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Prova Mini Cooper SD 5 porte: c’è più spazio nel mondo di Mini
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Prova Mini Cooper SD 5 porte: c’è più spazio nel mondo di Mini

Gennaio 8th, 2016 Marco Lazzari MINI, Test Drive e Prove

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Nel corso della Primavera del 2015, avevamo avuto modo di provare Mini Cooper 3 porte in versione turbodiesel attraverso un test drive di oltre 500 km: la stessa percorrenza che ci ha permesso oggi di conoscere meglio anche la sorella maggiore.

Parliamo quindi sempre di Mini ma questa volta con due portiere in più, spazio vero per quattro persone e una motorizzazione di prima classe con un’unità a gasolio (turbo) da 170 cavalli di potenza.IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 48

La MiniCooperSD in prova, si presenta con le caratteristiche principali:

  • Cilindrata 1.995cc
  • Alimentazione a Gasolio
  • Cambio automatico a 6 rapporti (con funzione sequenziale a scelta dell’utente)
  • Numero cilindri e disposizione 4 in linea (4 valvole per cilindro)
  • Trazione anteriore
  • Potenza 125 kW (170 cv) a 4.000 giri (Euro 6)
  • Coppia 360 Nm a 1.500 giri
  • Velocità massima 223 km/h
  • Accelerazione da 0-100 km/h in 7,4 secondi
  • Consumo medio: 4,3 l / 100 km (dichiarato)
  • Lunghezza 401 cm, larghezza 173 cm (193 cm inclusi gli specchietti retrovisori), altezza 142 cm
  • Capacità bagagliaio 278 litri espandibili a 719
  • Massa 1.305 kg (a vuoto)

Test Drive Tour:

  • Nazione: Italia
  • Regione: Lombardia
  • Partenza: San Donato Milanese (MI) presso la sede di BMW Mini Italia
  • Arrivo: Sant’Angelo Lodigiano e, successivamente Monza (MB)
  • Km: 82,4

Partenza dalla sede BMW/Mini con ingresso sulla tangenziale Est di Milano, direzione sud su autostrada A1, verso Bologna. Uscita Lodi per raggiungere il comune di Sant’Angelo Lodigiano dove abbiamo ambientato gli scatti. Rientro in direzione Monza dopo aver ripreso la A1 e la Tangenziale Est di Milano.

ESTERNI:

Le dimensioni dell’auto rimangono compatte nonostante il passo della vettura sia cresciuto di 7 centimetri in lunghezza (per ricavare maggior spazio dedicato ai passeggeri posteriori) e di 16 centimetri nel corpo vettura (per far posto alle portiere posteriori).

L’impatto visivo esterno é comunque simile a quello che si prova di fronte al modello a tre porte, l’identità di Mini non è stata snaturata.

IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 46  IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 45 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 50

In questa versione “Cooper” dotata di molti optional estetici, la figura generale richiama molto uno stile “racing”, a partire dai cerchi con finitura nero lucido da 17 pollici con gommatura 205/45/R17, passando dalle strisce “bonnet” sul cofano motore che sembrano fondersi con la mascherina frontale divisa in tre sezioni; quella più bassa è raccordata al paraurti con due prese d’aria cromate che ricordano il raffreddamento dei freni delle auto da corsa.

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I particolari rifiniti con nero lucido si ritrovano anche negli specchietti retrovisori, nel tetto e nello spoiler posteriore.

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L’altro elemento di spicco è dato dalla cromatura presente nelle bordature dei vetri laterali, nei raccordi delle mascherine anteriori e posteriori, nei contorni dei fari, nel badge posteriore per finire poi con il doppio scarico centrale anch’esso cromato, stessa scelta di stile anche per il tappo di chiusura del serbatoio e delle maniglie delle portiere.

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IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 43 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 26 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 52 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 47

Design che rimane quindi pieno del DNA di Mini senza allontanarsi dallo stile che ha rappresentato il successo di questo marchio rinnovato all’inizio degli anni 2000 da colosso bavarese BMW.

INTERNI:

L’accostamento nero lucido/cromato si ritrova anche negli interni: saliti a bordo troviamo continuità nelle scelte stilistiche con l’aggiunta del nero opaco per plancia, rivestimenti e sedili.

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Una volta seduti comodamente sul sedile guidatore (regolabile in altezza, con gradevoli inserti in simil pelle e possibilità di regolare anche la seduta delle gambe) troviamo posto di fronte ad una strumentazione molto originale, che é anche un netto cambio rispetto al passato del marchio.

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In questa terza serie di Mini la strumentazione ha finalmente trovato una collocazione moderna e di buon senso: il tachimetro sulla plancia centrale in formato maxi è sparito per venir finalmente raggruppato davanti al guidatore assieme a contagiri, computer di bordo e spie livello carburante (quasi in stile motociclistico).

