Grazie alla collaborazione con Mitsubishi Motors Italia, iniziata a Giugno con la prova del cross-over Outlander, torniamo a parlare di vetture giapponesi e lo facciamo con la piccola della gamma del colosso di Minato (Tokyo).
La storia del modello Space Star nel nostro paese cambia pelle dal 2012: dopo esser stato un veicolo MPV (Multi Purpose Veichle, una sorta di piccola monovolume) consolida ora la sua posizione nel mercato come “citycar” dai contenuti privi di fronzoli e una vocazione legata all’economia di esercizio.
Partiamo con i dettagli della scheda tecnica che abbiamo provato in allestimento “Intense“:
- Cilindrata 999 cc
- Alimentazione motore benzina
- Potenza massima 52 KW (71 Cv) a 6.000 giri (Euro 6)
- Cambio manuale a 5 marce + retromarcia
- Numero cilindri 3 e disposizione in linea (12 valvole)
- Trazione anteriore
- Velocità massima 172 km/h
- Accelerazione da 0-100 km/h in 13,6 secondi
- Consumo medio di 20 km/l (rilevato con sistema “Stop&Start” attivo)
- Lunghezza 370 cm; larghezza 166 cm; altezza 150 cm
- Capacità bagagliaio di 235 litri (espandibili a 912)
- Massa 1.290 kg
Test Drive Tour:
Nei quindici giorni di test abbiamo percorso quanto più possibile tratti cittadini per verificare l’effettiva natura economica della vettura in fatto di consumi, al contempo abbiamo percorso un lungo tratto da Milano fino al comune di Perego (in provincia di Lecco) che é divenuto lo scenario perfetto per scatti fotografici e per una prova più impegnativa per una vettura “piccola” alle prese con tratti statali e salite in zone collinari.
- Nazione: Italia
- Regione: Lombardia
- Partenza: Milano
- Arrivo: Perego (LC)
- km: 55 di distanza per un totale di 690 km percorsi di test
INTERNI:
Entriamo in Space Star a mani libere grazie al sistema “keyless” con chiave elettronica: una volta entrati ci sediamo al posto di guida potendo trovare una posizione comoda (anche per i guidatori alti, test driver con altezza di 1m e 85cm) grazie alla regolazione in altezza del sedile (disponibile anche per il passeggero).
Anche il volante è regolabile in altezza, peccato però che non lo si possa sistemare anche in profondità: nella posizione più alta lascia leggere benissimo il quadro strumenti ma una volta alla guida non facilità al massimo la posizione delle mani nella classica impostazione “9 e 15” e non é dotato degli oramai classici comandi di volume e “mute” per l’autoradio.
Davanti a noi il cruscotto è essenziale con contagiri, tachimetro con computer di bordo e un set di tre spie (sono foglie verdi stilizzate, fanno parte dell’EcoDriveSystem) illuminate ad indicare il consumo di carburate istantaneo in base allo stile di guida.
Sul bracciolo di sinistra i quattro comandi degli alzacristalli elettrici anteriori e posteriori (illuminato solo quello guidatore e con funzione automatica in apertura/chiusura) e, tra questi e il volante, i pulsanti per la regolazione degli specchietti retrovisori, del correttore assetto fari e dell’attivazione del sistema “Stop&Start“.
Presa confidenza con la posizione di questi primi comandi ci rivolgiamo alla plancia centrale dove troviamo la parte alta composta da autoradio, lettore cd ed mp3 (con presa audio AUX tramite jack da 3,5mm a fianco del lettore e presa USB nascosta nel cassettino porta oggetti) in questo allestimento con 4 casse audio (2 in più rispetto a quello denominato “Invite”)
Non ci sentiamo di annotare la porta USB “nascosta” come negativa…ma va interpretata: bello non avere in giro per l’abitacolo un dispositivo che potenzialmente distrae (c’é comunque un incavo tra cassettino e plancia per far passare almeno il cavo USB) ma solo se il concetto fosse stato accompagnato dai classici comandi sulle razze del volante e relativa connessione bluetooth (presenti solo nell’allestimento con motorizzazione da 1,2 litri cui si aggiungono nel pacchetto anche i pulsanti del controllo velocità).
Abbassiamo lo sguardo dove sotto l’autoradio trova posto l’efficiente climatizzatore automatico con funzione ricircolo e 7 velocità a disposizione. Quattro le bocchette di aerazione integrate nella plancia.
Andiamo ancora più sotto con lo sguardo nella zona dove trovano posto: una presa accendisigari da 12V, l’alloggiamento per la chiave elettronica (Space Star si avvia con il pulsante Start), diversi vani porta oggetti/bibite ed infine leva del cambio (rivestita in simil pelle come il volante) e il freno a mano.
Complessivamente un abitacolo comodo, spazioso, con plastiche di qualità sicuramente al di sopra della media delle citycar attuali. Gradevole l’illuminazione ambra-azzurro del cruscotto e la ben visibile indicazione del consumo correlato allo stile di guida. Tessuti di sedili e rivestimenti morbidi. Seduta di guida che non affatica nemmeno nei viaggi più lunghi anche se non impeccabile nel contenimento laterale.
