Apparentemente il fatto che “Scrambler” non sia solo una moto ma un brand all’interno di quello Ducati sembrerebbe una pura operazione di marketing.
Invece la mia opinione personale è che questa operazione potrebbe segnare un passaggio quasi epocale nella storia della Ducati ovvero l’abbandono progressivo del motore 2 valvole, destinandone l’utilizzo solo a modelli dallo spirito “evocativo”, come appunto è lo Scrambler.
Un altro elemento significativo che fa pensare all’abbandono progressivo del 2 valvole è la terza generazione del Monster che, nelle versioni 821 e 1200, offre motorizzazioni esclusivamente a 4 valvole.
D’altro canto pensare di mantenere in produzione una tipologia di motore per un solo modello mi sembra una operazione costosa.
Mi viene quindi il dubbio, o forse la speranza, che da questa operazione possa nascere una nuova linea di prodotto.
Premesso che i criteri ispiratori dello Scrambler sembrano essere più convincenti di quelli che portarono alla linea Sport Classic, perché non pensare ad un nuovo filone vintage che, come appunto è avvenuto con lo Scrambler, riporti in vita i gloriosi monocilindrici sportivi.
Di “materiale” ce ne sarebbe in abbondanza partendo dalla 200 Elite per arrivare alla DESMO gialla del 1972/74, passando per modelli che hanno fatto la storia della Ducati come il Mach/1, il Mark 3 carter stretti, il Mark3 carter larghi (venduto anche con testata desmodromica) e per la DESMO “pallottola d’argento” (silver shotgun).
Un eventuale successo potrebbe far pensare ad una rinnovata linea Sport Classic, fortemente ispirata ai principi che hanno portato allo Scrambler, evocativa della strepitosa 750SS Imola o anche del Pantah 500, altra pietra miliare nella storia della Ducati, del PASO, della CAGIVA Elefant, della Indiana o ancora della F1 nelle sue diverse declinazioni (Laguna Seca, Montjuich, Santamonica)
Cosa ne pensate?