Si è finalmente alzato il velo della tanto attesa GP15, la moto con cui i due Andrea nazionali, Dovizioso e Iannone, difenderanno i colori della Ducati.
All’alzarsi del sipario una prima sorpresa: la presentazione dell’evento è stata affidata a Guido Meda, che quest’anno commenterà la MotoGP per Sky. Alla presentazione della moto arriva una seconda sorpresa: il codone non presenta nessuna particolarità, contrariamente a quanto lasciava presagire la foto della moto coperta da un telo apparsa su Twitter.
Presto vedremo la nuova moto in pista pronta a confrontarsi con avversarie temibili: Honda e Yamaha, ma anche Suzuki. Il primo appuntamento è per i test che si svolgeranno a Sepang dal 23 al 25 febbraio e subito dopo partirà il Motomondiale con il GP del Qatar il 29 marzo.
Comunque quello di Sepang non sarà il debutto assoluto in pista perché, come è stato detto in conferenza, è già stato effettuato uno shakedown con il collaudatore Michele Pirro.
La moto è il risultato del lavoro di Dall’Igna e dei suoi collaboratori partito da una moto, la GP14, alquanto problematica che ha fatto passi da gigante, certamente favorita dal regolamento Factory con concessioni Open, attraverso un percorso che ha portato prima alla GP14.2, poi alla GP14.3 per arrivare alla attuale GP15.
La nuova MotoGP di Borgo Panigale si presenta, come era stato già annunciato dallo stesso Dall’Igna, con un motore nuovo più potente e più piccolo, grande cura al risparmio del peso, forme più compatte e, immaginiamo, elettronica evoluta.
L’introduzione viene affidata alle parole dell’AD Domenicali, che si è augurato che questa nuova Desmosedici possa ripetere le gesta della GP3.
Ricordiamo brevemente quella stagione. Si inizia in Giappone a Suzuka; al via la Ducati di Capirossi balza al comando che mantiene per 4 giri terminando poi la gara al terzo posto, conquistando così all’esordio il primo podio. Al terzo Gran premio, in Spagna, arriva la prima delle 3 pole position di stagione. Poi, alla 6°gara in Catalogna, arriva anche la vittoria. Il palmares di quell’anno si completa con 9 podi, 1 giro veloce, 3 pole, Capirossi e Bayliss quarto e sesto assoluto in campionato e la Ducati al secondo posto nella classifica costruttori. Anche noi ci auguriamo che possa ripetersi quella stagione.
La parola è passata poi all’ingegner Dall’Igna: “Sicuramente c’è della continuità nella moto che vedremo tra poco, perché io mi sono preso del tempo per valutare quanto era stato fatto di buono qui in Ducati prima che arrivassi io. Ho trovato molte cose interessanti all’interno della GP14 ed ho cercato di mantenerle all’interno della GP15. Però è altrettanto vero che ci sono tante novità mai viste in Ducati e mai fatte anche da me, quindi si può parlare anche di rivoluzione ….” .
A conclusione del proprio discorso Gigi Dall’Igna pone molto in alto l’asticella degli obiettivi, e non di poco: vincere almeno una gara e lottare per il podio in ogni Gran Premio.
Colgo l’occasione per ricordare che la Ducati non sale sul gradino più alto del podio dal GP d’Australia del 2010 con Casey Stoner.
Ovviamente il lavoro di sviluppo continuerà, sfruttando ancora una volta le concessioni Open (12 motori, 4 litri in più di carburante, gomme più morbide) e non si fermerà alla gara del Qatar, primo Gran Premio della stagione.
Dopo qualche parola di rito del direttore sportivo Paolo Ciabatti e del team manager Davide Tardozzi sono intervenuti i piloti ufficiali ed il collaudatore Pirro.
Andrea Dovizioso: “La Desmosedici Gp15 è bella e c’è stato un ulteriore passo avanti, c’è un continuo lavoro e anche dalla moto dell’anno scorso possiamo portare evoluzioni sulla Gp15. Siamo un po’ più veloci dell’anno scorso e con un po’ più di passo, ma sappiamo cosa ci serve per stare al passo dei primi e lo stiamo facendo. La differenza più grande rispetto alla Gp14 è che è molto più piccola nella seduta e nella parte del telaio, con la parte posteriore molto diversa, ma soprattutto è molto diversa dentro”.
Sull’obiettivo posto da Dall’Igna si è espresso Iannone: “Una vittoria non deve mai fare paura, quindi dobbiamo crederci“.
Esprimere un giudizio oggi, sulla base di una presentazione statica, sarebbe quantomeno azzardato. Certo la moto è bella, è compatta, si annuncia ancora più potente della GP14 ma solo la pista potrà dirci quanto vale veramente, specialmente in rapporto alle avversarie più qualificate. Se però dovessimo giudicare dai progressi che il gruppo di Dall’Igna è riuscito ad imprimere alla GP14 non dovremmo che essere ottimisti!
Non resta che aspettare Sepang 2 il 23 febbraio.