Le 1000 4 cilindri SuperSportive sono arrivate alla loro massima espressione, una evoluzione senza precedenti che ha portato questi mezzi a due ruote ad avere uno straordinario fascino con delle potenze mostruose ma sempre più facili da gestire.
Vediamo insieme quali sono state le moto che hanno rivoluzionato, secondo noi, maggiormente il mondo delle SuperSportive odierne.
Nel 1998 la casa dei tre diapason sfornò una moto rivoluzionaria, piccola, filante e affascinante come poche nella storia, nacque la Yamaha R1. Il suo 4 cilindri in linea 20 valvole con 4 carburatori da 40mm, scaricava 150 cattivissimi cavalli di adrenalina pura, incastrati dentro un telaio in alluminio Deltabox.
Bellissima ancora oggi, disponibile con la colorazione Blu o Bianca/Rossa, quest’ultima caratterizzata dalla sella rossa a sottolineare che non era una moto su cui tutti potevano sedere.
Era senza dubbio la moto più sognata dagli appassionati, era avanti sui tempi, nella SBK le 4 cilindri avevano al massimo 750cc e questo contribuiva a regalarle un’immagine terrorizzante, sembrava una moto impossibile da domare e forse lo era per davvero. Tutt’ora è una delle moto più spettacolari che si possano guidare.
Per trovare una risposta al successo della Yamaha R1, bisognò aspettare ben tre anni. Infatti nel 2001 Suzuki volle riprendersi lo scettro delle Maxi, scettro che fu suo per diversi lustri con le fantastiche 1100. Per questa nuova missione, nel 2001 produsse una super prestante GSX-R 1000. Anche in questo caso dentro al telaio in alluminio si trova un 4 cilindri in linea ma ad iniezione elettronica (anche l’R1 dal 2000 si evolse in questa direzione), una moto leggerissima e potentissima, la scheda tecnica parlava chiaro: 160 CV e 168 kg a secco, solamente 4,5 kg in più della sorella 750.
Suzuki aveva fatto un capolavoro in prestazioni, probabilmente la più efficace dell’epoca ma non riuscì a raggiungere il fascino della Yamaha R1.
Nel 2004 arrivò il primo vero sconvolgimento nel segmento e questa volta fu firmato da Kawasaki con la sua inedita Ninja ZX10R. Abbandonato l’obsoleto 900cc, la verdona fu una vera rivoluzione, tutti la desideravano. Bellissima, cattiva solo a guardarla, la potenza dichiarata era impressionante 175 CV per 170 kg.
Una dichiarazione di guerra tra le SuperSportive, aveva di netto superato le prestazioni della Suzuki ed eguagliato il fascino della Yamaha, un’arma totale in grado di andare forte come nessuna moto, pronta a regalare forti emozioni ai coraggiosi che volevano guidarla. Ancora oggi, resta una moto molto richiesta da chi cerca prestazioni pure senza spendere cifre importanti.
La risposta di Suzuki, non si fa attendere, tanto che nell’anno 2005 e senza pietà torna a dominare sulla concorrenza. Il modello presentato è il nuovo GSX-R 1000 K5, da 178cv per 166 kg. Una ciclistica che è da riferimento assoluto per diversi anni, tanto da renderla ancora oggi, dopo 10 anni, la più amata dagli appassionati del marchio Suzuki.
Bellissima, velocissima, leggerissima… era la moto perfetta, in Italia dopo qualche mese arrivò anche la versione Mat Black che vantava uno stupendo scarico Yoshimura e una grafica nera che sembrava voler sottolineare che non si trattava solo di una normale SuperSportiva ma di qualcosa di più.
Ciliegina sulla torta fu la prima suzuki a vincere il mondiale Superbike e non si lasciò sfuggire nemmeno il mondiale STK l’anno successivo.
L’offensiva di Honda arrivò solo nel 2008, non che la casa dall’ala dorata non ci avesse provato prima, ma nessuna delle moto prodotte fino a quel momento era mai stata vicina a dominare la categoria, nonostante nelle corse fosse davvero competitiva.
La nuova linea della CBR1000RR fa discutere ma finalmente propone un motore potente con 178 CV ricchi di coppia che la distinguevano dalle concorrenti con una ciclistica molto apprezzata. Divenne la regina in termini di prestazioni ma non riuscì a conquistare l’amore del grande pubblico, la linea non convinse nemmeno gli appassionati della lama di fuoco.
Bisogna aspettare il 2009 per trovare una SuperSportiva europea che sfidasse la battaglia tutta giapponese dei 4 cilindri. Mentre la Yamaha rivoluziona la sua R1 con il motore con albero a croce, Aprilia debutta la sua meravigliosa RSV4, dal nome che non lasciava dubbi. Il motore è un V4 come se ne vedevano solo nella classe regina della MotoGP.
La linea è affascinante, nonostante il prezzo non proprio alla portata di tutti era sicuramente la moto più sognata del momento, con una guida eccezionale, anche se il motore non sembrava esser competitivo, nonostante la scheda parlasse di 180 CV di potenza.
La RSV4 resta tutt’ora in produzione con i dovuti aggiornamenti motoristici ed elettronici che la rendono una delle migliori moto del momento, confermando quanto fosse buono il progetto iniziale.
Nel 2010 arriva un uragano a spazzare via tutta la concorrenza, dopo 12 anni di piccoli passi e sorpassi tra le varie case, Bmw presenta la sua prima SuperSportiva, la S1000RR. L’effetto che ebbe sui motociclisti fu stravolgente. C’è sempre stata una sorta di tifoseria tra gli amanti dei vari marchi giapponesi a confrontarsi con quelli italiani, ma adesso c’era una moto nuova, un nuovo marchio ed era indiscutibilmente la più veloce tra tutte.
193 CV dichiarati, 15 più delle concorrenti e li aveva veramente tutti! In una linea bella in cui il design BMW mise comunque due firme importanti con dei fari anteriori molto particolari e le carene laterali completamente asimmetriche, con delle branchie di squalo già viste in Formula 1.
Tanta l’elettronica applicata di serie, proprio per rendere la moto a prova di principiante, Bmw aveva fatto la moto più veloce e l’aveva resa alla portata di (quasi) tutti e per di più in un momento di crisi per il mercato delle SuperSportive, assicurandosi così il dominio incontrastato per anni.
Le griglie di tutti i trofei si riempirono di S1000RR e ad oggi è ancora la moto più gettonata tra tutti i piloti privati.
Per trovare una vera novità in grado di contrastare il marchio tedesco bisogna attendere il 2015 e a farlo è la nuova Yamaha R1!
Quest’anno Yamaha ha intrapreso la strada segnata dai tedeschi e seguita già dalle case italiane per sfornare una moto potentissima ma con un’elettronica che consenta di non far incutere timore nonostante sulla carta ci siano ben 50cv in più della prima R1.
La sua ricetta è un motore con albero a croce tutto nuovo e dopato dentro un telaio che anche esteticamente ricorda molto quello della M1 da gran premio, unita ad un elettronica raffinatissima di ultima generazione.
Con questo non stiamo dicendo che sia la miglior moto del momento, è sempre difficile fare affermazioni di questo tipo, ma siamo abbastanza certi che anche questa sarà una delle moto che insieme a quelle citate in precedenza lascerà il segno nella storia della categoria.
Ora non resta che attendere la contromossa di Suzuki che per tradizione non può abbandonare la scena nella quale è sempre stata indiscussa protagonista e sicuramente nemmeno Honda e Kawasaki resteranno a guardare…