Per ricordare il personaggio di cui parliamo ci affidiamo alle sue stesse parole:
“Mi ritengo un uomo molto fortunato, dopo aver passato oltre un quarto di secolo a lavorare sulle motociclette più esclusive e titolate al mondo, ho avuto la possibilità di realizzare delle motociclette con il mio nome. Il restauro delle vecchie MV mi tiene legato al passato, la realizzazione dei nuovi modelli e’ il legame del passato con il futuro. Molti clienti diventano buoni amici e questo mi fa sentire attorniato da una grande famiglia che cresce ogni volta che viene realizzato un nuovo modello” .
All’alba del 2 dicembre 2015, dopo una lunga malattia, si è spento all’età di 90 anni Arturo Magni, uno dei personaggi leggendari di quel periodo del motociclismo ricordato come “I giorni del coraggio”.
Magni è stato l’uomo che ha diretto il reparto corse della MV Agusta consegnando moto vincenti a piloti prestigiosi quali Hailwood, Hocking, Provini, Read, Sandford, Surtees, Ubbiali ma anche Bandirola, Bergamonti, Bonera, Graham, Grassetti, Mendogni, Pagani, Toracca, Venturi; ma indubbiamente il “suo” pilota è stato Giacomo Agostini.
Sotto la sua direzione le moto ed i piloti della MV Agusta nell’arco di circa 25 anni hanno conquistato l’incredibile cifra di 75 titoli mondiali (38 piloti e 37 Costruttori), 275 Gran Prix, 35 vittorie al TT, 28 campionati italiani.
Alle doti tecniche si accompagnavano il fiuto nell’individuare i piloti vincenti da proporre al Conte Agusta e la capacità di gestirli, specie quando in squadra erano presenti due o più galletti.
Era entrato alla MV nel 1950 e ne uscì nel 1976, quando la MV si ritirò dalle competizioni e smise di costruire moto. Per Magni si prospettava l’alternativa di passare alla Agusta elicotteri, ma decise di mettersi in proprio per fondare, insieme ai figli Giovanni e Carlo, una azienda per la costruzione di motociclette con ciclistica ed estetica originali. All’inizio l’attività si concentrò sulla produzione di pezzi speciali per l’elaborazione delle MV stradali, in particolare kit per aumentare la cilindrata o per trasformare a catena la trasmissione originale a cardano; poi selle, carene e, successivamente, addirittura un telaio progettato ex novo. Negli anni ‘80 Magni inizia anche a lavorare su moto di altri Costruttori (Honda, BMW, Moto Guzzi e Suzuki). Negli ultimi anni l’attività era passata interamente nelle mani del figlio Giovanni, ma Arturo era sempre presente in azienda e non faceva mancare il proprio contributo.
Arturo Magni, nato Usmate Velate (Milano, dieci chilometri a nord di Monza) il 24 settembre 1925, alle moto c’era arrivato per caso nel 1947, grazie a Ferruccio Gilera, figlio del commendator Giuseppe, che lo aveva segnalato a Piero Remor.
Il progettista della Gilera 500 aveva chiesto un meccanico giovane da indirizzare all’assemblaggio del complesso 4 cilindri bialbero. Ferruccio Gilera conosceva Magni, che all’epoca lavorava alla Bestetti Aeronautica di Arcore, perché condividevano la passione per gli aeromodelli.
L’esperienza in campo meccanico di Magni, la cui passione iniziale era l’aeronautica, era maturata in piena guerra riparando motori dei caccia italiani ed apprendendo così le finezze tecniche dell’ingegneria, dell’aerodinamica, della meccanica e dei materiali leggeri.
Nel 1949 Remor passò alla MV e un anno dopo volle con sé Magni.
Ben presto Magni diventò capo meccanico prima e poi direttore del reparto corse sotto la supervisione di Domenico Agusta diventando così l’uomo di fiducia del Conte nonché il boss del reparto corse-bunker situato nella brughiera varesina di Cascina Costa.
Gli appassionati saranno sempre grati ad Arturo Magni per i trionfi che con il suo apporto, sono arrivati alla MV Agusta ed al motociclismo nazionale.