Tra le novità che la Ducati ha portato in Portogallo per la settima tappa del WSBK 2015, una delle più importanti è apparso il nuovo terminale di scarico costruito da Akrapovic che dovrebbe conferire alle Panigale un’erogazione più dolce a bassi e medi regimi.
Come si può vedere chiaramente dalle foto il nuovo terminale, che si aggiunge ai due sotto la carena uno dei quali, quello di destra, è stato chiuso, è più lungo rispetto al precedente.
Conseguenza della erogazione più lineare dovrebbe essere un miglioramento della gestione delle gomme sulla lunga distanza ovviando così ai problemi di grip nella seconda metà di gara spesso accusati sia da Giugliano che da Davies.
In realtà Ernesto Marinelli, responsabile del progetto SBK, ha parzialmente smentito questo aspetto: “L’obiettivo di questa evoluzione è di migliorare la stabilità e la potenza, ma soprattutto la regolarità dell’erogazione ai regimi bassi e medi – ha spiegato – Non c’è una diretta correlazione con l’usura delle gomme, ma aiuta innanzitutto la guidabilità, migliorando la ‘connessione’ tra il polso del pilota ed il motore. Questo aiuta nelle ripartenze. Il nuovo scarico ha linearizzato ancora di più l’erogazione ed al contempo incrementato leggermente potenza massima, che non guasta mai”.
Giugliano, al termine della seconda sessione di prove libere si è così espresso in merito: “Ho provato il nuovo scarico, e posso dire che è un aiuto molto importante soprattutto per quanto riguarda l’arco di utilizzo della potenza del nostro motore, che adesso è più progressivo“.
Come dice Marinelli il nuovo scarico ha portato anche un leggero incremento della potenza tanto che in Portogallo sono state proprio le Panigale ufficiali a registrare le più alte velocità massime con 307,7 km/h.
Sappiamo che la velocità massima dipende da tanti fattori, non solo dalla potenza, ma si direbbe che i tempi in cui le bicilindriche venivano sverniciate dalle pluricilindriche siano finiti.
Riguardo a questo nuovo scarico permettetemi una considerazione personale: normalmente la letteratura in materia di scarichi ha sempre lasciato intendere, almeno a noi profani, che un impianto di scarico può essere realizzato in configurazioni diverse a seconda che si voglia migliorare l’erogazione oppure la potenza massima, salvo trovare una soluzione di compromesso.
Qualche tempo fa, infatti, non era raro vedere impianti di scarico diversi a seconda della configurazione del circuito, misto-stretto o veloce.
In questo caso invece, sembrerebbe che Ducati abbia colto due piccioni con una fava: ancora una volta è venuta in supporto la “magica” elettronica?