In un recente numero di Motosprint un lettore lamentava la scarsa affezione che noi italiani abbiamo per il CIV, il nostro campionato nazionale (nella foto di copertina Ivan Goi campione della classe Superbike del CIV 2014).
Ho già trattato in precedenza l’argomento delle tribune deserte; traggo spunto da quella nota per approfondire l’argomento del CIV.
Purtroppo nell’immaginario collettivo le gare nazionali – e comunque tutto ciò che non è Motomondiale o, peggio ancora, tutto ciò che non è MotoGP – appaiono alla stregua di gare parrocchiali e pertanto sono poco seguite; di conseguenza gli autodromi sono vuoti e i media sono disinteressati.
Eppure se ci soffermiamo a guardare foto degli autodromi del dopoguerra fino agli anni ’60/inizio anni ’70 osserveremo sempre un folto pubblico che assiepa le tribune e le reti.
Non dobbiamo trascurare la circostanza che in quegli anni il Motomondiale si disputava su pochissime gare e la TV a stento trasmetteva il GP delle Nazioni e, particolarmente nei circuiti cittadini allora molto in voga, si assisteva alle gare praticamente ai bordi della pista..
Queste circostanze inducevano gli appassionati a recarsi sul posto per assistere alle gare. Oggi anche gli appassionati più accaniti assistono alle gare in TV.
Certamente ci siamo allontanati dagli autodromi per pigrizia ma va considerato anche che assistere ad un GP, o anche ad una gara di campionato nazionale, costa … altro che abbonamento a SKY (trasferte, pernottamenti, biglietti ipercostosi) … riflettiamo!
Ma non basta; ciò che rendeva particolarmente allettanti le gare di Campionato Italiano e quelle della Mototemporada Romagnola (che spesso non erano neanche titolate) era la partecipazione di fior di campioni stranieri come Hailwood, Read, Ivy e degli assi italiani come Agostini, Bergamonti, Pasolini.
Questo, oltre a dare appeal alla gara, creava ulteriore motivo di interesse perché consentiva di confrontare i piloti emergenti – magari appena promossi dagli juniores – con gli assi affermati.
Ma tra i vincoli degli sponsor e gli innumerevoli impegni dei piloti questa è una situazione irripetibile; in pratica io sono abbastanza scettico che la semplice riduzione dei biglietti o la trasmissione in TV possa rilanciare il CIV.
Probabilmente si potrebbero attirare più spettatori rendendoli partecipi attraverso l’apertura dei paddock al pubblico o addirittura allestendo delle mini tribune nei box come già oggi fanno alcuni sponsor.