L’Africa Twin è stata per Honda un modello importante, commercializzata alla fine degli anni 80 sulla scia dei successi ottenuti alla Parigi Dakar con la NXR 750, è stata apprezzata da tanti motociclisti per la sua capacità di affrontare ogni sorta di viaggio su qualsiasi tipo di terreno.
Aggiornata nel corso degli anni fino al 1996 è rimasta poi immutata a causa del calo di interesse per il segmento a cui apparteneva fino alla sua uscita di produzione nel 2002. A dispetto della lunga assenza è però rimasta nel cuore di tanti appassionati, nonostante il progressivo affermarsi delle maxienduro che negli ultimi anni si sono sviluppate fino agli attuali ipertrofici modelli.
La casa dell’ala dorata, intercettando la richiesta di una parte dell’utenza che non si riconosce in questa evoluzione in senso stradale e muscolare della categoria, ha portato avanti un’idea alternativa che guarda al futuro senza rinnegare il passato ed ha cosi realizzato la CRF1000L Africa Twin.
La moto è spinta da un motore bicilindrico parallelo da 998 cc raffreddato a liquido con manovellismo a 270° e distribuzione unicam a 4 valvole per cilindro ed eroga 95 Cavalli a 7500 giri con una coppia massima di 98 Nm a 6000 giri. Il Cambio è a sei rapporti manuale o a doppia frizione DCT, mentre la ciclistica conta su di un telaio in acciaio con sospensioni Showa pluriregolabili.
Le ruote hanno misure “fuoristradistiche” con cerchi a raggi da 21”all’anteriore e 18” al posteriore e la frenata è affidata ad un impianto a triplo disco con all’anteriore pinze radiali. Ricordiamo inoltre che è possibile scegliere fra tre versioni: una con cambio manuale completamente priva di assistenza elettronica; con cambio manuale, abs e controllo di trazione ed il top di gamma con il DCT.
Con l’occhio dell’utente appassionato, proviamo a descrivere le nostre impressioni dopo averla vista e toccata con mano al trascorso Salone Mondiale del Motociclo di Milano.
Premesso che l’estetica di un veicolo è sempre un opinione molto personale, dobbiamo ammettere che la nuova Africa Twin pur non presentando particolari rivoluzioni, ha una linea accattivante che evoca l’idea di moto “all terrain”. Nella vista frontale la moto appare alta sulla ruota anteriore con una sagoma abbastanza stretta, nonostante il motore frontemarcia.
Il cupolino con plexiglass fisso privo di regolazioni è caratterizzato dal doppio faro che facendo leva su di un effetto nostalgia (particolarmente evidente nella colorazione Africa Twin Tricolour) rimanda al “family feeling” delle storiche antesignane. Stesso discorso per la vista laterale che offre una sensazione di leggerezza solo leggermente “sporcata” dal voluminoso silenziatore di scarico. Chiariamo un punto, quando parliamo di sensazione di leggerezza questo non significa che la moto sia sottodimensionata, ma che ormai siamo assuefatti alla sovrabbondanza che offrono le altre realizzazioni del segmento.
La vista posteriore con il codino alto che termina con il gruppo ottico sovrastato dal portapacchi è abbastanza scontata ed è dominata dallo sporgente portatarga in plastica nera.
Le finiture sono di buon livello, è difficile riscontrare accoppiamenti delle plastiche imprecisi o particolari a vista mal rifiniti. La posizione del pilota in sella è buona non troppo “dentro” ne Troppo “sopra” la moto, le ginocchia trovano posto tranquillamente nelle svasature del serbatoio. Ottima l’ergonomia dei comandi agevolmente a portata di mano e di piede, anche se abbiamo notato che la versione manuale ha la leva frizione senza regolazione della distanza.
Risalta l’affollamento degli inediti blocchetti elettrici, in particolare quello sinistro della versione DCT. La strumentazione contenuta in un grosso cruscotto è completamente digitale con retroilluminazione ed offre informazioni in abbondanza. Anche il passeggero trova una porzione di sella abbastanza ampia e pedane comode che garantiscono un’ottima abitabilità anche nei viaggi in coppia.
In attesa di una prova completa per valutarne anche le qualità dinamiche, questa Africa Twin ci sembra un prodotto di sostanza, forte di un’immagine evocativa come poche altre, con il plus tecnologico dato dal sofisticato sistema a doppia frizione. Riteniamo che abbia tutte le carte in regola per colpire al cuore degli appassionati e di poter replicare il successo delle progenitrici.
Bentornata Africa Twin!