Ciao Stefano, 10 titoli italiani di gare in salita, 2 europei e 10 partecipazioni al Tourist Trophy, come ti definisci?
Fortunato ad aver fatto tutte queste gare senza mai nessun problema, quasi… ed essermi sempre divertito.
Effettivamente te la sei vista brutta a Macau nel 2012, cosa era successo?
Problema ai freni ma non si sa bene perchè la moto si è disisntegrata, so solo che al terzo giro non hanno funzionato i freni e sono finito contro le protezioni. Per fortuna ho incontrato un dottore che si è rivelato essere uno dei più bravi al mondo e dopo 18 ore di intervento è riuscito a sistemare in modo perfetto le diverse frattura alle mie vertebre.
Tornerai mai a Macau?
No, non penso, non so, per adesso preferisco fare altre gare ma in futuro non si sa mai.
Paura?
Un po’ ma c’è anche un grosso sbattimento per una trasferta così, oltre ai costi bisogna spedire la moto un mese prima con l’aereo dopo averla portata in Germania, poi la si riceve indietro dopo due mesi, c’è un sacco di burocrazia e non fa per me.
Il TT non ti fa paura?
No, ovviamente ci sono dei momenti in cui hai paura ma alla fine è una cosa piacevole e la paura passa in secondo piano.
Perchè corri le gare su strada e non in circuito?
Perchè l’ambiente è quello che piace a me, lo stile di guida mi si addice e mi trovo bene con i piloti e i tracciati.
Tutti i piloti?
No, non con tutti ma non ti dico i nomi nemmeno se mi paghi! Con qualcuno c’è più rivalità che con altri, però l’ambiente rimane molto diverso da quello delle gare in circuito.
In cosa differisce l’ambiente, secondo te perché?
Prima di tutto ci sono meno soldi e più passione e poi c’è più amicizia nonostante la rivalità. Questo vale sia per le gare nazionali che per il TT.
Parlaci della stagione scorsa.
Nonostante tutti i problemi tecnici è andata abbastanza bene, ho vinto l’italiano e ho perso l’europeo. Ma le gare sono così, va accettato. Un po’ di amaro in bocca per il TT perché ho finito solo una gara su tre finendo diciannovesimo nella Superbike, dove non avevo grandi ambizioni, correndoci con la stessa moto con cui affrontavo anche la Superstock, cambiando solo le gomme.
La prossima stagione?
Credo di partecipare alle stesse gare ma non c’è nulla di sicuro, bisogna riuscire a trovare la copertura economica e anche una moto.
Ovviamente l’obbiettivo è difendere il titolo italiano e provare a riconquistare l’europeo, invece per il TT cercare di migliorare i miei piazzamenti magari senza problemi imprevedibili come quest’anno.
Il tuo team è stato un po’ criticato, da giornalista che da anni segue le Road Racing. Cosa pensi di cambiare per il futuro?
Sicuramente non gli uomini, perchè ho il miglior team che si possa avere, sono competenti e grandi amici e questo conta tantissimo in una gara così lunga e delicata. Bisogna lavorare meglio sulla nostra immagine, perchè per risolvere i nostri problemi ed essere un po’ più tranquilli e veloci, servono maggiori Sponsor. Senza soldi è sempre più dura, anche se le cifre di cui si parla sono nettamente più basse di quelle necessarie per una gara internazionale su pista.
E’ così difficile trovare il budget necessario a correre quella che è una delle gare più seguite al mondo?
Al mio esordio era difficilissimo perchè la gara era solo criticata. Ma ora, anche grazie a internet, sono tornati tantissimi appassionati e poi ho fatto un po’ di curriculum che sicuramente aiuta. Forse manca solo un poca di fortuna o le conoscenze giuste, perchè l’investimento pubblicitario sicuramente ha un rapporto qualità prezzo inarrivabile per altre gare del Motorsport.
Consiglieresti ad un pilota di iscriversi al TT o ad un appassionato di partecipare come spettatore?
Come spettatore sicuramente si, come pilota ognuno deve decidere da se.
Gira voce che il prossimo anno ci sarà un altro pilota italiano che già in vari campionati ha dimostrato il suo talento, sto parlando di Alessandro Polita. Pensi che il tuo “primato” di miglior Italiano sull’isola possa essere messo in discussione?
Se riuscisse ad andare forte come in pista, sicuramente mi massacrerebbe ma non è scontato. La strada è un altra cosa, ci sono stati tanti casi nel passato, anche recente, in cui ottimi piloti hanno fatto fatica ad interpretare il percorso. Di sicuro prima o poi qualcuno che ti batte arriva e tutti i record vengono infranti.
Come si fa a preparare una gara così particolare?
Studiare il percorso è una cosa fondamentale, io avevo iniziato comprando le videocassette e le guardavo per ore, oggi è molto più semplice grazie alla Play Station ed il gioco del TT in cui il percorso è perfetto e si riesce ad imparare la sequenza delle curve con molto facilità. Per il resto la preparazione è come qualsiasi altra gara con un po’ più di attenzione alla resistenza essendo una gara molto lunga.
Nelle gare italiane invece chi temi di più?
Ci sono più piloti, il più forte è Curinga Francesco ma corre in un altra categoria, mentre nella 1000 Daniele Lombardi che è arrivato secondo quest’anno, mentre per il futuro, secondo me i più promettenti al momento sono Stefano Nari e Carmine Sullo.
Fotografia a cura di Denis Pian