La rinascita di un glorioso marchio.
Probabilmente non tutti conoscono la storia di questo prestigioso marchio; per ricordarne il ruolo che ha avuto nel Motomondiale ricordo questo emblematico aneddoto:
nel 1957 Soichiro Honda si rivolse al conte Giuseppe Boselli, l’anima della Mondial, per l’acquisto di una delle sue moto da competizione che avevano appena conquistato i titoli mondiali delle classi 125 e 250. L’intenzione di mr. Honda era quella di avere una Mondial come oggetto di studio per lo sviluppo delle proprie motociclette destinate a competere nel motomondiale.
Il Conte Boselli sportivamente gli fece recapitare una 125 Bialbero del 1956.
Oggi quella Mondial 125 si trova all’ingresso della Honda Collection Hall di Motegi come tributo all’aiuto che Mondial ha dato alla nascita delle Honda da Gran Prix.
Nel secondo dopoguerra la società dei conti Boselli, nata nel 1929 come produttrice di motocarri a marchio F.B. (Fratelli Boselli), si dedicò alla produzione di motocicli; inizialmente la produzione fu destinata solo all’impiego agonistico e assunse perciò la denominazione di FB Mondial prima e Mondial Moto in seguito.
Le Mondial da GP dominarono la classe 125 negli anni 1949, 1950 e 1951; dopo un periodo in ombra, nel 1957 conquistarono la doppietta in 125 e 250, prima di ritirarsi dalle competizioni a seguito del patto congiunto con Gilera e Moto Guzzi. La produzione di moto di serie non raggiunse mai numeri significativi e così alla fine degli anni ’70 la Mondial chiuse i battenti.
I Boselli hanno tentato di far risorgere il marchio tra il 1987 e il 1989, con una linea di moto sportive 125 e ancora una volta, a metà degli anni 1990, con una Supermono 560cc dotata di un motore KTM montato su un telaio Golinelli, ma entro la fine del 1990 il marchio venne nuovamente sospeso.
La MONDIAL del nuovo millennio
Nel marzo del 2000 l’imprenditore Roberto Ziletti rileva i diritti del marchio Mondial e fonda la Mondial Moto S.p.A.
A settembre dello stesso anno, all’INTERMOT, veniva esposta una prima concept bike; all’EICMA viene presentato il prototipo della PIEGA.
A marzo del 2001 il prototipo effettua cinque giri sul circuito di Valencia, davanti ad un pubblico di 35.000 spettatori, nell’intervallo fra le due manche della prima prova del campionato mondiale Superbike 2001.
La Mondial PIEGA 1000 è dotata del motore bicilindrico Honda VTR; l’esclusivo sistema di vendita prevedeva l’ordine tramite internet ed il pagamento tramite banca.
A novembre del 2002 fu consegnata la prima delle 22 moto prodotte.
In attesa del nuovo stabilimento di Arcore la produzione procedeva a rilento; a dispetto dei numerosi ordini, la produzione della Piega non decollò mai a causa di una organizzazione poco efficiente e dei problemi imprenditoriali di Ziletti. Nei primi mesi del 2003 subentrarono due investitori svizzeri: Daniel Alismeno e Rafael Alfonso.
In totale furono costruite solo 76 Piega in luogo delle 325 previste per il 2003 e delle 750 per il 2004.
L’avventura industriale non ebbe dunque fortuna e nel 2004 l’Azienda dichiarò fallimento.
Subentrò l’imprenditore anglo-americano Andrew Wright. Ma Wright ebbe problemi di natura fiscale e giudiziaria e così, nel 2005 l’azienda venne messa all’asta.
L’asta andò alla “V due” dell’industriale lombardo Piero Caronni che costituì la Società GRUPPO MONDIAL SRL che si occupava della commercializzazione dei ricambi e delle moto ancora invendute nonché dell’assistenza post vendita. L’attività produttiva non è mai ripartita.
Per concludere le vicende societarie della nuova Mondial: il 17 agosto 2006 Andrew Wright veniva condannato per contrabbando illegale, frode postale e false dichiarazioni mentre a novembre del 2012, il Tribunale di Monza condannava per bancarotta fraudolenta i due ex amministratori, Ziletti e Alismeno.
