Visto il responso delle qualifiche ci eravamo già predisposti mentalmente ad iniziare queste note con un gattopardesco “cambiare tutto perché niente cambi”.
Di fatto, nonostante alcuni cambiamenti significativi – nuovo formato delle qualifiche; gestione dello stacco frizione “tradizionale”; gestione del parco pneumatici basato su 3 mescole e non su due – alla fine delle qualifiche le due Mercedes occupavano la prima fila, con uno stratosferico Hamilton in pole.
Invece allo start le due Ferrari con uno scatto felino (per merito di una migliore gestione dello stacco frizione o di una eccezionale trazione?) si portano in testa mentre Hamilton pasticcia un po’ e rimane intruppato in sesta posizione dietro un ostico Verstappen con la Toro Rosso motorizzata Ferrari.
Ma è solo una illusione: con il balletto dei pit stop e forse con una strategia migliore, alla fine è la solita doppietta delle Mercedes con Rosberg davanti ad Hamilton e Vettel sul gradino più basso del podio. Raikkonen estromesso dalla gara per una panne alla power unit.
Ma ritorniamo alle qualifiche.
Il nuovo format è stato aspramente criticato da tutto il circus, tanto che è quasi certo che si tornerà al format precedente già dal prossimo Gran Premio.
Personalmente sono convinto che la formula dello shoot-out sia troppo condizionata da una arzigogolata gestione degli pneumatici che in Q3 ha costretto i piloti, in particolare quelli della Ferrari, ad effettuare un solo giro lanciato per poi fermarsi ai box.
Ritengo che qualche modifica renderebbe questo format più avvincente; per esempio disputare Q1 e Q2 secondo il vecchio formato, portare in Q3 solo sei piloti (le prime tre file della griglia), assegnare a questi almeno due treni di gomme da usare esclusivamente per le qualifiche e mettere in atto lo shoot-out. In questo modo penso che i due più veloci potrebbero fare almeno due tentativi.
Vediamo ora velocemente come si è svolta la gara.
Dopo la sfuriata iniziale delle Ferrari, entro i primi 17 giri si assiste ai primi pit stop durante i quali Raikkonen perde una posizione.
Al 18° si verifica un incidente con Alonso che tampona Gutierrez (Haas/Ferrari); la monoposto dello spagnolo sbanda lateralmente, si impunta nella ghiaia e fa un volo spettacolare andandosi a schiantare nelle barriere. Miracolosamente Alonso esce indenne dalla sua auto.
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Entra la Safety Car ma subito dopo è bandiera rossa per dare agio agli addetti di ripulire la pista dai numerosi detriti. Alle 6,55 ora italiana si riparte dietro alla Safety Car.
Hamilton ha grosse difficoltà a superare, in parte per le caratteristiche del circuito, in parte per la scelta di gomme ma principalmente per i soliti limiti derivanti dalla aerodinamica troppo sofisticata che disturba oltremodo il pilota in scia.
Al 23° giro dobbiamo registrare il guasto alla Power Unit di Raikkonen.
Con una strategia d’attacco (usando solo Soft e SuperSoft) Vettel si ritrova terzo in gran rimonta su Hamilton; ma un dritto al terzultimo giro lo fa scendere a più miti consigli.
Verstappen si conferma anche quest’anno velocissimo, aiutato anche dal cambio di Power Unit da Renault a Ferrari. Disputa una buona gara anche Ricciardo. Le McLaren si rivelano sempre troppo lente.
Ma la vera sorpresa è il sesto posto finale di Gutierrez con la debuttante Haas (telaio Dallara, motore Ferrari). Non male anche il debuttante Palmer, figlio d’arte, con la Renault.
Conferme e smentite rimandate al prossimo Gran Premio del Bahrain il 3 aprile.