Il 13 giugno 1949, in pieno dopoguerra, partiva l’avventura del Motomondiale con la disputa del Tourist Trophy all’isola di Man.
Il calendario era articolato su 6 gare distribuite in un arco di tempo ristretto compreso tra giugno e settembre; i paesi che ospitarono le gare furono la Gran Bretagna con il TT, Svizzera, Olanda, Belgio, Ulster (Irlanda) e l’Italia con il Gran premio delle Nazioni.
Vennero ammesse 5 classi: 125, 250, 350, 500 e sidecar.
Le case motociclistiche si presentarono con moto risalenti all’anteguerra private del compressore vietato dalla Federazione come d’altronde l’uso benzine speciali ad alto numero di ottano, tecnologie largamente adottate negli anni prima della guerra.
In quel primo campionato solo la classe 500 disputò tutte le gare, mentre la 350 ne disputò una in meno, la 250 4 ed infine 125 e sidecar solo 3.
Al Tourist Trophy si disputarono le gare delle classi 250, 350 e 500; la Svizzera ospitò tutte le classi; l’Olanda le sole 125, 350 e 500; in Belgio erano presenti 350, 500 e sidecar; in Irlanda gareggiarono 250, 350 e 500; a Monza si disputarono le gare delle classi 125, 250, 500 e sidecar.
Singolare la circostanza in cui fu assegnato il titolo della 500: al via del GP delle Nazioni a Monza Leslie Graham si presentò al comando della classifica; solo un suo ritiro avrebbe ridato una chance a Nello Pagani.
E accadde proprio questo: Pagani vinse mentre l’inglese era costretto al ritiro per caduta.
I due piloti si ritrovarono così a pari punti con la regola degli scarti basata sui migliori tre risultati, l’italiano ne aveva 10 di vantaggio nel conteggio totale che costituivano la discriminante che gli avrebbe consentito di conquistare il titolo in caso di parità.
Ma il regolamento, scritto in francese, prevedeva anche l’assegnazione di un punto all’autore del giro più veloce in gara (Pagani ne aveva conquistati 2, Graham uno solo).
Secondo l’interpretazione degli italiani, Federazione compresa, il punto andava assegnato esclusivamente all’autore del giro più veloce solo se questi si fosse classificato, ovvero se avesse concluso la gara, mentre per gli inglesi il punto andava comunque assegnato al pilota, tra quelli classificati, che avesse realizzato il giro più veloce.
Nella fattispecie la diatriba era nata sull’esito del Gran Premio di Svizzera dove l’autore del giro più veloce, Ted Frend, non era giunto al traguardo mentre, tra i piloti classificati, l’autore del giro più veloce (anche se inferiore a quello di Frend) era stato proprio Leslie Graham .
Alla fine la Federazione dette ragione agli inglesi e il punto “supplementare” venne assegnato a Graham. Forse una forma di risarcimento per l’inglese giacché a causare la caduta di Graham a Monza era stato, involontariamente, un pilota italiano, Bandirola? Beneficiando di questo punto ulteriore Graham si aggiudicava il titolo mondiale.
Per gli amanti di dati storici e statistiche ricordiamo che la gara della 350 si svolse il 13 giugno e le gare delle 250 e delle 500 il 17 giugno.
Tra le curiosità di quel primo campionato va annoverato il fatto che all’Ulster le tre classi parteciparono contemporaneamente ad una singola gara ma su distanze differenti e con classifiche separate; questa circostanza impedì di fatto la partecipazione dei piloti alle gare in più di una classe.
I vincitori della prima gara iridata nelle singole classi furono:
Classe 125 – Nello Pagani su Mondial al GP di Svizzera, seconda tappa del mondiale
Classe 250 – Manliff Barrington su Moto Guzzi al TT, prima gara del mondiale
Classe 350 – Freddie Frith su Velocette al TT, prima gara del mondiale
Classe 500 – Harold Daniell su Norton al TT, prima gara del mondiale
Sidecar – Eric Oliver / Denis Jenkinson su Norton al GP di Svizzera, seconda tappa del mondiale
I primi Campioni del Mondo furono:
Classe 125 – Nello Pagani su Mondial
Classe 250 – Bruno Ruffo su Moto Guzzi
Classe 350 – Freddie Frith su Velocette
Classe 500 – Leslie Graham su AJS “Porcupine”
Sidecar – Eric Oliver / Denis Jenkinson su Norton
Nelle foto: Nello Pagani (Mondial 125) – Bruno Ruffo (Moto Guzzi 250) – Freddie Frith (Velocette 350)
In definitiva macchine e piloti italiani ed inglesi si divisero, più o meno equamente, la torta.