E così, secondo i piani di Bernie Ecclestone, il Gran Premio di Abu Dhabi che si disputerà il 23 novembre sarà decisivo,con il doppio punteggio (un sistema decisamente fasullo), per l’assegnazione del titolo. E tra i due piloti della Mercedes sarà duello all’ultimo sangue.
Infatti 17 punti di vantaggio e 10 vittorie contro 5 non sono sufficienti per garantire ad Hamilton una certa serenità rispetto ad un risultato finale a proprio favore. Ricordiamo infatti che nel caso di vittoria di Rosberg con punteggio “normale” ad Hamilton sarebbe stato sufficiente un 6° posto per laurearsi campione; in questo caso avrebbero infatti finito il campionato a pari punti ma il titolo sarebbe spettato ad Hamilton che avrebbe vantato 4 vittorie in più.
Appare addirittura banale notare ancora una volta come la Formula 1, già per sua natura una via di mezzo tra entertainment e sport, sia di fatto gestita solo come un colossale business.
Ma comunque analizziamo alcune possibili combinazioni con l’assegnazione del punteggio doppio:
– ovviamente il titolo sarebbe di Hamilton se si qualificasse comunque davanti a Rosberg o nel caso di un ritiro del tedesco;
– Hamilton conquisterebbe il titolo nel caso di una vittoria di Rosberg solo se dovesse piazzarsi al secondo posto;
– anche in caso di un suo ritiro Hamilton sarebbe campione se Rosberg si piazzasse 6° o peggio;
– Hamilton non avrebbe da recriminare solo se, nel caso di un suo ritiro, Rosberg dovesse vincere o piazzarsi secondo; in tal caso infatti, Rosberg l’avrebbe superato in classifica anche con punteggio normale;
– al contrario Hamilton vedrebbe “ingiustamente” sfumare il titolo se, ancora nel caso di un suo ritiro, Rosberg dovesse piazzarsi al 3°, 4° o 5° posto guadagnando rispettivamente 30, 24 o 20 punti che lo porterebbero davanti ad Hamilton in classifica;
– ma forse la condizione più frustrante per Hamilton si verificherebbe nel caso di un suo piazzamento al terzo posto e di vittoria di Rosberg che lo supererebbe così di tre punti in classifica.
Detto questo diventa sempre più difficile, per non dire noioso, commentare le gare di Formula 1 che ormai si ripetono secondo un clichè che sembra scritto da tempo.
Volendo fare uno sforzo potremmo cogliere alcuni fatti che hanno caratterizzato il Gran Premio: il brivido causato dall’errore di Hamilton al 28° giro, gli pneumatici con gli effetti di blistering e di graining, il mistero di una scuderia esperta come la Williams che riesce a non essere mai perfetta ai pit stop, il bel piazzamento di Massa nel circuito di casa, un certo risveglio di Raikkonen che ha impegnato duramente per un paio di giri l’ormai ex Alonso ed infine il perpetuarsi della telenovela (ormai più stucchevole della più noiosa gara di Formula1) sul futuro dell’asturiano.
Toto Wolff, il direttore esecutivo della Mercedes, ha dichiarato ad Auto Motor und Sport di augurarsi che non sia l’affidabilità a giocare un ruolo determinante nella gara finale del campionato: “Se eliminasse uno di loro, getterebbe una grossa ombra sul campionato“. Ma a suo dire sarebbe una macchia ancora maggiore sull’eventuale titolo di Nico Rosberg se a decidere il titolo fossero i doppi punti visto che, come abbiamo prospettato, ad Hamilton non sarebbe sufficiente arrivare terzo per conquistare il titolo con Rosberg vincitore.
In appendice un accenno al significato di “graining” e “blistering”.
Il graining è uno dei più importanti problemi che si possono verificare sugli pneumatici su circuiti scivolosi; questo fenomeno si verifica quando lo pneumatico scivola in curva anziché opporsi alla forza laterale per effetto del grip. Per effetto di questo scivolamento la superficie del battistrada diventa granulosa, si formano dei grumi che poi si staccano creando dei piccoli crateri. Il graining può verificarsi anche quando vi sia un eccesso di sottosterzo con il conseguente scivolamento, o quando gli pneumatici vengono sollecitati al limite prima che abbiano raggiunto la temperatura ideale oppure quando le temperature ambientali sono particolarmente basse.
Il blistering invece è un fenomeno che si verifica quando lo pneumatico raggiunge temperature troppo elevate. In pratica, a causa del surriscaldamento, dalla parte più interna della mescola piccolissime particelle d’aria presenti nella mescola si ingrandiscono fino ad esplodere, per poi far saltare, letteralmente, delle porzioni di battistrada creando così dei veri e propri buchi.