Per commentare sinteticamente questo GP, con particolare riferimento alla Ferrari ma non solo, potremmo citare la celebre frase tratta da “Il Gattopardo”, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: << Cambiare tutto perché niente cambi>>.
E in effetti più che dello svolgimento del GP dovremmo parlare di circuiti e di safety car.
Da anni ci sentiamo dire che i circuiti cittadini sono anacronistici, pericolosi ed inadeguati alle monoposto moderne, che Montecarlo è una eccezione che rimane nel calendario del Mondiale di Formula 1 solo per una questione di immagine e di tradizione ma poi si realizzano circuiti nuovi nei quali sorpassi non se ne fanno neanche con l’uso del famigerato DRS.
Se al problema dei circuiti salotto aggiungiamo l’effetto dei regolamenti attuali che mortificano il confronto in pista, come accaduto a Vergne, ci accorgiamo che nella Formula 1 moderna fare un sorpasso sarà sempre un azzardo, stante il pericolo di una penalizzazione; in pratica ai piloti è vietato compiere quelle manovre tipiche di un confronto agonistico.
Da uno sport che ambisce (ma è vero?) a proporsi quale esempio di professionalità non possiamo aspettarci lo spettacolo osceno dei commissari di pista che tolgono i detriti a mano, uno ad uno, obbligando così il direttore di gara a tenere in pista la Safety Car per un numero di giri esagerato, mortificando così le prestazioni dei piloti in pista e degli strateghi del muretto box … e poi dobbiamo aspettare i doppiati che si sdoppiano, ma perchè?
L’unico argomento di interesse veramente inerente le vicende della gara che vale la pena analizzare è la strategia adottata dal muretto di Alonso.
Premetto, ed è scontato, che ragionare a cose fatte e nella calma del nostro soggiorno è sempre facile, si rischia di fare la figura dei giornalisti che Enzo Ferrari definiva ironicamente “gli ingegneri del lunedì”.
Comunque è lecito chiedersi se sia stata adottata una strategia sbagliata. A consuntivo evidentemente si, ma solo perché i tecnici Ferrari sono stati cattivi profeti sul degrado degli pneumatici pensando che gli avversari della Red Bull non avrebbero potuto fare tutti quei giri senza essere poi costretti ad un ulteriore pit. E’ chiaro che la lunga permanenza in pista della safety car (e qui ci ricongiungiamo al discorso iniziale) ha agevolato chi aveva già la mescola soft (che ricordo essere la più dura in questo GP).
Non possiamo esimerci dal complimentarci con Vergne e Perez; basandoci su questo GP, dove il francese si è piazzato sesto nonostante due penalizzazioni per taglio di pista, c’è da chiedersi se Marko non sia stato troppo frettoloso nel far debuttare in Formula 1 il giovanissimo, ed inesperto, Verstappen a discapito del pilota francese.
Con questa gara, che conferma il difetto di affidabilità della dominatrice Mercedes, Hamilton raggiunge, e supera, in vetta alla classifica il compagno di team Rosberg che un problema all’elettronica ha costretto a prendere il via dalla pit lane per poi costringerlo al ritiro al sedicesimo giro nonostante la sostituzione del volante.
Ora il campionato è riaperto, ovviamente con i soli Hamilton e Rosberg in competizione. Sono praticamente a pari punti quindi nessuno dei due potrà fare calcoli, l’unica strategia possibile sarà finire davanti al compagno.
Mi chiedo però quali feroci polemiche si scateneranno se, arrivati all’ultimo GP il secondo in classifica dovesse aggiudicarsi il titolo a causa del punteggio doppio (e vista la situazione di sostanziale parità attuale è una circostanza da non escludere anzi è molto probabile).
Ma il fatto eclatante di questo GP si è verificato nel dopogara quando Marco Mattiacci, ormai lanciatissimo nella sua opera di ricostruzione, ha fatto capire ad Alonso che non è più il centro di gravità della squadra del Cavallino. “Alonso per il momento resterà con noi. C’è una discussione in corso, su come definire il rapporto”.
Se a questo aggiungiamo i segnali di insofferenza di Alonso e i ponti d’oro che la Honda sta facendo all’asturiano, è chiaro che la storia d’amore tra Alonso e la Ferrari è al termine.
Non ci resta che aspettare chi sarà il primo a rompere l’accordo con due anni di anticipo.
Probabilmente sarà proprio Alonso, con i giapponesi della Honda pronti a pagare la penale.
E ci si chiede, pur da appassionati ferraristi, come dare torto al pilota il cui bilancio degli ultimi 6 anni è assolutamente negativo e che ha perso tutti i suoi punti di riferimento, da Montezemolo a Domenicali e Marmorini.
D’altronde come costringere un pilota a gareggiare nel nome di un team in cui non crede più? Difficile che possa trovare i giusti stimoli.
Nel caso che il divorzio dovesse consumarsi molti ritengono che per il 2015, stagione transitoria senza particolari ambizioni, la Ferrari dovrebbe limitarsi ad affiancare un giovane (Bianchi?) a Raikkonen; altri invece optano per l’ingaggio di Vettel, anche lui ormai apparentemente “fuori” dalla squadra con cui ha conquistato i suoi 4 titoli, scalzato dall’arrembante Ricciardo.
VEDREMO!!!
Per ora appuntamento alla mattina del 5 ottobre per il GP del Giappone dove potremmo avere l’annuncio del passaggio di alonso in McLaren/Honda; ed in attesa eccovi le classifiche aggiornate:
La classifica del Mondiale Piloti di F1 dopo il GP Singapore
1 | Lewis Hamilton | 241 |
2 | Nico Rosberg | 238 |
3 | Daniel Ricciardo | 181 |
4 | Fernando Alonso | 133 |
5 | Sebastian Vettel | 124 |
6 | Valtteri Bottas | 122 |
7 | Jenson Button | 72 |
8 | Nico Hulkenberg | 72 |
9 | Felipe Massa | 65 |
10 | Sergio Perez | 45 |
11 | Kimi Raikkonen | 45 |
12 | Kevin Magnussen | 39 |
La classifica del Mondiale Costruttori di F1 dopo il GP Singapore
1 | Mercedes | 479 |
2 | Red Bull | 305 |
3 | Williams | 187 |
4 | Ferrari | 178 |
5 | Force India | 117 |
6 | McLaren | 111 |
7 | Toro Rosso | 27 |
8 | Lotus | 8 |
9 | Marussia | 2 |
10 | Sauber | 0 |
11 | Caterham | 0 |