Quando si dice Porsche il pensiero va immediatamente alla 911 in tutte le sue coniugazioni aventi in comune il motore boxer 6 cilindri posteriore montato a sbalzo (cioè oltre l’asse delle ruote posteriori).
In realtà oggi questo assioma non è confermato dalla attuale gamma della casa di Stoccarda che annoverare 6 modelli (Boxster, Cayman, 911, Macan, Cayenne, Panamera) che offrono le configurazioni più varie di motori e di disposizione degli organi meccanici.
In particolare la Boxster e la Cayman sono caratterizzate dalla disposizione del motore in posizione posteriore/centrale (cioè all’interno dell’asse delle ruote posteriori) ma, contrariamente a ciò che molti credono, non sono questi i primi modelli prodotti dalla Porsche con questo schema meccanico che, a quei tempi, era adottato prevalentemente sui modelli da competizione.
Nella prima metà degli anni Settanta venne infatti prodotta con questa caratteristica disposizione degli organi meccanici la VW-Porsche 914.
A quel tempo la Casa tedesca aveva infatti deciso di realizzare un nuovo modello di auto con questa impostazione da affiancare alla 911 con l’obiettivo di attrarre un pubblico più ampio offrendo un’auto più moderna e ad un prezzo interessante.
La 914 nacque dall’incontro di due esigenze apparentemente opposte: mentre la Porsche era interessata ad un modello economico che rimpiazzasse la quasi fallimentare 912, che era in pratica una 911 dotata del motore 4 cilindri 1.600cc della vecchia 356, in contemporanea la Volkswagen era alla ricerca di una sostituta più moderna e più sportiva della Karman Ghia (che altro non era che un Maggiolino rivestito con una carrozzeria coupè).
Nacque così una joint venture tra le due case per la realizzazione di una vettura che potesse ospitare indifferentemente un propulsore Volkswagen o Porsche, montato appunto in posizione centrale-posteriore secondo le tendenze più attuali. Nel 1966 venne perciò costituita la società VW-Porsche Vertriebsgesellschaft mbH con sede a Ludwigsburg.
La Porsche si occupò della progettazione di telaio e sospensioni mentre il design, sviluppato sulla base di un progetto proposto dallo studio Gugelot , venne affidato alla carrozzeria Karmann che avrebbe curato anche l’assemblaggio.
La vettura, presentata nel settembre del 1969 al Salone di Francoforte, aveva un’originale carrozzeria con tetto rigido asportabile e un robusto roll bar, identificata come tipo “targa” in omaggio alle ripetute vittorie della casa tedesca alla Targa Florio.
Era caratterizzata dai due posti secchi e dalla disponibilità di due bagagliai, uno anteriore e l’altro posteriore dove era possibile riporre il tetto rigido una volta rimosso.
Le motorizzazioni disponibili erano due, entrambe boxer con raffreddamento ad aria. La versione base (914/4) montava il 4 cilindri Volkswagen di 1.679cc della Volkswagen 411 mentre la versione Porsche (914/6) montava il 6 cilindri da 2 litri della 911T.
La meccanica presentava sospensioni a 4 ruote indipendenti con barre di torsione (quelle anteriori derivate dalla 911), cambio a 5 marce e freni a disco sulle 4 ruote.
Dal 1970 venne reso disponibile a richiesta lo Sportomatic, un cambio manuale a quattro rapporti con frizione automatica con il quale furono però assemblati pochissimi esemplari.
Nel 1972 la Volkswagen, delusa dallo scarso successo della vettura che risultava troppo costosa per una VW pur sportiva, si ritirò dalla joint-venture concedendo alla Porsche la fornitura dei propri motori 4 cilindri.
La 914 2.0, il Model Year 1972 che sostituita la 914/6, perdeva così il 6 cilindri che veniva rimpiazzato da un 4 cilindri di derivazione VW ancora di 2 litri ma che erogava appena 100 CV. Nel 1973 veniva affiancata dalla 914 1.8, a sua volta sostituta della 914/4, che beneficiava di un incremento di cilindrata da 1.679cc a 1.795cc per una potenza di 85 CV.
Ma la 914, che appariva troppo economica per una Porsche e in più pagava lo scotto di prestazioni non esaltanti per una sportiva, fu prodotta in soli 118.798 esemplari uscendo dal listino nel 1975, rimpiazzata dalla Porsche 924, una vettura con motore anteriore 4 cilindri in linea e trazione posteriore, completamente differente dalla 914.
La vera erede della 914, con motore in posizione centrale, arriverà solo nel 1996 con la Boxster.
Le altre versioni
Nel 1973 fu realizzata una versione più performante, la 916, equipaggiata con il 6 cilindri boxer da 2,4 litri della 911S. Ma la diretta concorrenza con la 911 ed il costo elevato della 916 convinsero la dirigenza Porsche a non immetterla a listino e così ne vennero prodotti solo 11 esemplari di pre-serie. Nove di queste 11 vetture furono equipaggiate con il boxer 2,4 litri da 190 CV che spingeva la vettura ad oltre 230 km/h; le altre due furono allestite con il più potente motore della 911 Carrera RS da 2.700cc che erogava 210 CV con il quale la 916 poteva toccare i 250 km/h. A livello telaistico la 916 beneficiò di alcune migliorie quali il tetto asportabile saldato alla carrozzeria per aumentare la rigidità torsionale della scocca e la carrozzeria allargata di 4 centimetri per ospitare pneumatici di dimensioni maggiori.
Una ulteriore elaborazione della 914 fu la 914/8 prodotta in due soli esemplari.
Uno primo esemplare, costruito nell’ottica di un impiego agonistico, venne equipaggiato con il boxer 8 cilindri 3 litri da 310 CV della 908 vincitrice del Campionato Mondiale Sport/Prototipi del 1968 e del 1969. Il corpo vettura differiva dalla versione di serie per alcuni dettagli, il più appariscente era rappresentato dalla forma dei fari anteriori. Anche in questo caso, come per la 916, il tettuccio asportabile venne saldato alla carrozzeria. La 914/8 però non scese mai in pista, se non per svolgere collaudi. Il secondo esemplare della 914/8, concepito per un uso prettamente stradale, venne approntato con il motore depotenziato a 260 CV. Verniciata color argento, come le auto tedesche da competizione, fu omologata per la circolazione stradale e data in omaggio a Ferry Porsche in occasione del suo sessantesimo compleanno.
Ebbe invece un seguito nelle competizioni la 914/6 GT, costruita in 12 esemplari, con motore a doppia accensione potenziato a 210 CV. Nel 1970 finì sesta assoluta e prima della classe GT fino a 2 litri alla 24 ore di Le Mans con i piloti Guy Chasseuil e Calude Ballot-Léna.
Come abbiamo già ricordato nel 1975 la 914 usciva di scena.