LA MOTO
I collaboratori più direttamente interessati alla progettazione della moto erano Nicola Bragagnolo per la parte tecnica e Sandro Mor per il design.
Inizialmente si trattò con la Suzuki per ottenere la fornitura dei motori della bicilindrica TL1000; ma poi la casa di Hamamatsu si tirò indietro e Ziletti riuscì ad ottenere la fornitura del motore Honda VTR SP-1.
Nel corso della presentazione Ziletti annunciò anche la partecipazione al mondiale SBK; i programmi sportivi della Mondial prevedevano la partecipazione alle ultime tre prove del 2001 e una presenza assidua nel 2002.
La PIEGA era una moto di impostazione decisamente sportiva: carenatura e sovrastrutture in carbonio; telaio in tubi di un esclusivo acciaio al cromo-vanadio saldato interamente a mano dotato di un originale sistema di regolazione dell’avancorsa. Le uniche modifiche apportate alla parte motoristica riguardavano centralina, airbox, scarico ed un diverso lay- out del sistema di raffreddamento.
Il perché del nome PIEGA: la singolare peculiarità (per quei tempi) di questa moto
L’innovazione tecnica di maggior rilievo consisteva in un inedito sistema di gestione elettronica del motore finalizzata ad evitare la perdita di aderenza in curva; allo scopo furono adottati due sensori che comunicavano continuamente alla centralina l’inclinazione della moto (praticamente una piattaforma inerziale); la centralina, appena percepiva un segnale di perdita di aderenza, agiva sulla mappatura dell’anticipo e dell’iniezione riducendo momentaneamente la coppia erogata finché non venivano ripresi angoli di piega (da qui il nome della moto!) riconducibili entro i margini di aderenza degli pneumatici. Il sistema sfruttava anche un sensore di scorrimento delle sospensioni.
In sintesi la Mondial fu la prima moto al mondo a variare i parametri della ECU (in particolare la curva di anticipo) in funzione della posizione dinamica della moto.
Al modello base seguiranno altri modelli che, a causa delle vicende aziendali, rimarranno tutte a livello di prototipo: la esclusiva Mondial EVO prodotta nel 2003 in soli due esemplari che si distingueva esteticamente dal modello base per la carenatura più rotondeggiante; all’EICMA di Milano del 2003 vennero presentate due naked: la RZ Nuda, praticamente una PIEGA spogliata della carenatura e la più sportiva Starfighter, una streetfighter derivata dalla PIEGA ma con alcuni accessori della EVO come le sospensioni integralmente Ohlins e le pinze freno radiali.
Nel 2007 venne presentata la PIEGA SPECIAL, una moto ancor più esclusiva: forcella Paioli studiata per la Superbike con steli da 46 mm con piedino in ergal, pinze freni Discacciati a quattro pistoncini e cerchi BST in carbonio. Sarà il canto del cigno della rinata Mondial.
La PIEGA nello sport
I primi test della Piega SBK si svolgono nel 2001; il pilota destinato a portarla in pista era Aaron Slight; ma lo sviluppo si rivelò laborioso e fino al 2003 vennero allestite 3 moto che faranno solo test privati.
Nel 2003 la Mondial partecipa al campionato mondiale di Endurance con il team privato X-One; i piloti sono Maurizio Bargiacchi e Andrea Perselli, proprietari del team..
Il debutto avviene nel mese di maggio alla 200 miglia di Imola e si concluderà con un ritiro; il miglior risultato sarà il 32esimo posto alla 8 ore di Suzuka.
Nel 2006 la nuova proprietà, la Vdue, ci riprova e durante l’anno il Team “L.M. Superbike” di Learco Ghelfi – il famoso meccanico di Giancarlo Falappa e Raimond Roche – sviluppa in pista due Piega SBK ma nel 2007, a causa del cambiamento dei regolamenti imposti dalla federazione si decide di accantonare ogni attività sportiva.