Come ormai tutti saprete Troy Bayliss – ultima gara disputata nel 2008 in Portogallo – ha chiesto una wild card per partecipare al round australiano del WSBK in sostituzione dell’infortunato Davide Giugliano.
La storia ci racconta che l’evento avrebbe potuto avere un precedente analogo.
Colgo dunque l’occasione per ricordare brevemente un pilota il cui nome, forse, non dice granché agli appassionati più giovani ma che invece va ricordato come uno dei piloti più forti della sua epoca.
Risaliamo a circa 65 anni fa: il motomondiale 1950 parla molto italiano, 3 titoli su 5 sono a carico di piloti nostrani: Bruno Ruffo conquista il titolo della 125 su Mondial, Dario Ambrosini diventa campione della 250 con la Moto Guzzi ed infine il titolo della 500, il più prestigioso, va a Umberto Masetti in sella alla Gilera 4 cilindri, primo pilota italiano campione della classe regina.
Masetti, che si ripeterà nel 1952 ancora in sella alla Gilera, era famoso tra i tifosi come “Topolino” per l’effige del personaggio disneyano che portava sul casco oppure “Scarciole” (“scricciolo”, in dialetto emiliano), come lo chiamavano i suoi fans perché era magro come un chiodo.
Ma a volte il successo “dà alla testa”; dopo il secondo titolo è un alternarsi di pochi successi e molte sconfitte con frequenti cadute e conseguenti ricoveri in ospedale. Il “Bell’Umberto” è preda del fascino femminile si atteggia a divo ante litteram (verrà “imitato” anni dopo da Giacomo Agostini ma con maggiore avvedutezza) e lascia la famiglia per Moira Orfei. In un’epoca di bieco moralismo tutte queste vicende non hanno un effetto benefico sul suo equilibrio psichico ed il suo rendimento in gara ne risente.
All’inizio degli anni ’60 emigra in Cile e si dedica alle gare in territorio sudamericano; in particolare nel biennio 1962/63 partecipa alla tappa argentina del Motomondiale con una Moto Morini 250 con la quale ottiene due piazzamenti a podio.
Nel 1972 torna in Italia invitato da Checco Costa in occasione della prima edizione della 200 miglia di Imola, dove erano ammesse moto che, senza tema di smentite, possono essere considerate le antenate delle odierne SBK.
Proprio in questo episodio troviamo la similitudine con Troy Bayliss che ritorna alle gare a 46 anni, esattamente la stessa età che aveva Masetti quando si presentò ad Imola.
Auguriamo però a Troy che le analogie si fermino qui perché in realtà il rientro di Masetti si rivelò alquanto patetico.
Gli fu infatti data l’opportunità di provare alcune moto che avrebbero dovuto partecipare alla 200 miglia e lui, con lo spirito guascone che lo aveva sempre distinto, dichiarò alla stampa la sua disponibilità al rientro, nonostante i suoi 46 anni. Ma i tempi da lui realizzati non furono esaltanti, nessuna scuderia raccolse il suo appello.
Il vecchio campione prese residenza a Maranello dove trovò un’occupazione presso una stazione di servizio. Riuscì poi a rientrare nel settore motociclistico nel 1997 in qualità di dirigente della Aprilia.
Nel 2005 la cittadina di Denia, un comune spagnolo nei pressi di Valencia in cui ha sede il ”Festival de motos historicas” ha dedicato al nostro campione una statua che lo raffigura in sella alla sua Gilera quattro.
Umberto Masetti è deceduto all’età di 80 anni nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 maggio 2006 per complicazioni all’apparato respiratorio.