Peugeot è sempre stata famosa per le sue piccole GTI pepate e dal comportamento brillante. Chi non ricorda la mitica 205 GTI… Oggi la proposta è ancora più ampia ed il carattere brillante che si ricerca in una vettura compatta e sportiva lo si può ritrovare anche in questa compatta coupè della casa del leone. Una linea accattivante nasconde una meccanica di pregio con prestazioni che fanno impallidire auto dai nomi altisonanti.
Scheda Tecnica – Peugeot RCZ R
- Cilindrata: 1598 cc
- Alimentazione: motore benzina con turbocompressore
- Potenza massima:198 kW (270 CV) a 6000 giri/min
- Coppia massima: 330 Nm (33,6 kgm) a 1900 giri/min
- Cambio: manuale 6 rapporti+RM
- Numero cilindri e disposizione: 4 in linea trasversale
- Trazione:anteriore con differenziale autobloccante meccanico
- Velocità Max: 250 km/h
- Accelerazione da 0-100 km/h: 5,9 secondi
- Consumo medio: 6,3 l/100km
- Dimensioni: Lunghezza 428 cm; ;Larghezza 195 cm; Altezza 136 cm
- Capacità bagagliaio:321 l
- Massa:1280 kg
- Pneumatici: Goodyear Eagle F1 235/40-R19
Test Road & Track:
Si è trattato di un test ad alta velocità, svoltosi soprattutto in terra tedesca, con molti chilometri percorsi in Autobahn e sul temibile tracciato del Nurburgring. Nondimeno abbiamo goduto della piacevolezza di guida della nostra RCZ-R lungo i passi austriaci per finire quindi sulle colline romagnole, oltre ai necessari trasferimenti sulle autostrade italiane. Poco più di 3500km sono i chilometri percorsi in 15 giorni di convivenza con la leonessa francese.
- Nazione: Italia/Austria/Germania
- Partenza: Rimini
- Arrivo: Fernpass/Fussen/Adenau
- km: 1190 di distanza per trasferta Germania più ulteriori chilometri sui colli romagnoli per un totale di 3500 km percorsi
ESTERNI:
La linea della piccola francese è indubbiamente personale, con un tocco morbido ma deciso che la distingue nettamente dalla rivale di casa Audi, la TT. Il tetto ed il lunotto posteriore con la doppia bombatura costituiscono un vezzo stilistico di gran pregio, che rimanda a quanto proposto da Zagato fin dagli anni ’60. Fortunatamente la Peugeot non ha esagerato (come nel caso, ad esempio, della 207) con la dimensione del fregio della casa sulla calandra anteriore che quindi rimane affilata e con un chiaro intento sportivo, sottolineato dalla trama della griglia anteriore.
Strana la scelta del colore opaco a contrasto per i montanti superiori del tetto, il cui spessore definisce anche la vista di profilo dell’auto. Sul baule fa la sua comparsa un alettone fisso che prende il posto di quello retraibile in uso sul resto della gamma RCZ: le maggiori prestazioni della versione R hanno richiesto un diverso studio aerodinamico con la necessità di fornire una maggiore deportanza sull’asse posteriore. Particolari anche i fari anteriori, su questo modello in versione full xeno con funzione direzionale e parabole brunite, che rendono la vista anteriore ancora più aggressiva. Belli i cerchi ruota anche se una colorazione uniforme sarebbe stata, a nostro giudizio, preferibile.
Eleganti i fanali posteriori che aumentano il dinamismo della coda che esibisce, orgogliosamente, un paio di terminali cromati di grandi dimensioni, come è giusto che sia su un’auto con queste ambizioni. Assolutamente indispensabili e di serie sulla versione in prova, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori: le forme appuntite dell’auto non consentono di comprendere in pieno gli ingombri, creando qualche imbarazzo durante le manovre.
INTERNI:
Un minimo di agilità è richiesta per accomodarsi in questa auto che è pur sempre una coupè sportiva; eppure una volta superato lo scoglio di un accesso limitato in parte dalla linea del tetto piuttosto bassa, ecco che ci accoglie un interno molto confortevole e ben rifinito. In particolare, questa versione R è dotata di bellissimi sedili avvolgenti misti in pelle ed alcantara con cuciture rosse a contrasto, come anche la plancia che è totalmente rivestita in pelle. Il volante presenta la parte inferiore appiattita ed una zona di pelle traforata in corrispondenza delle 9:15.