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Appena sopra la chicca: un “head–up display” che proietta a filo parabrezza/strada informazioni come velocità, indicazioni di svolta provenienti dal navigatore, tracce audio o stazioni radio selezionabili, velocità di crociera o massima impostata.

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I puristi del passato di Mini storceranno il naso ma in fatto di sicurezza di guida non si scherza.

Le informazioni principali sono ora a portata di “occhio” e non ci si distrae più anche solo per verificare la velocità di marcia o le spie di indicazione.

Il completamento di quanto sopra arriva dal volante a tre razze (regolabile in altezza e profondità e con cuciture rosso “racing” su rivestimento in simil pelle) che riporta i comandi di selezione velocità e di infotainment rispettivamente sulla razza di sinistra e su quella di destra.

Il tutto ci fa sentire immersi nella guida di Mini con gli occhi ben sistemati sulla strada davanti a noi.

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Ci spostiamo al centro dove un ampio schermo LCD in formato 16:9 raggruppa tutte le funzioni della vettura. radio, mp3, navigatore, computer di bordo, chiamate tramite Bluetooth, lettura sms e e-mail, connessione al mondo Mini per informazioni o assistenza, impostazioni vettura.

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Attorno ad esso un anello semicircolare dotato di luci LED che fornirà delle risposte luminose/colorate ogni volta che andrete a modificare delle impostazioni: è una sorta di “feedback” visivo per avere in maniera chiara ed immediata una risposta ai cambi effettuati, ad esempio, di temperatura del climatizzatore (blu temperatura fresca, rossa calda) o allo stile di guida tenuto (verde se starete guidando accorti, rosso se starete consumando troppo guidando molto allegramente).

E’ una bella idea aver inserito questo metodo visivo di comunicazione tra vettura e utente che per fortuna può anche venire disattivata: soprattutto nelle ore serali tanta luminosità all’interno dell’abitacolo risulta comunque fastidiosa ed è motivo di distrazione. Alla lunga, finito l’effetto novità, forse anche noiosa.

Scendiamo e ci allontaniamo da questa zona per trovare dei pratici tasti di memorizzazione stazioni radio, volume e spegnimento del sistema audio.

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Appena sotto i comandi del climatizzatore bi–zona, ancora più in basso i tasti delle funzioni extra come lo sbrinamento rapido di parabrezza e lunotto, il raggiungimento rapido della temperatura impostata e quello del ricircolo aria.

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Ancora più in basso, i tasti diventano ora delle levette di selezione (in stile aeronautico anni ’40-’50) per attivare/disattivare la funzione “stop&start“, l’apertura/chiusura dell’head-up display e infine quella di accensione/spegnimento del motore.

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Appena sotto presa accendisigari/12V, porta USB e ingresso audio da 3,5 millimetri.

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Arriviamo al tunnel centrale dove troviamo la leva del cambio automatico (con funzione sequenziale, peccato non siano presenti i pad al volante) contornata da una corona di selezione per le tre anime di Mini: Sport, Green e Normal (quest’ultima una via di mezzo tra le prime due).

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Basta un click e Mini si trasforma potendo scegliere tra consumi “verdi” o anima sportiva, o una compromesso tra le due.

Appena dietro, a fianco della leva del freno a mano, un joypad/joystick con corona di selezione e vari pulsanti fisici per comandare tutte le funzioni presenti all’interno del computer di bordo.

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Li avremmo preferiti invertiti così da non avere la leva del freno a mano sempre tra utente e joypad.

E’ anche presente un bracciolo centrale porta oggetti che purtroppo non memorizza la posizione desiderata: ogni volta che tirate il freno a mano va risistemato, inoltre obbliga ad una posizione non proprio comodissima quando si vuole utilizzare il joypad.

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A parte quindi qualche pecca costruttiva e di concetto nella scelta dei particolari globalmente lo stile Mini non tradisce nemmeno una volta a bordo.

Lo stile é unico e se date una controllata al catalogo accessori anche molto personalizzabile.

La scelta dei materiali discreta/buona pur non risultando un’auto di lusso negli interni. Sembra un compromesso tra sportività, stile giovanile e originalità.

Diversi i vani portaoggetti.

Lo stile passa anche dai particolari secondari come le bocchette di aerazione, i comandi (in plastica) cromata degli alzacristalli elettrici, la pedaliera in alluminio o la plafoniera luci abbinata allo specchietto retrovisore che riprende lo stile di tutti i pulsanti/levette presenti in abitacolo.

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Originale anche la possibilità di scegliere una decina abbondante di sfumature colore per l’illuminazione dell’abitacolo (zona piedi, tasche portaoggetti delle portiere) anche se, come detto per l’anello LED presente in plancia, alla lunga stanca.

BAGAGLIAIO:

Il bagagliaio ha leggermente beneficiato della maggior lunghezza di questa versione a cinque porte.

Due trolley o una spesa settimanale al supermercato si caricano senza problemi e se serve ancora più spazio si possono abbattere i sedili posteriori con frazionamento 1/3-2/3.

