É il pilota che è riuscito a compiere l’impresa che non è riuscita neanche al plurititolato Valentino Rossi: ha vinto un titolo con la Ducati.
Il punto interrogativo è d’obbligo perché, anche se nei primi test ufficiali con la Ducati GP15 Stoner è tornato a sfoggiare ancora una volta le sue istintive doti velocistiche, non è ancora dato sapere se tornerà a gareggiare; tutti sperano che la Ducati riesca a coinvolgerlo per il mondiale 2017 dopo qualche wild card in questo mondiale 2016.
Dicevo che Stoner ha mostrato ancora una volta la sua capacità istintiva, oserei dire animalesca, di adattarsi velocemente a qualunque configurazione tecnica; non a caso ha conquistato due titoli mondiali con due moto radicalmente diverse come la Ducati e la Honda e, a sentir lui, nel 2009 avrebbe potuto conquistare il titolo anche con la GP9 – quella con il famigerato scatolato in carbonio – se non avesse avuto quei problemi di intolleranza alimentare che lo costrinsero ad assentarsi per tre gare e i cui effetti si erano già fatti sentire nei gran premi di Catalogna e di Assen, entrambi conclusi al terzo posto.
Ed in effetti nel 2009 – nonostante i tre zeri (Repubblica Ceca; Indianapolis e San Marino), un 14° in Gran Bretagna per una scelta azzardata di pneumatici e la mancata partenza di Valencia per un incredibile high-side nel giro di allineamento – conquistò 4 vittorie, 1 secondo, 3 terzi, 3 quarti e 1 quinto che lo portarono a classificarsi quarto con un punteggio molto vicino quello di Lorenzo e Pedrosa rispettivamente secondo e terzo.
E per la verità non sfigurò neanche nel 2008 quando l’opinione pubblica attribuì al “famigerato” sorpasso al Cavatappi una presunta debacle psicologica; in realtà Stoner si piazzò secondo in quella stessa gara nonostante un dritto e terminò secondo in Campionato con 6 vittorie di tappa.
Anche nel 2012, secondo anno con la HRC, non andò male: nonostante tre assenze per infortunio e l’annuncio del ritiro dalle competizioni, terminò terzo in Campionato con 5 vittorie.
Ma ripercorriamo dall’inizio la breve ma fantastica carriera di questo talento australiano.
Casey Stoner nasce a Southport nel Queensland (Australia) il 16 ottobre 1985.
La sua carriera inizia molto presto; praticamente da bambino frequenta gli ovali sterrati in Australia dove fa incetta di titoli conquistandone ben 41.
Poi in qualche modo arriva una segnalazione su questo talento emergente all’attenzione di Alberto Vergani, patron della Nolan.
Pilota estremamente efficace e talentuoso, dal carattere chiuso e schivo, si distingue per atteggiamenti ben lontani dallo stereotipo del pilota guascone; è dotato di guida istintiva e stile selvaggio che gli consentono di essere particolarmente efficace con moto dalle caratteristiche tecniche più variegate.
Nel 2000, a soli 15 anni, con il sostegno di Vergani, si trasferisce in Europa dove matura esperienza in pista partecipando al challenge Aprilia 125 spagnolo.
Nel 2001 partecipa ai campionati inglese e spagnolo concludendoli entrambi al secondo posto; nello stesso anno esordisce nel Campionato del Mondo con due wild card, in Inghilterra ed in Australia, nella classe 125.
Poi il salto definitivo nelle classi minori del mondiale dove ottiene qualche vittoria ma non conquista mai un titolo. Però il suo modo di aggredire l’asfalto non lascia indifferenti gli addetti ai lavori: é un tipo tranquillo ma in pista si trasforma, non si risparmia e spesso finisce per terra. Le sue frequenti e rovinose cadute gli frutteranno il soprannome di Rolling Stoner.
Nel 2002 partecipa al suo primo mondiale nella classe 250 in sella ad un’Aprilia di Cecchinello; il suo miglior risultato sarà il 5° posto in Repubblica Ceca.
Nel 2003, ancora con Cecchinello, scende di categoria passando alla classe 125 e conquista la sua prima vittoria mondiale a Valencia. Nel 2004 passa alla KTM125 ottenendo risultati altalenanti con qualche ritiro di troppo.
