LA 200 Miglia DI IMOLA
Nel 1972, in occasione della 200 Miglia di Imola, la Ducati approntò 7 moto derivate dalla 750 Sport dotandole di testata desmodromica.
La guida delle moto fu offerta a Saarinen, Sheene, Pasolini e Grant che però rifiutarono. La Ducati però aveva in casa il 39enne Bruno Spaggiari, fedele pilota Ducati sin dagli anni ’50; affidò una moto a lui, una a Ermanno Giuliano, anche lui già pilota Ducati ed una ad Alan Dunscombe, pilota dell’importatore inglese Vic Camp ed infine ingaggiò Paul Smart con l’intermediazione della moglie, sorella di Barry Sheene.
Il prototipo, ancora con la livrea della 750 Sport, fu provato a Modena già nel mese di Marzo; successivamente, nel mese di Aprile fu deliberata da Spaggiari la versione definitiva. In quella stessa occasione Smart eguagliò il record di Agostini con la MV 500. Mancavano pochi giorni alla gara. Alle quattro moto iscritte alla gara furono assegnati i numeri 9, 16, 39 e 45 rispettivamente per Spaggiari, Smart, Dunscombe e Giuliano per i quali furono spedite ad Imola 7 moto.
Come tutti ricorderanno fu un trionfo con Smart e Spaggiari primo e secondo.
A quel prototipo ne seguì un secondo approntato per la 200 miglia del 1973, dove arriverà ancora una volta in seconda posizione con Spaggiari alle spalle di Saarinen, caratterizzata da un motore a corsa corta e angolo delle valvole più stretto.
LA DUCATI 750 SS
Vista la risonanza mondiale di qual successo la Ducati deciderà di mettere in produzione una replica della 750 Imola denominata 750 SS che però verrà messa in vendita solo nel 1974.
Sarà la prima bicilindrica a V90° dotata di distribuzione desmodromica e l’unica con i “carter tondi”. Il motore però, purtroppo, non era derivato dal modello corsa corta del 1973.
Il telaio era la versione “stretta” già adottata dalla Sport.
Altre modifiche al motore riguardavano bielle speciali e carburatori più grossi. La frenata era affidata a 3 dischi. La parte estetica era caratterizzata dal grosso serbatoio in vetroresina con finestra trasparente per controllare il livello della benzina e dalla semicarena fissata al telaio, prima Ducati di serie ad essere dotata di questo equipaggiamento. I colori erano grigio per le sovrastrutture e verde acqua per il telaio.
Molti si domandano ancora oggi quale fosse lo spunto che creava delle combinazioni cromatiche tanto particolari.
Di sicuro a distanza di tanto tempo siamo certi di una cosa: i colori delle Ducati da competizione non furono il frutto di uno studio di qualche ufficio grafico.
Infatti, le tinte erano le stesse che venivano utilizzate nella produzione dei motori diesel e dei motori marini che la stessa Ducati produsse tra il 1957 e il 1976 circa e vennero utilizzate per economia anche sulle moto.
Il famoso verde acqua, ripreso in tempi recenti, nel 2005, per la Paul Smart Limited, era un colore utilizzato per un grosso motore marino entrobordo e il giallo ocra della 750 Sport e della 750 SS utilizzata da Franco Uncini, esposta nel Museo Ducati, era anch’esso un colore utilizzato per dipingere parti di questi motori.
La 750 SS poteva essere fornita di un KIT comprendente carena integrale, scarichi ed alberi a cammes.
Ufficialmente fu prodotta in 200 esemplari finalizzati alla omologazione; in realtà sembra ne siano stati prodotte più di 400.
Nel 2001 Bayliss partecipò alla tappa del mondiale SBK di Imola con una 996 dalla livrea che rievocava quella della SS di Smart.
Nel 2005 la Ducati ha messo in vendita la Paul Smart 1000 LE (Limited Edition), una moto della famiglia Sport Classic, prodotta in edizione limitata di soli 2.000 esemplari.
Contrariamente a quanto credono in molti la 750SS, nonostante sia stata proposta come una replica della trionfatrice di Imola, non è mai stata ufficialmente denominata “Imola” o “Imola replica.”