MV AGUSTA
La Meccanica Verghera Agusta nasce come Società Anonima nel 1945. L’azienda ha prodotto in proprio motociclette commerciali – compresi ciclomotori, scooters e motocarri – e da competizione dal 1945 al 1977.
Con l’espansione aziendale verso la attività elicotterista la Direzione decide di cercare un partner. Nel 1973 viene firmato un accordo di collaborazione fra l’Agusta e l’EFIM (Ente Finanziamento Industria Manifatturiera) ma il prezzo da pagare fu il disimpegno di Agusta dal settore motociclistico.
L’epilogo della Casa di Cascina Costa avviene nel 1977 quando al salone di Milano lo stand MV rimase vuoto. Era prevista la presentazione di una 750 4 cilindri a 16 valvole.
Nel 1992 la Cagiva rileva i diritti del marchio e lo rilancia presentando, nel 1997, la meravigliosa 750 F4; nell’agosto del 2008 il marchio è passato al gruppo Harley Davidson che a sua volta, nell’agosto 2010, l’ha ceduto nuovamente a Castiglioni, ex proprietario del marchio Cagiva. Nel 2014 Mercedes AMG acquista il 25% del pacchetto azionario della MV.
OSCA
I fratelli Maserati fondarono la prestigiosa società che porta il loro nome a Bologna il 14 dicembre del 1914. Poco prima della seconda guerra mondiale, nel 1937, i Maserati cedono la loro gloriosa fabbrica di auto da GT alla famiglia Orsi, impegnandosi a mantenerne la direzione tecnica per almeno 10 anni.
Nel 1940 l’azienda viene trasferita da Bologna a Modena in viale Ciro Menotti.
Nel dopoguerra, in disaccordo con gli Orsi, lasciano definitivamente la Maserati e ritornano a Bologna dove pensavano di fondare un’altra azienda per la realizzazione di una vettura da Gran Premio; ma purtroppo l’investimento economico non si rivelò alla loro portata e perciò ripiegarono su una Sport di media cilindrata che rimarrà il target di questo nuovo marchio per tutta la sua vita produttiva.
Nacque così nel 1947 la OSCA (Officina Specializzata Costruzioni Automobili) insediata a San lazzaro di Savena (BO) che nell’aprile del 1948 presentò la sua prima auto la MT4, una Sport da 1100cc.
Nel 1960 viene approntato un 2000 4 cilindri in versione desmodromica ed entra nel listino della OSCA una GT 1600 che sarà vestita da diversi carrozzieri come Fissore, Boneschi, Touring ma la sua massima espressione di sportività sarà interpretata da Zagato.
LA FUSIONE.
Nel 1963, il 4 agosto, i fratelli Maserati cedono il pacchetto di maggioranza della OSCA alla MV Agusta ed escono dall’azienda. Nel corso della trattativa hanno il tempo di approntare l’ultima vera OSCA: la 1600 SP. Al Salone di Torino del ’64 verrà presentato il primo modello della nuova gestione: la 1600 T.C. (Trave Centrale) con meccanica Fiat 1600S; la carrozzeria è realizzata in materiale composito rinforzato con fibre. Nel tentativo di rilanciare l’azienda verranno realizzate anche due vetture più piccole: una con carrozzeria in plastica e una spider con carrozzeria in metallo, quest’ultima disegnata da Touring. Entrambe le vetture erano alimentate da un motore a quattro cilindri da 1057cc che erogava 63 CV.
Al Salone di Torino del 1965 vennero presentati altri due modelli, un coupé ed uno spider, entrambi disegnati da Zagato, motorizzati con il 4 cilindri da 1700cc della Ford Taunus che erogava 95CV, dal layout abbastanza tradizionale con il propulsore disposto anteriormente e la trazione posteriore. Velocità massime stimate in 180 Km/h per il coupé e 175 Km/h per lo spider. La messa in produzione, mai arrivata in porto, era prevista per la primavera del 1966.
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Per un estremo tentativo di risollevare le sorti dell’azienda, ispirandosi alla moda delle “fuori serie” e delle “elaborate” viene approntata anche una versione elaborata della FIAT 600 denominata, un po’ pretenziosamente, TESTAROSSA; il motore venne modificato secondo i canoni dell’epoca (coperchio punterie, carburatore, cammes, coppa dell’olio e scarico); esteticamente l’auto veniva arricchita con una finta calandra, fregi vari, cerchi Borrani e strumentazione sportiva.
La produzione verrà interrotta definitivamente nel 1967; la MV cedette lo stabilimento di Bologna alla Campagnolo e questo segnò definitivamente la fine della OSCA.