Alle 11.30 del mattino di giovedì 11 dicembre viene finalmente svelato il mistero che attanagliava tutto il circus e gli appassionati della Formula 1: Alonso ha firmato per la McLaren-Honda!
E così dopo tante incertezze e dubbi sul futuro dello spagnolo (la notizia in realtà era data per certa da oltre 2 mesi) Alonso e la McLaren hanno annunciato il loro matrimonio; secondo la BBC il pilota asturiano avrebbe firmato un contratto biennale da 32 milioni di euro a stagione, con una opzione sul terzo anno e con una ulteriore opzione per potersi svincolare a fine 2015 qualora le performance della monoposto non dovessero essere soddisfacenti (non è dato sapere il metro di misura).
L’universo mediatico è stato invaso di comunicati stampa corredati di fotografie idilliache, articoli, post e tweet che annunciavano il matrimonio del secolo, il ritorno del figliuol prodigo.
La cerimonia era ambientata nell’avveniristico Technology Centre di Woking.
Sembrerà strano, ma in occasione dell’ufficializzazione del clamoroso ritorno dello spagnolo alla McLaren dopo il burrascoso addio del 2007, si direbbe che la vera notizia sia stata la conferma di Button contro tutte le indiscrezioni che davano per già consumato il divorzio; Magnussen sarà terzo pilota.
Queste le parole di Alonso:
«Prendo parte a questo nuovo progetto con enorme entusiasmo e determinazione, conoscendo che ci vorrà del tempo per ottenere i risultati che ci aspettiamo, ma questo naturalmente non è un problema per me. Negli anni passati ho ricevuto molte offerte, alcune veramente interessanti. Ma più di un anno fa McLaren-Honda mi ha contattato chiedendomi di prendere parte, in maniera decisamente attiva, alla loro rinnovata collaborazione. Il desiderio continuo, mostrato con perseveranza e determinazione, di vedermi parte di questo progetto è stato uno dei motivi che mi ha convinto ad accettare, senza dimenticare il fattore più importante di tutti: condividiamo infatti stessi obiettivi ed aspettative e abbiamo un futuro solido davanti a noi».
E poi ancora: «Ho avuto discussioni molto approfondite con i vertici di McLaren e Honda, ho visitato le loro eccezionali strutture in Gran Bretagna e Giappone e sono convinto che, insieme, questi due costruttori stanno dando vita ad una collaborazione lunga e ricca di successo. E io voglio dare il 100% per permettere che questo accada.>>
Al di là delle facili ironie è chiaro che per questa scelta ha giocato un ruolo determinante il ritorno del colosso Honda che oltre a fornire la Power Unit si è anche accollata il corposo ingaggio di Alonso.
Eppure sarebbero leciti i dubbi sul livello di competitività del nuovo pacchetto tecnico frutto del matrimonio tra un motorista al debutto ed una monoposto che nel 2014 non ha brillato particolarmente, pur essendo dotata della PU campione del mondo.
C’è dunque da chiedersi perché Alonso avrebbe lasciato la Ferrari; le motivazioni non possono essere tecniche perché, anche se è vero che la casa di Maranello ha avuto un 2014 disastroso è anche vero che può vantare un anno di esperienza in più rispetto alla Honda con questa Formula 1. Il 2015 per Alonso, e la McLaren-Honda, non sarà facile dovendo sviluppare una monoposto con tutti i limiti imposti dai regolamenti in materia di evoluzioni e di test.
E allora, se prescindiamo dall’ingaggio principesco, è più probabile che i motivi del divorzio dalla Ferrari siano stati politici. Non vi è dubbio che la scarsità dei risultati abbia influito negativamente sull’atmosfera del team e che quindi vi siano stati forti contrasti tra il pilota ed il gruppo tecnico. Se poi consideriamo la forte personalità (per molti abbastanza scomoda) di Alonso, ed il fatto di vedersi togliere tutti i punti di riferimento a partire da Domenicali per proseguire con la esautorazione di Montezemolo, abbia fatto si che lo spagnolo si sia sentito un corpo estraneo nel costituendo nuovo gruppo tecnico di Maranello facendolo così giungere a questa decisione.
E così, chiusa questa appassionante vicenda, per completare il quadro della Formula 1 2015 dobbiamo solo aspettare quale organigramma la Scuderia Ferrari ci farà trovare sotto l’albero di Natale (scusate la banale metafora).