Come tante altre soluzioni tecniche adottate nel campo automobilistico e motociclistico da competizione (tra le più significative possiamo annoverare i freni a disco e la fibra di carbonio) anche il ride-by-wire, meglio noto come acceleratore elettronico, è stato ereditato dalla tecnologia del settore aeronautico.
Azionando la manopola dell’acceleratore non si impone un comando diretto alle farfalle (o alle ghigliottine) ma si aziona un potenziometro che provvede a mandare impulsi ad una centralina che, in funzione della mappatura scelta e dei parametri trasmessi da una serie di sensori, elabora il comando imposto dal pilota trasmettendolo ad un motorino elettrico passo-passo che comanda l’apertura del gas.
Alla luce di quanto detto è facilmente comprensibile che se anche la corsa di chiusura viene pilotata dal ride-by- wire, questo dispositivo può essere utilizzato anche per la gestione del freno motore.
Però, per motivi di sicurezza, in alcune moto stradali la chiusura é comandata dal tradizionale cavo. E’ intuitivo immaginare cosa potrebbe accadere se la centralina per un funzionamento anomalo dell’hardware o del software dovesse trasmettere un segnale errato mantenendo aperto l’acceleratore in fase di frenata.
In pratica con la rotazione della manopola del gas il pilota trasmette alla centralina due parametri: l’angolo e la velocità di rotazione della manopola stessa; questi parametri vengono messi in relazione con quelli della mappatura scelta e con i parametri rilevati provenienti dalla piattaforma inerziale e dai sensori che rilevano la temperatura e pressione dell’aria e il regime di giri del motore. Sulla base degli algoritmi impostati nella centralina vengono determinati i reali valori di velocità e angolo di apertura dei corpi farfallati che vengono trasmessi, come abbiamo visto, a dei motorini passo-passo.
Poiché i valori dei parametri rilevati in ogni cilindro non sono necessariamente identici è possibile, disponendo di adeguato pacchetto hardware/software, azionare un motorino per ogni singolo cilindro per ottimizzare la performance del motore.
Il risultato è un’erogazione fluida del motore, con una drastica riduzione dell’effetto on-off, e una miscela ottimale di aria/benzina ottenendo così anche un miglioramento nei consumi e di conseguenza una maggiore facilità nel rispettare le norme antinquinamento sempre più restrittive.
Ovviamente il ride-by-wire richiede una accuratissima messa a punto per avere la certezza di gestire in maniera ottimale tutte le combinazioni possibili di dati che pervengono alla centralina ma anche, e principalmente, per trasmettere un buon feeling al pilota
In definitiva tutti noi sappiamo che non è sempre vantaggioso spalancare il gas in uscita da una curva, ma a volte è necessario parzializzare; ebbene il ride-by-wire ci darà un significativo contributo in questa fase.
Questo dispositivo, da tempo adottato su moto stradali, sta trovando applicazione anche nel mondo del fuoristrada.