Una Pasqua calda per i piloti del CIVS (Campionato italiano Velocità in Salita) ospiti dell’autodromo di Tolmezzo per un test esclusivo.
In attesa della prima tappa del campionato che si svolgerà a Carpasio-Prati Piani (IM), alcuni piloti, in particolare della categoria 600 Open hanno scaldato i motori e gli animi nel piccolo e tortuoso tracciato friulano gestito da uno dei team più conosciuti del campionato; la Rocknroad Racing di Barry Rivellini, il noto pilota Ducati, anche lui impegnato nella categoria Naked nel Campionato Italiano di Velocità in Salita.
Tra i piloti presenti anche il pluricampione italiano delle corse su strada Stefano Bonetti a bordo della sua Zx10R con la quale sta preparando l’impegnativa trasferta al Tourist Trophy nell’Isola di Man.
Proprio in questo contesto noi di ItaliaOnRoad abbiamo avuto il privilegio di poter godere dello spettacolo offerto dai nostri campioni da dentro i cordoli e facendolo a bordo della Kawasaki ZX6R con la quale Bonetti, lo scorso anno ha calcato le strade della Road Racer più famosa al mondo.
Nella nostra carriera motociclistica abbiamo avuto la fortuna di provare svariate moto, anche molto esclusive, ma un veicolo del TT è una cosa molto rara, almeno in Italia, e ancor di più se appartiene all’italiano più veloce di sempre negli oltre 60 km dell’isola.
Questa moto iscritta alla categoria Stock è una ZX6R del 2014 equipaggiata di apposite tarature per la forcella anteriore, un pregiato monoammortizzatore Ohlins, rapportatura cortissima per le salite italiane, Pirelli Supercorsa e un vistosissimo cupolino dalle dimensioni incredibili, necessario proprio per le velocità elevatissime raggiunte e mantenute al Tourist Trophy.
Salendo in sella non si può non notare la posizione estrema delle pedane, molto alte e caratterizzate da leve ancor più alte, decisamente scomode nel piccolo tracciato del test ma che trovano la propria natura proprio nell’isola, infatti il pilota per mantenere la postura più aerodinamica deve stare per molto tempo in posizione ed il più possibile arretrato con il sedere.
Il secondo aspetto insolito per una moto da corsa, riguarda le sospensioni. Le quote non sono particolarmente esasperate essendo settata per le salite italiane, lente e tortuose. Le molle non sono sicuramente rigide ma ciò che più sorprende è la taratura dei freni idraulici, decisamente liberi rispetto ad una normale moto da corsa e in grado di assorbire ogni asperità.
Tutto questo si traduce in una moto estremamente facile nell’andare alla corda, fa dell’inserimento e la percorrenza la sua miglior arma ma paga uno scotto importante nelle uscite di curva, dove complice la gran trazione, la moto tende fastidiosamente ad allargare. Nonostante questo tiene a bada le esuberanze del motore imbizzarrito dai rapporti decisamente corti.
Nelle percorrenze più strette non è facile prendere il feeling con l’anteriore, sembra muoversi molto, ma proprio grazie a questo il grip è sempre ottimale.
Un assetto estremo quindi, diverso da come lo immaginavamo e che probabilmente per essere apprezzato fino in fondo, richiede una guida specialistica che si discosta molto da quella usata in pista.