Cruscotto completo e con display centrale multifunzione con ben tre contachilometri parziali. Sorprende tuttavia la difformità di illuminazione tra i diversi lcd in abitacolo che rendono l’atmosfera notturna poco gratificante. Curioso anche l’effetto ottico nel retrovisore centrale che distorce la visione a causa della doppia bombatura del lunotto della vettura. La posizione di guida è indovinata, resta solo un leggero fastidio dato dal parabrezza molto spiovente che porta ad avere la vista sulla strada in parte invasa dalle alette parasole, anche da chiuse, ed un ingombro non indifferente dello specchio centrale e dei montanti laterali, difetto che si accusa particolarmente affrontando tornanti in salita. Il bracciolo centrale scorre in lunghezza ed è possibile regolarlo anche in altezza, con un meccanismo, in verità, poco elegante; sotto di esso trova posto un piccolo scomparto per depositare gli occhiali da sole o altre minuterie.
La parte multimedia è soddisfatta in parte da un sistema completo si ma, leggermente antiquato se confrontato con quanto montato dalla concorrenza più agguerrita; è consentito comunque lo streaming audio via bluethoot ed accesso completo alla rubrica del telefono, oltre alle normali funzioni audio e di navigazione.
La versione da noi testata adottava un sistema audio fornito dalla JBL, garanzia di buona acustica, sicuramente favorita anche dalla ridotta volumetria dell’abitacolo. Sorprende l’assoluta mancanza di alcun tasto per attivare una qualsivoglia funzione “SPORT” o simile: le impostazioni dinamiche della vettura sono fisse e solo il controllo di stabilità è eludibile con un tasto sulla plancia centrale. Due dettagli difficili a riscontrarsi nel resto della produzione auto attuale ma, non disprezzabile come scelta di carattere.
I posti posteriori possono essere considerati solo di fortuna, visto il risicato spazio in altezza ed il ridotto spazio per le gambe, anche in caso di occupanti anteriori minuti. In ogni caso è possibile installare un seggiolino per bambini per mezzo degli attacchi ISOFIX, ma un bimbo di 90cm trova già difficoltà ad avere spazio sufficiente per i piedi.
BAGAGLIAIO:
Incredibile, per una vettura di indole così sportiva, la capacità del bagagliaio, molto capiente e regolare, soffre solo di un’altezza limitata, tuttavia abbiamo caricato con comodo tanto materiale senza dover occupare la panchetta posteriore in abitacolo. L’apertura avviene anche da telecomando ed una volta sbloccato due pistoni idraulici provvedono in automatico alla completa apertura dello stesso, con un gesto molto scenografico. Ovviamente la soglia di accesso non può che essere posta in alto, compensata però da un’apertura amplissima. La vettura in prova non aveva la ruota di scorta ma solo il kit con compressore e liquido per riparazione. Tuttavia il vano è predisposto e per chi non si sentisse sicuro è disponibile lo spazio per uno pneumatico su cerchio.
MOTORE:
Il piccolo 4 cilindri da 1.6l è piccolo solo di nome, rivelandosi di fatto un gran motore con un carattere ben definito. Ormai la moda del downsizing dilaga e ci si ritrova spesso a guidare piccole cilindrate sovralimentate con prestazioni “da grandi”. Eppure risulta difficile ritrovare su altre auto il carattere di questo propulsore che ha tra i suoi punti di forza un turbolag ridottissimo ed una capacità di girare senza sosta fin quasi al limitatore. Proprio quest’ultima è una caratteristica difficile da riscontrare altrove, qui i tecnici Peugeot hanno fatto il miracolo. Sulla pista del Nurburgring ci siamo ritrovati spesso a dover usare una marcia oltre il range utile di giri per risparmiare due cambiate prima di una curva, è stato possibile farlo senza perdere in spinta e con un sound cattivo che rimanda in pieno al mondo del motorsport.
Prestazioni così brillanti non richiedono sacrifici in termini di consumo di carburante, anzi, l’elevato livello di sofisticazione raggiunto si manifesta anche in un rendimento energetico superbo con punte di risparmio fino a 16 km/l nell’andatura più moderata da autostrada Austriaca. Nell’uso misto sportivo, comunque, è difficile scendere sotto i 12km/l, un risultato di pregio, considerando che non abbiamo certo lesinato sulla richiesta di prestazioni.
Il cambio, disponibile solo manuale, è un sei marce ben rapportato, finanche un po’ corto in sesta marcia ma che consente di non scalare anche nei rallentamenti fino a 70 km/h, garantendo riprese degne di un motore da 3000cc. In ogni caso, quando dovesse servire, la manovrabilità è ottima, richiedendo solo delle maniere un po’ meno che delicate per un passaggio di rapporto senza scatti.
ALLA GUIDA:
Il test si è svolto in due fasi, nella prima abbiamo analizzato la guida quotidiana sia in città che in autostrada o statali di montagna, la seconda parte invece verteva su un viaggio in Germania per ampliare il test sul circuito del Nurburgring. Ambedue le fasi sono state portate a termine con grande soddisfazione ed una malecelata sorpresa visto quanto di buono è riuscita a mostrarci la RCZ R.
