Quando si discetta del valore dei piloti, per alcuni di loro si tende ad attribuire i loro risultati, specie se eclatanti, non già al loro talento quanto a più o meno presunti vantaggi derivanti dai soldi del papà o quantomeno dal “peso” e dalle conoscenze del genitore.
Come esempi classici di questa “categoria” possiamo citare Mike Hailwood, figlio di un facoltoso commerciante di moto e perciò non solo ricco ma anche ben introdotto nell’ambiente, e da Valentino Rossi il cui padre, Graziano, è stato un valente pilota e perciò molto ben conosciuto nell’ambiente delle competizioni motociclistiche.
Ebbene, se è opinione di alcuni che non si può affermare che questi due talenti naturali avrebbero comunque vinto tanto, è però alquanto facile dimostrare che i privilegi non sono sufficienti a fare di un “figlio d’arte” un campione; due esempi eclatanti, in negativo, sono sicuramente rappresentati da Leon Haslam, figlio di Ron “rocket”, e Karel Abraham, figlio del facoltoso proprietario del circuito di Brno nonché dello stesso Team che affida le moto al figlio. Anche il figlio di Wayne Gardner, Remy, nonostante cotanto padre non mi sembra che abbia combinato granchè, almeno fino al momento in cui scrivo.
Il vero privilegio che potremmo attribuire ad Hailwood e Rossi è la “facilità” con cui sono riusciti ad entrare nell’ambiente delle corse mentre, al contrario,non possiamo escludere che in giro per il mondo ci sia qualche talento inespresso.
Da questo punto di vista Max Biaggi è l’esatto esempio opposto essendo arrivato a scoprire il proprio talento quasi per caso.