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La sfida di punteggi tra Rossi e Lorenzo: e se venisse re-introdotta la regola degli scarti dal punteggio finale?
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La sfida di punteggi tra Rossi e Lorenzo: e se venisse re-introdotta la regola degli scarti dal punteggio finale?

Settembre 15th, 2015 Fabio Avossa BLOG, BLOG di Fabio Avossa

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Prima di Silverstone si era aperta sul web una polemica, sterile a mio avviso, su chi fosse il primo in classifica stante la parità di punti tra Rossi e Lorenzo, classifica che vedeva lo spagnolo con 5 vittorie contro le 3 di Rossi.

In definitiva è chiaro che, non essendo ancora terminato il campionato, la prima posizione attribuita a Lorenzo in virtù del maggior numero di vittorie aveva un valore teorico o quantomeno prospettico perché, mancando alcune gare al termine del campionato, la classifica in seguito sarebbe sicuramente cambiata, cosa che si è puntualmente verificata, con i risultati di Silverstone e Misano, a vantaggio di Rossi; infatti dopo queste due gare l’italiano, nonostante abbia ancora una vittoria in meno, si è portato nuovamente in testa al mondiale.

Colgo spunto da questa discussione per ritornare sull’argomento dello scarto dei risultati peggiori dal conteggio finale, una norma che è stata spesso applicata in tempi passati anche in Formula 1. Se è vero infatti che in caso di parità finale il regolamento avrebbe dato ragione al pilota col maggior numero di vittorie, è anche vero che  qualora questi avesse avuto anche un solo punto di svantaggio non avrebbe conquistato il titolo.

E’ altresì vero che in un campionato, oltre alle vittorie, deve contare “anche” la costanza ma, a mio parere, la vittoria deve essere maggiormente premiata, non solo come discriminante in caso di parità.

Faccio un esempio estremo e puramente aritmetico: supponiamo che in un campionato costituito da 18 Gran Premi (come questo del 2015) il pilota A conquisti 18 secondi posti mentre il pilota B conquisti 14 vittorie per poi subire un incidente – magari non per colpa sua – che lo costringa a rientrare nell’ultimo GP in condizioni fisiche non perfette tanto da piazzarsi solo 7°. La classifica finale sarebbe:

–                     Pilota A:  20 x 18 = 360 (il secondo posto vale 20 punti);

–                     Pilota B:  (25 x 14 = 350 + 9 x 1) = 359 (il primo posto vale 25 punti, il 7° posto ne vale 9);

assegnando così il titolo al pilota A regolarmente battuto dal pilota B ma anche da altri nelle ultime 4 gare; insomma il classico eterno secondo che diventa Campione del Mondo.

Se invece si applicasse la regola degli scarti di almeno due risultati la situazione cambierebbe in maniera radicale:

–                     Pilota A:  scarta 2 secondi posti (20 x 2) ottenendo questo punteggio finale: 360 – 40 =320;

–                     Pilota B: scarta due zeri ottenendo lo stesso punteggio finale di 359 punti;

in questo caso il titolo verrebbe assegnato al pilota B con un vantaggio di ben 39 punti.

L’alternativa alla regola degli scarti potrebbe essere quella di dare un punteggio maggiore al vincitore; nell’esempio fatto sarebbe bastato riconoscere 26 punti al vincitore per assegnare il titolo al pilota B che avrebbe così ottenuto 14 punti in più.

Applicando la norma degli scarti al momento in cui Rossi e Lorenzo avevano entrambi 211 punti, Lorenzo avrebbe avuto un vantaggio molto più reale della ipotetica discriminante del maggior numero di vittorie; infatti Rossi avrebbe dovuto scartare 32 punti pari a due terzi posti mentre lo spagnolo ne avrebbe scartati solo 24 pari ad un quarto ed un quinto posto. Anche dopo Misano la classifica risulterebbe più equilibrata con Rossi (che scarterebbe un 3° ed un 5° posto) con un vantaggio di soli 7 punti su Lorenzo (che scarterebbe un 5° posto ed uno zero, cioé il ritiro di Misano).

Ma, a prescindere dai discorsi teorici e dai soliti “se e ma”, vi porto tre esempi che a mio parere giustificherebbero la mia teoria:

  • Nel 1982 Jean Louis Tournadre in sella ad una Yamaha conquista il titolo della 250 vincendo un solo Gran Premio e battendo di un solo punto Anton Mang che invece ottiene 5 successi di tappa con la Kawasaki;
  • Clamoroso: nel 1989 Manuel Herreros conquista il mondiale della classe 80 in sella ad una Derbi senza aggiudicarsi nemmeno un Gran Premio; il tedesco Peter Oettl su Krauser finirà terzo in campionato nonostante 3 vittorie su un totale di sei Gran Premi;
  • Nel 1999 Emilio Alzamora ripete “l’impresa” di Herreros conquistando il titolo della 125 senza conquistare nessuna vittoria stagionale e relegando al secondo posto, per un solo punto, il nostro Melandri che in quel campionato ottenne ben 5 vittorie; entrambi erano alla guida di una Honda.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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