Il guanto è senza dubbio uno degli elementi più discussi in materia di abbigliamento protettivo, questo perché se da una parte ci sono le esigenze di sicurezza dall’altra ci sono quelle del comfort e di mobilità della mano; impegnata tra acceleratore, freno, frizione e pulsanti vari.
Per capire quali sono state le evoluzioni sotto il profilo della sicurezza, siamo andati ad analizzare diversi prodotti Racing, mentre in foto troverete alcuni esempi di guanti scelti dai nostri tester; Arlen Ness G9149 e Gimoto GP4.
Inizialmente si utilizzavano semplicemente dei guanti in pelle ma senza una particolare attenzione e da li emerse il primo serio problema. Serviva un guanto che in caso di caduta non si sfilasse, questo aspetto è estremamente importante e va considerato tutt’oggi al momento dell’acquisto.
Il secondo problema da affrontare furono le imbottiture, in principio vennero applicate delle protezioni morbide sul dorso e sulle dita, queste probabilmente facevano più effetto sulla testa che sulle mani, ma le stesse sono state le progenitrici delle soluzioni attuali.
Oggi i guanti sportivi sono tempestati di protezioni rigide che vanno dal pregiato carbonio e titanio ai vari polimeri, sicuramente più economici ma probabilmente anche più confortevoli.
E’ importante sapere che le protezioni rigide non offrono riparo solamente dagli impatti e dalle abrasioni ma sono utili anche per ridurre l’attrito tra guanto e asfalto, limitando così anche i traumi distorsivi.
La nascita di queste protezioni rigide negli anni ’90 portò ad un sensibile peggioramento del comfort, aspetto che negli ultimi anni è stato risolto grazie all’introduzione di inserti elasticizzati e ad una più accurata progettazione.
L’evoluzione delle protezioni in realtà è dipesa soprattutto dal loro posizionamento, non più sul solo dorso ma anche sul palmo e nella parte bassa a proteggere lo Scafoide, osso delicato e di facile rottura. Inoltre i guanti si sono allungati andando a proteggere anche la testa dell’Ulna, anch’essa molto esposta a traumi in caso di caduta.
Ulteriori attenzioni si sono rivolte al pellame, qui le necessità di mobilità si scontrano nuovamente con le esigenze di protezione, in particolare sul palmo della mano ha preso molto uso la pelle di canguro; questa infatti ha il vantaggio di essere maggiormente resistente rispetto al bovino riducendo così anche lo spessore e migliorando il comfort, il tutto senza pregiudicare la resistenza.
Oltre a questo recentemente ci è capitato di vedere dei trattamenti superficiali della pelle in alcune zone per migliorarne la resistenza e lo scorrimento.
Alcuni guanti utilizzano protezioni di rinforzo del primo o quinto metacarpo, mentre a salvaguardia del mignolo è molto facile trovare dei lembi di pelle che lo vincolino all’anulare (caldamente consigliato)
Le cuciture nell’abbigliamento in pelle sono sempre un elemento delicato in special modo nei guanti, dove gli spazi sono risicati, ed infatti per garantire una maggiore resistenza degli stessi non è raro trovare fili con fibre di kevlar.
Probabilmente nessun capo d’abbigliamento protettivo ha subito così tanta evoluzione, d’altra parte le competizioni hanno insegnato che la mano è spesso il primo punto d’impatto al terreno e per lo più è composta da diverse ossicine piccole e fragili.
Il nostro consiglio è quindi di utilizzare sempre un buon guanto protettivo e con questa piccola guida, speriamo di avervi un po’ aiutato nell’acquisto del prossimo prodotto.