ESTERNI:
Lo stile riconducibile alla cultura del paese del Sol Levante si vede fin dal primo sguardo e contribuisce a far distaccare Space Star da molte vetture europee di questa categoria: dove una vettura francese o tedesca farebbe di linee tese e aggressive il proprio pedigree, Mitsubishi risponde con linee morbide e sobrie ricordando a tratti vetture del passato automobilistico nipponico leader nel mercato delle vetture da città.
Ampi paraurti bombati frontali e posteriori e spoiler posteriore con terzo stop integrato regalano un senso di “protezione”, non mancano i fendinebbia anteriori che svolgono anche la funzione di luci diurne, così come i sensori crepuscolari/pioggia integrati nel parabrezza, ed infine, apprezzabili i finestrini posteriori oscurati. Cerchi in lega da 14 pollici con gommatura 165/65 (il modello con motore da 1,2 litri monta i 15” con 175/55) e indicatori di direzione laterali integrati negli specchietti retrovisori.
In generale linee pulite e femminili per un’auto che bada al sodo in fatto di contenuti senza dare troppo peso al lato prettamente estetico a discapito dei particolari funzionali.
BAGAGLIAIO:
E’ una piccola pensata per la città o come seconda auto: non per questo è priva di spazio di carico, anzi, a sedili posteriori abbattuti (totalmente o con soluzione 40/60) lo spazio per il carico non lascia delusi. Peccato solo per il paraurti posteriore più alto rispetto al piano di carico che costringe oggetti pesanti e/o voluminosi a venire caricati con uno sforzo ulteriori per superare la linea del paraurti. Fino a che sono sacchetti della spesa va bene.
MOTORE:
Una media di 20km con un litro di benzina verde é un numero davvero interessante. Anche strapazzando il motore non si riesce a scendere sotto i 15/16km per litro di carburante. Aiuta tanto anche il sistema Stop&Start che si attiva anche a motore freddo dopo pochi minuti dall’accensione. Interessanti le icone di suggerimento di cambiata poste all’interno del computer di bordo, assieme al tachimetro: purtroppo però sono molto piccole e di non facile lettura. Peccato, sarebbe bastato averle grandi almeno quanto le cifre del contachilometri per considerare tutto il sistema ben riuscito. A beneficio di consumi e ambiente.
Propulsore che regala tanta strada in economia ma che di contro non spicca per ripresa, accelerazione e brio in generale. E’ un motore a corsa lunga che fa del risparmio il suo punto di forza e l’abbinamento con un cambio manuale a cinque marce, ben spaziate, con innesti a corsa medio lunga mortifica qualunque velleità sportiva.
Se il budget ve lo permette il suggerimento é di acquistare la versione con sistema bi-fuel avente l’aggiunta dell’impianto GPL: i consumi diventano ancora più bassi anche se ovviamente, per chi cerca un po’ di brio, è possibile passare alla versione con motore da 1.200cc che apre le porte anche al cambio automatico. Il motore più “grande” regala uno spunto più allegro e diventa utile in una fase di sorpasso o quando si viaggia a pieno carico e con climatizzatore acceso.
ALLA GUIDA:
Vettura dalla guida morbida, comoda in marcia e ben insonorizzata. Peccato per qualche rumore di troppo su sconnessioni, pavet o dissuasori cittadini.
Un po’ accentuato il rollio laterale e l’inclinazione in curva se si affronta un cambio di direzione con un po’ di spavalderia ma è lo scotto da pagare per avere un’auto confortevole nella maggior parte dei tratti di strada.
Volante leggerissimo, soprattutto in fase di posteggio, ed insistendo con il fondo corsa si riesce a muovere Space Star davvero in uno spazio limitato. Nei posteggi più critici é un aspetto che apprezzerete tanto. Non ci risultano previsti sensori di posteggio posteriori, nemmeno optional.
IN CONCLUSIONE:
Il prezzo di listino di questo allestimento “Intense” parte da 13.550€. E’ una versione full-optional che se acquistata con motore da 1,2 litri arriva ad avere tutti gli accessori disponibili (come detto bluetooth, cruise control, cerchi in lega da 15 pollici). Esiste anche l’opzione con cambio automatico (solo con il 1,2l) per i più pigri nell’uso in città.
In generale va considerata come auto da città votata al risparmio in fatto di carburante, economie di esercizio e mobilità facilitata da misure esterne contenute (non a discapito dell’abitabilità interna, almeno per due persone) e agilità nei cambi di direzione a bassa velocità e in fase di manovra.
Non economica nel prezzo anche se è in corso la promozione con 5 anni di garanzia inclusi e uno sconto di ben 2.450€ sul modello base che porta il prezzo di acquisto a 9.450€ rinunciando a qualche optional ma non al risparmio una volta in marcia.
Nello sceglierla si va a sposare una filosofia automobilistica rivolta ai contenuti e meno all’estetica pura come siamo abituati soprattutto con i marchi europei.
– Test driver: Marco Lazzari
– Prova: Mitsubishi Space Star
– Tour: Milano/Perego (LC)
– Collaborazione: Mitsubishi Motors Italia