diapason un appoggio ufficiale per iniziare una nuova carriera come team manager.
Costituì perciò un team per partecipare nel 1984 al mondiale della classe 250; piloti designati furono Wayne Rainey e Alan Carter; quest’ultimo era considerato una promessa piu’ di Raney poiché nel 1983 era diventato il pilota più giovane a essersi aggiudicato una gara della 250cc, avendo vinto il Gran Premio di Francia a 18 anni, 8 mesi e 16 giorni.
(nelle foto Roberts con Carter, a sinistra, e con Rainey, a destra)
In seguito questo primato gli verrà tolto da Pedrosa che nel 2004 con la Honda 250 vincerà il Gran Premio del Sudafrica a 18 anni, 7 mesi e 11 giorni, un mese e cinque giorni più giovane di Alan Carter.
Tratto dal libro “Light in the Darkness”