L’anno seguente ritorna da Cecchinello con il quale partecipa al mondiale 250 con una Aprilia RSA ufficiale; è il suo miglior campionato che conclude al secondo posto, alle spalle di Pedrosa, con 5 vittorie, un secondo posto e quattro terzi.
Nel 2006 Cecchinello, ancora oggi suo grande estimatore, gli fa compiere il grande salto portandolo in MotoGP. Anche qui cade spesso ma si mette in evidenza per la sua velocità; ottiene una pole ed un secondo posto guadagnandosi la chiamata in Ducati per il Mondiale 2007.
E con la rossa di Borgo Panigale compie il suo capolavoro conquistando 10 Gran premi e portando la Desmosedici al suo primo, e per ora unico, titolo mondiale.
Del 2008 e del 2009, ancora in Ducati, abbiamo già parlato all’inizio di questo racconto.
Il 2010 inizia male e finirà peggio: le polemiche interne dovute alle sue assenze nel 2009 non ancora sopite e le ripetute cadute che, pur imputabili a problemi dell’avantreno, fanno riemergere il fantasma del “rolling stoner”, porteranno al divorzio dalla Ducati e al passaggio in HRC nel 2011.
E con la Honda si conferma il suo talento naturale con la vittoria già dalla prima gara e la conquista del titolo con ben 10 vittorie.
I due titoli di Stoner aprono e chiudono l’era delle MotoGP da 800cc, praticamente dominata dall’australiano con ben 33 vittorie contro le 20 di Rossi.
E arriviamo al 2012, ancora in HRC: il 17 maggio, durante la conferenza stampa del Gran Premio di Francia, annuncia il proprio ritiro dalle corse a fine campionato. Stoner ha solo 27 anni.
Dopo alterne vicende non partecipa ai Gran Premi di Repubblica Ceca, San Marino e Aragona in seguito alla frattura della caviglia destra rimediata nel corso delle qualifiche del GP di Indianapolis. Si ritira dalle corse l’11 novembre 2012 dando seguito a quanto già annunciato durante la stagione quando aveva dichiarato: “Lascio le corse, questa non è la MotoGP di cui sono innamorato”.
Proverà a gareggiare con le 4 ruote in Australia ma la nostalgia delle 2 ruote è forte e nel 2014 rientra come collaudatore di lusso in HRC.
Nel 2015 torna alle competizioni, annunciando la sua partecipazione alla 8 ore di Suzuka con la Honda. Durante i primi giri, mentre si trovava in prima posizione, cade fratturandosi scapola e tibia a causa di un malfunzionamento dell’acceleratore della sua Honda CBR.
Poi, causa alcune incomprensioni con i vertici HRC, nel 2016 il figliuol prodigo rientra in Ducati.
Per i suoi meriti sportivi ha ricevuto alcuni prestigiosi riconoscimenti:
LA CURVA 3 DI PHILLIP ISLAND
Stoner ha vinto ininterrottamente a Phillip Island per ben 6 volte dal 2007 al 2012.
Alla fine del 2012 il circuito australiano di Phillip Island decise di rendergli omaggio intitolando a lui la curva 3 del tracciato, notoriamente una delle sue preferite.
Stoner è diventato così il terzo australiano campione del mondo della classe regina ad avere un una sezione del circuito di Phillip Island a suo nome: infatti il rettilineo iniziale è intitolato a Wayne Gardner, Campione del Mondo nel 1987, mentre la prima curva è dedicata a Mick Doohan, iridato per 5 volte consecutive dal 1994 al 1998.
LEGGENDA DELLA MOTOGP
Il 20 ottobre 2013 a Phillip Island, dove si svolgeva il Gran Premio di Australia, la Dorna ha nominato “Leggenda della MotoGP” Casey Stoner che andrà a tenere compagnia ad altri grandi nell’olimpo del motociclismo: Giacomo Agostini, Mick Doohan, Geoff Duke, Wayne Gardner, Mike Hailwood, Daijiro Kato, Eddie Lawson, Anton Mang, Angel Nieto, Wayne Rainey, Phil Read, Jim Redman, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Kevin Schwantz, Barry Sheene, Freddie Spencer, John Surtees e Carlo Ubbiali.
Per l’occasione Stoner ha fatto un giro d’onore del tracciato assieme alle altre due leggende australiane, Mick Doohan e Wayne Gardner.
In quella circostanza Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, dichiarava: “È stato uno dei piloti migliori della storia della MotoGP e ha vinto con due costruttori diversi come Ducati e Honda” .