OnRoad: Nell’uso quotidiano la vettura si presenta abbastanza confortevole, senza limiti di sorta nell’uso urbano, dovendo solo prestare attenzione alle rampe più alte per evitare di toccare con il muso. Certamente non si può pretendere troppo in termini di assorbimento delle buche cittadine, tuttavia la scocca è molto rigida ed i colpi vengono assorbiti senza particolari scricchiolii in abitacolo. In autostrada il comportamento è affidabile e brillante, con un motore disponibile a girare anche a bassi regimi, garantendo sempre riprese vigorose anche in quinta e sesta marcia. In questi frangenti il sound del motore è ben presente, senza risultare eccessivamente fastidioso, perlomeno per i petrolhead-addicted…
Cruise control e limitatore di velocità limitano gli affaticamenti da viaggio, permettendo lunghi tragitti in pieno spirito GT. Al di fuori di questi due ambiti è però sulle belle statali di montagna che la RCZ R trova la sua ragion d’essere: qui la coupè fa valere il suo passo corto, la brillantezza del motore ed un differenziale autobloccante meccanico che le consente di fiondarsi fuori dai tornanti con una motricità inaspettata su una trazione anteriore. Certo, dove si sale si deve anche scendere, ed ecco che l’impianto frenante non fa mancare nulla al pilota, regalando mordente e costanza di rendimento anche a seguito di lunghi tratti sotto stress. L’auto è stabile anche in caso di sconnessione a centro curva e bisogna solo prestare un poco di attenzione alla leggerezza del retrotreno, specialmente con gomme fredde, che può talvolta sorprendere nella fase di ingresso.
Siamo infine stati al Nurburgring per testare l’auto nelle condizioni più gravose e per raccogliere informazioni in un ambito di difficile riscontro altrove. Già solo il viaggio è stato un test probante, grazie all’assenza di limiti su gran parte delle autobahn tedesche. In Germania abbiamo potuto testare la velocità massima, raggiungendo una punta di ben 253 km/h, valore impressionante per un 1600cc !!! Il suono dei cambi marcia a quasi 7000rpm risuona ancora con piacere nelle nostre orecchie, così come la potenza frenante quando un improvvido furgoncino ci si è parato davanti ad oltre 220 km/h.
OnTrack: Ed il Ring!? Beh, questa è un’altra storia, bellissima, una storia d’amore tra la RCZ R e la temuta pista che si dipana all’interno della foresta nera. L’auto ha affrontato il circuito più duro del mondo con nonchalance e caparbietà, dimostrando di essere stata pensata anche per queste condizioni estreme. Il motore non è mai a corto di fiato, lungo un percorso dove non si usa mai meno della terza marcia; la frenata si è mantenuta costante e precisa e l’assetto è stato in grado di copiare i singoli avvallamenti, consentendo alle ruote di mantenere sempre una buona presa a terra. E poi c’è il differenziale autobloccante.
Un piccolo componente, così importante nella dinamica di guida e capace di caratterizzare l’auto in modo unico. Il volante è vivo tra le mani, senti sempre quello che sta accadendo alle ruote anteriori e quando la coppia sale senti che l’auto vorrebbe strattonarti un po’ più in là: questo è il momento per tenere giù il gas e sfruttare i vantaggi di un anteriore così ben a punto, con buona pace degli pneumatici anteriori che alzeranno presto bandiera bianca se costretti in lunghe sessioni di guida con il coltello tra i denti.
Scollinare a circa 200 km/h è una esperienza forte, che rimane impressa per sempre e che stringe il legame tra chi guida ed il mezzo meccanico, cui va affidata una fase delicatissima da gestire con tocchi sui comandi quasi eterei. RCZ R consente tutto ciò ed una volta rientrati al parcheggio la si guarda con soddisfazione e con l’orgoglio di chi sa di aver fatto qualcosa di importante.
IN CONCLUSIONE:
Questa è una vettura che fa vacillare tante convinzioni circa le auto di grande cilindrata a trazione posteriore e con estetiche super aggressive. E’ una vettura semplice con un comparto tecnico di pregio ed un aspetto evocativo che non può che far battere il cuore quando si apre la porta del garage al mattino.
Certamente il prezzo non è basso, eppure è commisurato al prodotto e siamo sicuri che RCZ R non mancherà di farsi apprezzare in ogni occasione di guida, come solo una vera GT saprebbe fare. Purtroppo non è più disponibile in commercio ma il nostro consiglio è di valutarne la ricerca di un esemplare in buone condizioni: se il vostro animo sportivo batte al ritmo di una guida indiavolata questa è l’auto che fa per voi.
– Test driver: Massimo Gustato
– Prova: Peugeot RCZ-R
– TRT: Nürburgring Tour
– Collaborazione: Peugeot Italia
di Massimo Gustato