La sintesi di questo rocambolesco Gran Premio è tutta nell’ultimo team radio di Lewis Hamilton: “Non parlatemi!”.
Sconcertati da quanto si è verificato ci siamo presi qualche ora di riflessione prima di pubblicare il nostro commento: la mossa del muretto Mercedes appare talmente assurda che, non avendo certezza di quel che è passato per la mente degli strateghi del team tedesco, commentare questo episodio crea grande imbarazzo, rischiando di farci fare la figura degli “ingegneri del lunedì”, come Enzo Ferrari amava descrivere i giornalisti.
In verità già dal sabato ci stavamo preparando a raccontare della solita gara noiosa e di come la vittoria di Rosberg al Gran Premio di Spagna dovesse essere considerato come un incidente di percorso sulla via che porta Hamilton al terzo titolo mondiale quando, al 63° giro, si verifica l’incidente di Verstappen e a quel punto a vivacizzare la corsa ci hanno pensato gli “strateghi” della Mercedes.
Nei primi 63 giri tutto come da copione; al via Hamilton va in testa mentre Vettel prova togliere la seconda posizione a Rosberg con un tentativo di sorpasso a Saint Devote, ma il tedesco riesce rimanere davanti. Al 63° giro, Verstappen, autore fino a quel momento di una gara eccellente, prova il sorpasso su Grosjean a Saint Devote ma per eccesso di agonismo lo tampona e va a sbattere violentemente contro le barriere; immediatamente la direzione di gara, anch’essa protagonista di questo Gran Premio alla pari del muretto Mercedes, apre prima il regime VSC (Virtual Safety Car) e subito dopo fa entrare la Safety Car in pista.
A questo punto succede il patatrac: Hamilton (ma perché solo lui?) viene richiamato al box per un ulteriore cambio gomme. Rientrerà alle spalle di Vettel e, quando la SC darà il via libera, i soli 7 giri mancanti alla fine del Gran Premio non saranno sufficienti per mettere in difficoltà Vettel che così finisce meritatamente sul secondo gradino del podio.
A caldo, la prima dichiarazione è la solita patetica ed insignificante frase “ci assumiamo le nostre responsabilità” … significa che succederà qualcosa nel prossimo futuro? Chiederanno a Rosberg di restituire il favore?
Cosa pensavano di fare in Mercedes? Sconcertante: paghi un pilota 100 milioni di euro e poi gli rovini il Gran Premio?
Toto Wolff ha cercato di spiegare così il brutto ed imbarazzante episodio: “Avevamo paura che Sebastian Vettel potesse attaccarci entrando ai box per montare le Supersoft. Eravamo certi di avere lo spazio per effettuare la sosta, evidentemente abbiamo sbagliato i calcoli”.
La spiegazione non mi convince: se anche Vettel avesse fatto il pit per montare le supersoft avrebbe dovuto superare prima Rosberg e non è detto che ci sarebbe riuscito, infatti lo stesso Hamilton non è riuscito a superare Vettel. Oltre a sbagliare i calcoli in Mercedes (il più sprovveduto avrebbe capito che Hamilton sarebbe rientrato quantomeno al secondo posto; a quel punto avrebbero chiesto a Rosberg di farsi da parte?) non hanno considerato che eravamo sul tortuosissimo cittadino di Montecarlo, da 160 di media, e che mancava poco, appena 7 giri, alla fine del Gran Premio.
La realtà è che storicamente i tedeschi hanno una visione delle gare basata più sulla forza della organizzazione che sul talento del pilota.
Certo questo episodio rischia di far saltare tutti gli equilibri politici nel team della casa di Stoccarda. Vedremo se qualche testa salterà.
Nel dopo gara Lauda ha preso le distanze da questa decisione: “E’ stato un errore incredibile e inaccettabile”.
Anche Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli, ha voluto esprimersi al riguardo: “Sono rimasto sorpreso come tutti nel vedere l’ultimo pit stop che ha deciso la gara. Ma questo non toglie nulla al grande lavoro che Lewis Hamilton ha fatto in tutto il fine settimana. Dimostra, però, che nulla può darsi per scontato prima della bandiera a scacchi: fatto che Nico Rosberg ha chiaramente apprezzato oggi! Il lungo periodo di safety car al termine della gara ha ovviamente reso cruciale il mantenimento delle temperature per il riavvio. Abbiamo assistito ad un finale spettacolare, con una strategia ad un’unica sosta utilizzata dalla maggior parte dei piloti come avevamo previsto“.
Si sono messi in ridicolo con tutto il Circus della Formula 1; Ron Dennis non si é trattenuto da fare a Lauda un segno eloquente portando il dito alla tempia.
Pensare che se avessero espresso il massimo della loro protervia (per non dire stupidità) facendo fare il pit anche a Rosberg oggi la Ferrari conterebbe 2 vittorie in campionato.
Non oso neanche immaginare cosa sarebbe accaduto se un episodio del genere si fosse verificato in casa Ferrari ai tempi d’oro del Drake.
Sembra che Rosberg abbia ereditato la fortuna (non uso altri termini per decenza) del padre Keke che vinse un mondiale nel 1982 per “disgrazie” altrui senza mai sapersi ripetere.
Vettel, a sua volta, ha avuto il merito di trovarsi al posto giusto nel momento giusto.
A margine del fattaccio ricordiamo che Max Verstappen, a causa della sua manovra pericolosa ai danni di Grosjean, perderà cinque posizioni sulla griglia di partenza del Gran Premio del Canada.
Ma la direzione gara non è stata da meno del muretto Mercedes: premesso che sarei sempre molto cauto nel sanzionare i piloti, ricordando che siamo nella categoria che esprime (o almeno dovrebbe) il massimo livello di professionalità, mi chiedo con quale criterio siano stati inflitti 5″ ad Alonso mentre è stato concesso il “perdono” a Ricciardo. A mio parere nel caso di Alonso (più che nel caso di Ricciardo) si può lecitamente parlare di incidente di gara.
Esaurito l’episodio chiave del Gran Premio passiamo alle solite valutazioni degli altri: bene la Ferrari, ma le Mercedes sono sempre distanti; in questa gara abbiamo visto una netta ripresa della Red Bull mentre è scomparsa la Williams; bene anche la Toro Rosso; McLaren/Honda ancora in difficoltà, Alonso forse dovrebbe mordersi la lingua.
Tra i piloti riscontriamo le ottime prestazioni di Button (che porta la McLaren/Honda a punti), Kvyat, Ricciardo, Sainz (partito dai box ed arrivato a punti), Verstappen (che poi ha rovinato tutto con il tamponamento a Grosjean). Raikkonen rimandato a settembre; dalle dichiarazioni di Arrivabene sembra che gli stiano preparando il benservito.
Infine una personale considerazione sul fascinoso quanto anacronistico Gran Premio di Monaco: poteva avere un senso quando molti circuiti erano derivati da tracciati stradali, le monoposto erano meno ingombranti ed avevano tenuta di strada ed affidabilità approssimative. Poi, già dagli anni ’70 incominciavano ad arrivare i primi segnali dello scarso contenuto tecnico di questo Gran Premio.