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MOTORE:

L’unita turbodiesel da 1,9 litri muove la vettura in maniera corposa e costante pur non risultando un motore brillante e “tirato” con brio sportivo.

Anzi, a bassi regimi risulta un po’ fiacco e solo dopo i 2.000 giri/minuto inizia a divertire.

IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 75Anche in modalità “Sport” non stiamo guidando una vettura da corsa e questa scelta si fa apprezzare soprattutto nei viaggi: l’abbinamento con il cambio automatico regalerà una guida molto rilassata e piacevole, se avremo bisogno di effettuare dei sorpassi dovremo solo premere sull’acceleratore e lasciare che la buona coppia motrice faccia il resto.

Abbinato al sistema “stop&start” beneficia di qualche punto di risparmio in fatto di carburante.

Ma rispetto ai consumi dichiarati dalla casa siamo lontanti nell’uso reale: nel combinato il computer di bordo segna 6,6 litri per 100 km percorsi (abbiamo scelto la modalità “Green”).

In fase di decelerazione e frenata Mini recupera l’energia ottenuta in fase di rilascio per accumularla nelle batterie supplementari e restituirla poi ai vari dispositivi elettrici attivi quando il motore si spegne nei momenti in cui la vettura é ferma e in folle.

Se rimarrete molto leggeri sull’acceleratore scenderete a 5 litri per 100 km ma i 4,3 dichiarati ci sembrano più che altro frutto del metodo di misurazione scelto dall’ente che supervisiona questo aspetto per tutte le case automobilistiche. Molto irreale.

Motore molto ben ordinato, ci fa piacere sottolinearlo, anche sotto al cofano (con sollevamento a pistoncini idraulici e senza classica asta di blocco/sicurezza, davvero comodo) dove i vari componenti trovano posto in maniera molto accessibile.

ALLA GUIDA:

Ricorda la sorella a tre porte: divertente e immediata nei cambi di direzione anche se leggermente meno “go-kart-feeling” una volta abituati alle reazioni del corpo vettura.

La massa e la lunghezza superiore del passo-ruote della cinque porte si apprezzano soprattutto nelle curve ad ampio raggio dove la sensazione di aderenza raggiunge un ottimo livello e anche la tenuta laterale dei sedili aiuta a godere appieno di questo in fatto di sicurezza in strada.

Di fatto è meno nervosa rispeto alla sorella più “corta” e meno spaziosa.

Peccato per la rumorosità a velocità autostradale (130km/h) e nei passaggi sui dossi o sui fondi sconnessi: bisogna alzare la voce in una conversazione con i passeggeri oppure alzare il volume della musica.

Globalmente la guida é leggermente più “pigra” rispetto alle attese normalmente offerte dal concetto di guida Mini.

Si viaggia comodi in quattro persone, i passeggeri posteriori non sono più sacrificati nello spazio con gambe e testa come nel modello a tre porte, anche se in caso di trasporto bagaglio qualche sacrificio va fatto: quattro trolley, per quanto piccoli, ci stanno a fatica e ci si deve ingegnare un po’ nella sistemazione. Magari dovendo rimuovere la cappelliera.

Visibilità generale discreta ma come in tutte le Mini non aiuta la forma del parabrezza (basso e stretto) e dei montanti che risultano sempre in mezzo alla vista nelle svolte più strette.

IN CONCLUSIONE:

I circa 39.000€ di listino pur con tutto lo stile, gli optional e l’originalità che solo Mini offre, non sono certo un prezzo economico. E quì si paga tanto il marchio, la possibilità di personalizzazione e l’originalità delle scelte.

A parità di cifra spesa, il mercato dell’auto offre berline full optional con molto più spazio a disposizione, con consumi ridotti (al confronto) e anche con optional di sicurezza e comfort che quì mancano (pensiamo ai vari sensori/radar anticollisione frontali o ad una “banale” telecamera posteriore in fase di posteggio presenti su vetture a meno di 20.000€ di listino). Il punto però è che non sono delle “Mini“. Chi sceglie Mini sa perchè e sa cosa vuole.

Un’auto che deve assolutamente distinguersi dalle altre, in un interessante gioco di estetica, design, moda e contenuti di intrattenimento che solo una Mini può offrire.

IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 73 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 722 IOR_TestDrive_MiniCooperSD_article 74

– Test driver: Marco Lazzari
– Prova: Mini Cooper SD 5 porte
– Tour: San Donato (MI), Sant’Angelo Lodigiano (LO), Monza (MB)
– Collaborazione: Mini/BMW Italia

              
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Marco Lazzari

Nato a Pavia, appassionato da sempre di Motorsport e dintorni. Pilota di F.Junior in una vita precedente. Non disdegna i simulatori ma in pista è tutta un'altra storia. Oggi musicista e runner convinto dentro ad un paio di Nike 5.0. Sempre alla ricerca dello scatto perfetto anche al "volante" di una Canon Eos 7D.

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