A quest’ora tutti i lettori appassionati di Formula 1 conosceranno sicuramente la cronaca e la classifica finale del Gran Premio della Malesia, perciò, come al solito, mi limiterò a parlare solo dei fatti più salienti e delle mie impressioni personali.
Mi sembra doveroso però cominciare queste note con le parole del trionfatore di questa gara, partendo da quelle proferite via radio direttamente dall’abitacolo appena superato il traguardo: “Mi sentite? Grazie mille ragazzi, grazie, grazie, grazie, daiiii, forza Ferrari!”.
Sul podio, intervistato da Eddie Jordan, ha così commentato la vittoria: “Era un po’ che non salivo sul gradino più alto del podio ed è la prima volta con la Scuderia Ferrari. Sono davvero senza parole… Durante l’inverno c’è stato un grande cambiamento per me e l’accoglienza che mi ha dato la squadra è stata incredibile. Ho fatto solamente due gare, ma l’atmosfera è davvero strepitosa. Abbiamo fatto solo due gare, ma oggi abbiamo battuto la Mercedes in una gara normale, quindi la vettura è stata ottima ed abbiamo fatto anche un buonissimo lavoro a livello di strategia. Durante l’inverno abbiamo fatto un passo avanti davvero impressionante che ci ha permesso di arrivare a questa vittoria. Sono davvero emozionato“.
Ha poi così continuato: “Faccio davvero fatica a trovare le parole. La scorsa stagione non è stata buona per me. La mia macchina era buona, ma non riuscivo a tirare fuori la prestazione. Questa monoposto invece sembra calzarmi davvero a pennello. La squadra ha lavorato davvero in maniera fenomenale fin dal primo giorno. Da bambino vedevo Schumacher vincere per la Ferrari, era il mio mito, ed oggi ci sono io al suo posto. E’ incredibile” per poi concludere: “La nostra missione è riportare il Mondiale a Maranello, però oggi ci vogliamo godere questa giornata. Sappiamo che i ragazzi della Mercedes sono dei rivali fortissimi, che saranno difficili da sconfiggere. Qui abbiamo fatto un ottimo lavoro e dobbiamo continuare su questa strada anche nelle prossime gare. Ma ora sinceramente mi interessa poco, voglio godermi questa bellissima giornata“.
Infine ha così commentato i suoi ultimi giri: “E’ una giornata davvero speciale, che mi porterò sempre dentro di me. Ma devo ringraziare tutta la squadra se è stato possibile ottenere questo risultato. Negli ultimi giri ho anche perso un po’ il controllo ed ho cominciato a pensare: questa è una macchina rossa e stai andando a vincere. Però poi ho dovuto ritrovare la concentrazione per evitare di fare errori. Passare sotto alla bandiera a scacchi e festeggiare con i ragazzi sotto al podio è stato bellissimo“.
Il successo odierno assume un significato molto particolare perché è il suo 40esimo successo in carriera, si spera il primo di una lunga serie con la Ferrari, ma è ancor più importante per la Ferrari che non vinceva dal Gp di Spagna del 2013.
La Ferrari ha dovuto aspettare 673 giorni per arrivare alla sua 222esima vittoria.
Ma ciò che veramente conforta è che la vittoria non è arrivata in maniera fortunosa ma grazie all’abilità del tedesco e ad una SF15-T veloce e dolce con le gomme, veloce sul dritto ed affidabile che hanno messo in difficoltà le Mercedes costrette alla resa per un maggiore degrado degli pneumatici.
Il team dal canto suo è stato impeccabile nelle strategie e nei pit stop.
Il GP della Malesia ci ha dato la conferma che in Australia, se non fosse rimasto bloccato per molti giri dalla Williams di Massa, Vettel sarebbe arrivato molto più vicino alle Mercedes.
Se proprio vogliamo esprimere qualche dubbio dobbiamo chiederci come sarebbe finita se Ferrari e Mercedes avessero seguito le stesse strategie; ma il quesito lascia il tempo che trova perché probabilmente la Mercedes non sarebbe stata in grado di fare due sole soste. L’impressione è che sia stato proprio quell’eccesso di grip che le dava tanto vantaggio nel guidato a determinare la sconfitta della Mercedes. Con una conclusione affrettata si direbbe che la Mercedes sia tornata ai vecchi tempi, quando aveva già prestazioni monstre ma bruciava letteralmente gli pneumatici.
Tutti gli altri team oggi hanno ricoperto il ruolo di comprimari, Williams compresa; ma ancor peggio ancora è andata alla McLaren-Honda con Alonso e Button costretti al ritiro per evitare rotture disastrose alla power unit.
Con l’ammissione delle Manor (ex Marussia) sono stati accontentati coloro che lamentavano la scarna griglia del GP d’Australia.
Non male invece la Toro Rosso che ha consentito ai due rookies, Verstappen e Sainz Jr, di arrivare al settimo e ottavo posto.
Calandoci nell’argomento piloti Vettel smentisce tutti i suoi detrattori: ha sfoggiato freddezza, visione della gara e una guida veloce e sicura; peccato per Raikkonen, velocissimo nella rimonta ma una brutta qualifica ed una partenza peggiore ne hanno condizionato il risultato; il “minorenne” Verstappen spegne tutte le polemiche sul suo prematuro debutto in Formula 1; Hamilton non ha niente da recriminare sulla sua guida; Rosberg va a podio ma con una gara assolutamente incolore: patisce Hamilton quest’anno ancor più dello scorso anno.
Infine un plauso alla Pirelli: pur con un caldo torrido, oltre 30° in atmosfera e 60° sull’asfalto, gli pneumatici non hanno mostrato cedimenti senza manifestare i fenomeni di blister.
Infine consentitemi qualche riflessione a ruota libera:
- Nel giorno del trionfo di Vettel e della Ferrari sarebbe interessante essere nei pensieri di Alonso.
- Spero che Marchionne abbia il buon gusto di non prendersi il merito di questi risultati.
- Che questa vittoria sia di buon auspicio per la rossa a 2 ruote? (sto scrivendo alle 14 di domenica 29; il GP del Qatar della MotoGP partirà alle 20 con Dovizioso in pole).
- Sarebbe bello se il team del Cavallino dedicasse questa vittoria a Michael Schumacher